Nuova Repubblica - anno III - n.23-24 - 14 agosto 1955

nuo.v.a repubblica · 1 SETTE', GiòRNI · NEL l\lONDO 1 I CATTOLICI E LADISTE.NSIONE· L E PRESE DI POSIZIONE del Quotidiano, della Gi– v-i.UàCattolica e dell'Osservatore romano sulla con– ferenza di Ginevra, il veto opposto dall'arcivescovo di Palermo ad ogni forma di apertura a sinistra e l'accet– tazione democristiana dell'astensione del PSI per la for– mazione del governo regionale siciliano, i contrasti che hanno accompagnato la ricostituzione del quadripartito nella sua forma più avanzata, sotto la direzione dell'on. Se– gni, attestano l'esistenza di una grave crisi di adegua– mento alla nuova situazione internazionale e interna in seTio al mondo cattolico; crisi che conviene studiare con attenzione e seguire con serietà e con rispetto,· perché at– testa un reale travaglio che non è sempre frutto di set– tarismo e di volontà cli conservazione politica e sociale. Senza dubbio l'aperta ostilità dell'organo dell'Azione Cattolica allo spirito cli Ginevra e l'aspra condanna della coesistenza, contenuta nell'organo della Compagnia di Gesù, che quasi quasi sembra auspicare la sostituzione allo spirito di Ginev1·a di uno spirito di crociata anticomunista e di una guerra di roligione contro il mondo orientale, possono avere indotto molti a domandarsi se questi due pilastri del mondo cattolico non deplorassero addirittura il clima di pace e di tolleranza che si sta formando nel mondo e non rimpiangessero la progressiva scompa.rsa del clima di guerra e d'intolleranza. Ma sarebbe el'l'ato indurre dalle posizioni di questi contraltari cattolici dello stalinismo una posizione guerra– fondaia cli carattere generale propria a tutto il mondo cat– tolico: il quale non ha ancora risolto integ,•s,,lmente la crisi che lo ha colto con i recenti sviluppi della situazione inter– nazionale, anche p!)rché le origini della distensione sono esterne alle lotte cui esso ha partecipato ln questo de– cennio e risultano ds,,l gioco dell'equilibrio di forze fra le potenze mondiali, della situazione interna nei due bloc– chi, dalla sen~pre più stabilita pe1·icolosità di una guerra atomica per tutti i contendent,i e così via; non da una soluzione dei contrasti ideologici nei quali anche le ideo– logie cattoliche hanno avuto una parte di p1·imo piano. E' normale che chi si è, diremmo quasi, specializzato nelle guerre ideologiche, come la Compagnia di Gesù, o nell'apostolato laico; che riveste natura squisitamente ideo– Joo:rica.come l'Azione ·Cattolica, sia più lento e più 1·estio ad accetta1·e il clima cli tolleranza ideologicà. dèterminatò nel li1ondo dallo sviluppo dei rapporti materiali di· forza · e di potenza; ed è altrettanto nonnale che chi si trincera - dietro i vincoli creati dàlla fede per condurre lotte poli-• tiche in difesa d'interessi anche pratici, come la· democra– zia cristiana, debba sentirsi necessariamente più sensibiie al mutamento della situazione materiale nel mondo. L'articolo dell'Osu,·vatore romano su Ginevra, che, sia pure· con un'ombra cli rassegnazione, si· compiace che a Ginevra ci si sia avviati verso l'eliminazione della. guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali, ass11mJ3una posizione per cosi dire « centrista» fra la ten– tazione di molti democristiani di adeguarsi alla disten– sione, mediante l'apertura .a sinistra, e l'ira appena con– tenuta dell'Azione Cattolica e della Compagnia di Gesù davanti alla neces&ità di « convivere » o « coesistere » col mondo dei diavoTi fatti uomini, di « coesistere nell'errqre », cioè di sforzarsi di capire o di tollerare cbi concepisce. la vita, la società, il mondo secondo un'ideologia diversa