Nuova Repubblica - anno III - n. 17 - 3 luglio 1955

Bit (Dis. di Dino Boschi) {Si· pa.rla in Ql_USti giorni di ri– 'cmJi.ituil"e ·l'Accademia d'Italia) Rondini al nido , I....-----: _,__..;...P_:A-----'-E.::.___.;._,;_, S_E~C_H_· E_. V_._A__.____I .I _ , -Niente grane- , ' ~ • , ....• . 'J.;. .\·, ' , . . . . . . . ·,. E·,· $TATO 'l\RADOTTO in_ italiano un mannl\lettò · .., inglese sul_ controllo delle nascite (BemerrZe.cca- ;1a, Il controllo delle riàscite, ·Ed. Ethos; Milano Casella postale 3372. L. 100 . C.C.P. 3/17410). Seq_,u\)stro'. proc_es~o, assoluzione dell'editore, .ristampa. Finalmente: • iìi:rd~i; i11·'Itàlià. 'i;'i éomin.cia a ragionare, o. per lo mrno ·si tallental_lo 1e ·mag!ieo del ·dispotismo t'artufesco. Còsì pensò ·yer.osimilmente .l'ingenuo editore. ,. :·::·'; ~-a bisÒgn,ava_ distribuire il volumetto. N.essuno ·delle Case distributrici ché lavorano su scafà nazionale ·accettò. Sotto gli occhi dell'ingenuo editore furono messi pacchi di carta bollata : processi per « pornografi~ ~ che si. inse– guono dalla Pretura alla Cassazione e che si esamiscono spesso in sentenze assolutorie: ma chi compensa il tempo sprecato, chi rimborsa le spese? No, no meglio che le coppie legali o meno se la sbrighino da sè, indipendente– mente dai consigli su carta stampa_ta. · L'ingenuo editore ripiegò sui aistributori locali; città per -città si impegnò di rifondere le spese giudiziali, scrisse, pregò, spedì i pacchi. Questi tornarono regolarmente indietro. . Accade infatti che, nei casi dubbi, il giornalaio si sot– toponga a nna specie di censura preventiva. Va. in q uesturn, ivi lo ricevono sorridendo, sfogliano, aggrottano le soprac- . ciglia. « Premetto che lei è libero di fare quello che vuole, ma., secondo me, pott·ebbe inguaiarsi ». E' consiglio piut– tosto diffuso. Oppure, più geherosamente: « Io non mette– rei la fascetta»,·« lo non lo esponei ». Naturalmente un bel « condizionai » non fu mai scritto. · Infine, occorre fare i conti con gli immortali censori della provincia. In una città della Liguria, gli edicolanti, catechizzati a dovere, restituirono intatti _iprelievi. Il distri– bL1tore locale espose allora il libretto e - sia reso onore al merito - resistette all'assalto dei parroci e delle lettere anonime. Ma alla. fine, come non cedere alle preghiere di µn bL1on maresciallo, di non fargli avere grane? Tutti tenian10 famiglia. Tutto va bene P ERO', SIGNORI MIEI, non si venga a dire che in Italia n~n es_iste_ la li~ertà. di stampare qL1ello che pare e piace. Il hbern c1ttadrno Tommaso Paloscia si sposta, mettiamo, in quel di Pontedera (Pisa). Imbocca SL1bito la piazza della ~tazione, e alla trafileria Puccioni legge un cartello di· questo tenore: « La fabbrica è occupata dalle maestranze, per impedire l'ingiusta smobilitazione di un complesso industriale efficiente e attivo». Più avanti, n~i pressi del Teatro Massimo, incontra un gruppo di. per– sone : è giorno di paga alla Piaggio, e la direzione del locale · offre uno spettacolo cli varietà, nella· speranza di affollare almeno in quel frangente poltrone e galleria. Entra in q~alche bottega « accreditata» presso la ditta Piaggio e gli dicono che tutto va bene, signor giornalista (Infatti il com– mer~io delle « panhine » - prendiamone uno a .caso - si sviluppa durante le feste natalizie e quelle pasquali, poi gli aéquisti di, parte· degli opera.i. diventano sempre pm aleato1-;' e minimi,. essendosi i r,. buoni Pia.ggio ». accumulati e co~r pur,i le trattenute sulle « buste »). . . Il gior.nalista. a.llora sci·ive:. « l'evidente be.nessere della· città » si' 1·ivela « nel. volume,. clelie .ven.dite 'riei iiegozC cli qt1alsiiisi ·ge'nere, nella frequenza· dei ptÌbb'Iici ritro.;,i è d~gl{ si;Ì~tacoli d'arte e sportivi», ecc. ecc. (La Nazione, 22 gitÌ~ gno· 1955). · · Gli incontri di cui ,sopra ·sono . una. nostrà « in:ven– zione ». Il Pàloscia probabilmente ·è entrato ·solo nelle bot, teghè e ha· sentito ,che tutto