dalla dottrina della Chfosa romana. · Accanto a questo «centro» (Osservatore ,·omano e autorità romane delle qual.i esprime il pensiero), a questa c~inistra» (DC) e a questa destra estrema (gesuiti) o IT'odP– rata (AÒ), si è fo!'mata anche una sinistra estrema., con i giovani çlemocristiani andati a Helsinki, o i due deputati espulsi alcuni mesi prima dalla DC, che il partito cat– tolico ufficiale sembt·a spaventato di conservare nel suo seno, pe'r timore di alimentare una dialettica interna de– moci:istians,, che ponga la DC fuori dalla dialettica interna ciel mondo cattolico quale l'abbiamo poco fa rappresentata. Non spetta a noi giudicare se questi timori della de– mocrazia cristiana siano o meno fondati e se nell'aggra– rnmento delle sanzioni contro i giovani recatisi a Hel– sinki non abbia prevalso su preoccupazioni più o meno fondate· uno spfrito di setta che spesso domiria l'azione .. della corrente fa.nfaniana; quello che si deve rilevare con · interesse è lo sforzo del nuovo governo quadripartito di caratterizzarsi più a sinistra di quanto non lo consentis– sero la sua composizione o la condanna pronunèiata dal– l'Osservato,·e , ·oma.no contro l'apertura a sinistra, e la de– cisione della DO in Sicilia di andare oltre il grave ed ec– cessivo divieto del cardinale Ruffini. Chi si pone oggi, accanto al problema dell'apertura a sinistra, il corrispettivo problema del dialogo còn i' ·cat– tolici, deve dunque porselo tenendo conto cli tutte le forze che agiscono in seno al mondo cattolico, allo scopo d_i fa– cilitare· e sollecitare l'avviamento ad una politica più de– mocratica e più socialista delle forze più prettamente poli– tiche di questo mondo cattolico: problema, questo, non molto diverso da quello in cui ci si propone di favorire una politica più autonoma del socialismo italiano; e non meno grave, perché il « patto d'unità d'azione :o fra la DC e le altre foi·ze cattoliche, comprese quelle di estrema de– stm, ha ben altra consistenza di quello socialcomunista. PAOLO VITTORELLI 5 ASTRONAUTICA • Possibilità di emigrare ? ( l)is. di Dino IJoschi) DA PARIGI IJ, ··PADRONE SONO lIE di GIUSEPPE ANDRICH V i' SONO DIVERSI SIN'fOiH - e non solo dei sin– ~omi - che destano una certa inquietudine nella situazione politica della Francia. Il problema nord– africano resta al primo piano, e se c'è qualcosa che possa stupire, è la relativa ir~diff~renza dell'opinione pubblica a un conflitto, le cui ripercussioni possono essere immense sulla vita del paese tutto intero. Questo problema· si com– plica con la presenza sul suolo metropolitano di un nu– mero incalcolabile cli nordafricani - i servizi della pre– fettura di polizia !18 avrebbero contati 120.000 nel eolo di– partimento della Senna - che sono venuti senzà controllo alcuno in 'qlianto pitta.clini francesi, e vivono 'per due terzi di espedienti, mancando delle capacità necessarie per es– sere occupati nell'industria o in altre attività normali. ·Massa ii+eqnieta, aCCamata; generalmente ignorante, ancora. imbevuta di pregiudizi di razza e di religione, essa provoca spesso incidenti di notevole. gravità, come quelli avvenuti nei giorni scorsi in Ì.m quartiere piuttosto ·cen– trale della capi'tale. Questa massa dà inoltre una 'fortis– ·sima percentuale ai reati, compresi i più gravi, che si commèttono nella 1·egione padgiha. · Non c'è persona cli buon senso che non comprenda come nessun·a soluzione del pi·oblema nordafricano sia pos– sibile al di fuori cli un accordo che metta Algeria e Ma– rocco nella stessa situazione, nei riguardi della F;ancia, di quella oggi esistente per -l'India nei riguardi dell'In– ghilterra. Ogni altra solùzione, pacifica o violenta, non ·sarebbe che provvisoria. Ma questa questione nordafricana, se è la più evi– dente e drammatica, non è la sola che turba l'atmosfera ciel paese. E' eia molto tempo che i contrasti sociali non assume– vano in Francia carattere di violenza. Scioperi grandiosi si sono svolti senza gravi incidenti o conflitti tra séioperanti e forza pubblica. Ed ecco che in breve volger cli tempo, a Saint Na– zaire, importante centrn di costrnzioni navali, come nel Nord, zona della più intensa attività industriale della Frnncia, forza. pubblica e ope1·ai vengono a conflitto. Non vi sono stati ancora veri e propri eccidi, ma, soltanto a Saint NazaÌl'e, in un giorno, si son registrati 110 feriti, cli cui 12 di una certa gravità, tra scioperanti e servizio di poljzia. Tutto questo, dicevo, è sintomo di un clima di vio– lenza che va maturando, e che trova origine non tanto nel contagio dei conflitti nordafricani, quanto nella troppo lunga carenza dei movimenti politici e sindacali della classe lavoratrice. Le i-nasse operaie, orinai da trnppi anni, non cono– scono pm organismi e partiti 'che difendàno i loro· inte:· ressi. I comunisti, dalla Liberazione in poi, hanno fatto, del partito e della Confederazione del Lavoro che do-· minano, soprattutto uno strumento di Agitazione po– litica; il partito socialista non hll. altre preoccupazioni che i seggi elettorali e gli intrighi di conidoio. Le masse, pra– ticamente abbandonate, finiscono per agire per conto pro– prio, donde questo clima d'indisciplina e di violenza che si va estendendo, e cli cui è dif.licile prevedere le con- seg,1enze. ' . . · Due anni fa abbiamo assistito a uno dei più grandi scioperi che la Francia abbia mai conosciuto per ampiezza e profondità, e finito nel nulla per mancanza di un·a vo– lontà dirigente. ( Tutto porta a credere che corriamo il rischio di avvia1·ci verso qualcosa cli simile, e forse 1mche di mol– to più grave. Tanto più che, incoraggiati dalla carenza degli organismi .operai, industriali e padroni· si sono abituati a una certa mentalità ché pareva da tempo scomparsa: quella del padrnne per clit-itto divino. « Il padrone sono me >, come diceva, in altro senso, la no:tl'a, giustamente dimentics,,ta, gloria della letteratura prefascista e fascista, Alfredo Panzini. Quella situazione che ha permesso lo sviluppo delle feudalità economiche che oggi governa110 la Francia non potrà esse1•e modificata che eia un urto con le forze operaie aspiranti alla ripresa della propria -iniziativa. E già in altro campo; quello della. libertà di pen– siero, la lotta ha tendenza a intensificarsi. Anche qui la carenzà 1 dei partiti di sinistra è stata completa. Quel clima di libei:tà che formava l'orgoglio della Terza Repubblica è gravemente compromesso da una violenta ripresa del– l'elemento clericale che mira alla riconquisti,, degli antichi privilegi perduti a.i tempi di Combes e della sepa.ra.zione della Chiesa dallo Stato cli mezzo secolo fa. Se era esatto che il problema della libertà di pensiero era stato fe– licemente composto e risolto, non bisognava dimenti– care che in politica nulla v'è cli definitivo. Per i loro fini, i comunisti avevano lanciato la parola d'ordine che ranti– clericalismo è un diversivo pericoloso, e hanno fatto l'oc– chio languido alla Cbiesa, clie li ha ricompensati come si Yecle. Il risultato è che la questione religiosa sta tornando a guasta,·e la vita politica della Francia, come giusta– mente ha affermato il recente congresso degli insegnanti, la categoria sociale francese che rappresenta uno dei più sensibili e intelligenti bastioni della vera democrazia.

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