va bene. Quindi ha -pensato profonclamen_te. al titolo più· opportuno; ecco . qua: Una città senza grossi problemi. Poteva andare, e d~altra parte lui i problemi li ha sempre odiati. Noi. abbiamo allungato l'itinerario, interrogando fra gli altri un gruppo di operai. Ci hanno mostrato gli scon– trini dell'amministrazione: totale 25.000, totale 30.000, totale 27.000, Vari operai, tutta.via, godevano di salari ancora. più ·rilevanti. Ci hanno parlato dei loro problemi; e abbiamo promesso loro di occuparcene in un più lungo discorso. Perchè - ci hanno detto - il Paloscia non è venuto a interpella.rei? Per timore che saltasse quel suo bel titolo? Perchè non si è occupato, ad esempio, delle operaie della Piaggio, di quelle del reparto bobine, dove il ritmo di– lavoro obbligatorio è salito da 2 a 6 bobine, e anche degli altri reparti, dove pur svolgendo lavori come gli uomini riscuotono eia otto a dodicimila lire in· meno; e del refet- . torio che non hanno e dello spogliatoio per nulla decente e protetto? Tutto ciò, eviclentemente, non ha interesse per La N<,zione. I portoghesi della pace D URANTE IL CQNVEGNO della pace cristiana, tenu– tosi recentemente a Firenze, in Palazzo Vecchio, il nuovo ambasciatore d'India presso il Quirinale ha accusato i portoghesi di impe,·ialismo, perchè non intendono s1;;omberare Goa. Apriti cielo. Da Roma è sopraggiunto il ministro plenipotenziario del Portogallo per replicare con increcl°ibile violenza e disinvoltura: « E' curioso che in un convegno ispirato alla civiltà di Cristo qualcuno proponga l'annessione di Goa cattolica a una· potenza pagana. Goa è portoghese. Devo, a nome del mio governo, dichiarare che se Goa venisse attaccata, il Portogallo la. difenderebbe fino all'estremo» (dal resoconto del Cor1·iere della Sern, 24 giugno 1955). Qui naturalmente non si vogliono, per carità, pren– dere le difese dell'India; si vnol soltanto sottolineare il baldanzoso cipiglio del ministro plenipotenziario, che, durante il sno intervento, ha trovato modo di citare a.bbon– dantemente il vangelo di Salaza.r, cattolico più affezionato e più sicuro del collega d'oltre oceano e fors'a.nche dello stesso Franco. A onor del vero, la maggioranza. degli inter– venuti non ha applaudito. Gli spagnoli, si capisce, si sono spellate le mani. La Pira, infine, ha paternàmente com– mentato: « Poichè il suo intervento, signor ambasciàtore, è senza dubbio dettato dalla· sincerità, auguriamoci che Dio lo consideri, malgradd le apparenze, una proposta di pace ». ' i\''.-:' · . ·-:-t=-nuova repubblica •-~~-F:1:b REN '"f I N () ;o,;,_ :·:e,– '~-.::~,. di MARCELLA OLSCflKI S IAMO A LUGLIO: cli conseguenza. il Maggio Musi– cale ·Fiorentino_ è giunto al termine, affondando la sua codina estiva, secondo Ja tradizione, nel fresco verde ciel Giardino di Boboli. Quale sia stato l'interes8e suscitato o efletti,·o e quale il valore artistico delle val'ie rappresentazioni di ques1'an– no, lasciamolo djre ad alb-i, più autorevoli e accreditati. A me fiorentina, e di conseguenza n1aligna e cattiva, piace invece ficcare ancora n1alvaginme~te il dito in un punctuin dolens che' tOl'na alla ribalta ogni anno ,in occa– sione del · Maggio-Giugno-Luglio Musicale Fiorc,itino: quel pimctum dolens pel' cui al nostro Festival ·•è istatò· affibbiato da qualche spiritaccio concittadino il nòmignolo cli « Omaggio Musicale». La categoria degli on1aggiati clell' « Omaggi i.» è quanto mai vasta; incredibilmente, assurdamente. anli– economicamente vasta. Grosso modo, si potrebbe dividere •in -tt·e: a) omaggiati legali contro prestazione; b) omag– giati legali d'obbligo; e) omaggiati .illegali di riffa. a) Alla prima categoùa appartengon~ i . corri-. spondenti dei quot,iclifypi. 'Quelli ·déì settimanali, qDindici-· nali e mensili sono invece considernti una sottospecie con diritti sub condicio-ne: vengono lol'O conc~sse le seconde, o meglio le ·terze quando ci siano, « meno che non si pre– veda grande affluenza cli pubblico per le pochissime pol– tl'~ne rimaste in vendita dopo l'occupazione .di quelle ri– servate agli-omaggiati d'obbligo. In questo caso, che si ar- r.angino:· · ·· bi Alla sècoiicla categoria· apparteng~no il Co– mune, Ja· Provincia, l,i òrgani'zzazioni statali, para-prneter– post e prestatali, i maestri cli musica, ·gli ari1ici, e qna.lohe parrùcchiere da signora. - 'e) All'ultìln'a. cate~oi-ia degli omaggiati cli ,riffa, appartiene « la' faccia tosta » per· 'antonomasia.' Maschio o femmÌna che sia; la faccia ·iosta ''si ,ianta pc1bblicamente cli riùscire a entra.i•' gi·atis ·c1a.ppertùtto, al Maggio .come alla .partita di calcio. :Non solò. ci ·riesce veramente; ma è• oggétto· di'. rispetto· .e autmiraiione geriefale: è un- illegale diventato legale hono,is ca11.s«.. ' · Dell'omaggiò alla faccia tosta nessuno ha èolpa; e comincio veramente ·a pensa.re che· anche degli .altri' nes'. silno abbia .colpa; :L'Italia, .paese di altissime tradizioni, alte, medes.ime. si tiene fortemente abbarbicato. Al· primo dei Maggi, probabilmente, saranno state ·date queste di– sposizioni: Al. diciottesimo, le .disposizioni sono' ancora queste. La tradizione ··avanti tutto .. Ca.mbiata· la 'musica, qùesti volt.a èambiàtì · a:nche, i· suona tor.i, le disposizioni· sono· rimaste le stèsse. Mà tanto per non dare soltanto un colpo a.I cerchio, per vasto che sia, diamone uno -anche alla botte. Gli omaggiati, da un punto di vista soggettivo, si di– vidono a loro volta in: 1) grati; 2) ingrati; 3) indiretti (cli cui sono una sottospecie gli indirettissimi), 1) L'omaggiato grato se ne sta in poltrona com– posto e contento, dignitoso e un po' vergognoso di trovar– si nel settore dei non paganti evidenti. Fa regolarmente i quattro passi nel foyer dm·ante gli intervalli, dicendo benissimo dello spettacolo, dei cantanti, del direttore. Consuma (e paga) un caffè. Suda abbondantemente sen– za lamentaJ'si; alle due e un quarto del mattino guarda l'orologio e non brontola contl'O le edizioni originali. Al– zandosi la mattina dopo alle sette e mezzo per andare in ufficio, decide che la prossima volta regalerà il suo bi– glietto al portiere . 2) L'omaggiato ingrato, invece, è seccatissimo che lo prendano per portoghese o si atteggia quindi a pa– gante con diritto alla protesta e arriva in ritardo, trova la poltrona scomoda, si _agita, parla forte durante lo spetta– colo, dà di cane a.I tenore, domanda a tutti' quelli che non possono rispondere, che cosa si aspetti a mettere l'im– pianto dell'a.ria condizionata; trova il caffè perfido, si ar– rabbia con la maschera, si soffia il naso da un buco solo aggiungendo il suo « a solo» cli trombone al pianissimo dell'orchestra, dice, infine, che il Maggio Musicale ha fatto il sno tempo. Va a tutti gli spettacoli e li ti·ova tutti pessimi. 3) L'omaggiato indi.retto (o indi rettissimo), è il portiere di cui al paragrafo «), oppure, anche, quel den– tista musicofilo (ma guarda, qui l'omaggio è andato bene!), cui è stata ceduta una tessera per due da un noto personaggio della catego,-ia « omaggiati d'obbligo» b), in cambio della sistemazione completa di un pericolante ap– parato masticatorio. Non so cli qnale entità fossero i la– vori di 1·estauro: resta il fatto che evidentemente è stato un ottimo affare per tutti e due. A conclusione di questo rapido colpo d'ala in platea, rivendo per bilona la storiella che è stata venduta per buona a me: Teatro Comunale affollato. Cade inavvertitamente dal loggione una pallina di carta da cioccolatini. Rimbalza sul cranio pelato di un distinto signore in smoking, affon– dato in una poltrona. Il signore, inviperito; si volta in su commentando ad alta voce la maleclucàzione dei loggio- . nisti. Alla balconata si affaccia,' un giovanotto in maniche di camicia: « La senta - dice tranquiUamente - se l'ha voglia di leticare, la paghi· la differenza· e 'la vensa su! ».

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