Nuova Repubblica - anno III - n. 17 - 3 luglio 1955
/ Comitato dirett.: TRISTANO CODIGNOLA ( dirett. resp. )., PIERO CALEFFI, PAOLO VITTORELLI Segret. di red.: GIUSÉPPE fAVATI. Direzione e redaz.: Firenze, Piazza della libertà 15, tel. 50-998. Amministraz.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, tel. 483-207/8. Autorizz. del Tribunale di Firenze, n. 678 del 30 dicembre 1952. P1inted in ltaly. St. Tip. de «La Nazione~. Firenze, Via Ricasoli 8. 65 - ANl\O Jll . N. 17 MALA GO DI O.MORTE N EL GENNAIO DEL· l!J52, quando il PSDI si era impegnato, dopo il Col}gresso di Bologna, alla di, fesa della proporzionale, creando così· un ostacolo che poteva riuscire deci_siv~ 11idisegni egemonici della DC, venne costituita, a reggere quel .partito, una· Segreteria collegiale, della· quale mi trovai a far parte. Consapevole che la battaglia sulla legge elettorale avrebbe richiesto una dnra capacità di resistenza di tut.ti i «minori>, proposi che si creasse fra di essi una precisa. intesa - limitata a qnella questione, ma entro tale. limite. vincolativa - fra il PSDI, il PRI ed ;PL_I (che ·era allora retto dal– l'on. Villabnma). Si ·ebbe infatt.i un inizio di trattative in tal senso: cfie nqn approdarono a nulla, e per la pa- •lese indifferenz~ (e scetticismo) dei liberali e dei repub– blicani, e - specialmente - perchè quella iniziativa ven– ne sabotata con tutti i mezzi all'interno del PSDI. Venne sabotata dalla psendo-sini,;tra dell'on. Matteotti, la cui sensibilità « socia.lista > non gli permetteva accostamenti men che casti con parti ti « borghesi > ( l' on. Matteotti te– '!leva in real~à.soJtanto che all'interno del pa rtito un'azi o– ne politica efficace della sinistra, che si era afferma.la ~ Bologna, minacciasse il suo traballante prestigio); venne sabotata dal centro e chllla destra, per i quali l'alleanza non andava stretta con repubblicani e con liberali; ma c,on democris~iani, partito di mass. a .e -partito «sociale» (come se ' non si trattasse appun.to di valersi della col– labòrazione di repubblicani e di liberali per condizio– narne la volontà sfrenata di potere). Dati questi precedenti, ci si consentit·à almeno qual– che stupore nel vedere quale sia oggi l'atteggiamento so– cialdemocratico. Non soltanto il quadripartito è diventato «tabù>, ma un quadripartito 1[iialsiasi: nel Partito Libe– rale, !'on. Villabruna è passato frattanto clamorosamente al['opposizione, e al governo di quel Partito sta ora il dr. De Micheli (rappresentato in partibus dall'ono1·evole Malagodi); il Partito Repubblicano ritiene di non poter dare il suo assenso a un governo dominato, o immobiliz– zato, dalle istanze conservatrici della Confindustria; e la stessa Democrazia Cristiana, per quella parte almeno che dovrebbe immaginarsi più vicina al pensiero (se ne ha) clell'on. Saragat, sembra rendersi · conto di questa situa– zione. Macchè ! Gli strateghi della socialdemocrazia sen– tenziano: « Malagocli o morte». Infatti, a quanto affer– mano le agenzie, !'on. Saragat avrebbe dichiarato che « il PSDI in ogni ca ·o non potrebbe partecipare ad un governo tripartito dal quale fossero esclusi i liberali»: sarebbe infatti intercorso fra i due partiti il reciproco im– pegno di non aderire a un governo di coalizione demo– cratica in cui l'altro pa'rtito non entrasse o comunque non garantisse un pieno appoggio. Proprio cosl I E' chiaro dunque che il PSDI, il quale si rifiutò cli stipulare nel 1952 coi liberali di Villabruna un ragione– vole patto di difesa elettorale, è disposto a stipulare nel 1955 un patto d'immobilismo politico, e quindi tipica– mente reazionario, coi liberali cli Malagodi. Di tutte le strade, esso sceglie la peggiore, quella che inevitabilmente porterà a un ·ulteriore rafforzamento delle posizioni di Nenni a spese della socialclemocrnzia, e al monocolore nel mo– mento che converrà· ai den1ocristiani, cioè in vicinanza di nuove elezioni politiche. · Non sappiamo che cosa pensino i dirigenti cli Pa– lazzo Wedekincl della rivolta di palazzo scoppiata intanto in via Frattina: ma ci sembra logico supporre ch'essi con– siderino Pannunzio, Libonati, Carandini ed ora anche Vil– labnma strumenti, più o meno consapevoli, di manovre moscovite; e che quindi tanto più siano decisi a ·stringere un patto di morte con l'on. Malagocli. Essi hanno perso da tempo ogni facoltà di ragionare, dal momento che hanno visto consolidarsi una volontà politica nuova nel PSI; ma quale valore attribuire, qual pronostico fare noi sulla insurrezione della sinistra liberale (quella del Mondo per intendersi, dato che la giovane sinistra ba già in buona misura lascil!.to il partito) ? Leggendo il recente articolo di Ugo La Malfa, « La , , ., Un numero l. 40. Estero l. 50. Un numero· arretrato L. 50. Abbon;menti: annuo per I-talia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. ,L. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 1 O 000. CIC post. 5/6261, «la Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de– corron9 dall'i,.;Ìzio del mese. Per pubblicità rivolgersi stll'Ammì– nistiazione. Tariffa: l. 15.000 per inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA (Vill<lbruna e 'Malagndi !ti coni endono il · «potere» ne( Partita I.ibera.le lta.liano) • lCll e Nuova Repubblica » è settimanale politico e di cultura. Esce fa domenica. Manoscritti, fotografie' e disegni, anche se non pubb!i• cati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, senza la citazione della fonte è vie• tata. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque n':!·faccia richiesta. Spedizione in abbonamento postale Gruppo Il. 5 LUGLIO 1955 - L. 40 (Dis. di Dino 1Joscl1i) Il Gran Premio della Confindustria strada aperta», uscito appunto sul Mondo ·del 28 giugno, possiamo trovare elementi per una 1·isposta. La Malfa spezza ancora una lancia in favore di un'intesa p1·even– ti varoente concordata fra i tre «laici> per tener testa alla DC: « Non vi deve essere un quadripartito, ma un bi– partito, con i laici schierati da nna parte del tavolo, e i cattolici dall'altra». Ma ci sembra che ne sia persuaso ogni giorno di meno. Egli infatti non arretrn ormai cli fronte a una diversa altemativa, che ci sembra partico– larn1cnte significativo veder prospettata da lui: « Se que– sto non può avvenire, se il quadripartito non può essere un serio bipartito, orientato a sinistra e in senso snfficien– temente laico, è meglio abbandonare la formula che è oramai vuota di sostanziale contenuto e lasciare la strada aperta ad altri orientamenti e ad altri schieramenti poli– tici, anche se essi importeranno incognite per il paese ». Non abbiamo difficoltà a confermare che la seconda prospettiva è quella che noi difendiamo, ·quella che ab– biamo ripreso in una 1·ecentissima dichiarazione politica di Unità Popolare. La prima prospettiva è invece quella intorno alla quale si muo,•e evidentemente l'iniziativa Pan. nunzio. Ora, secondo il nostro modesto giudizio, quest'ul– tima alternativa semplicemente non esiste. Credere di po– tere, con un colpo di mano, r9vesciare la sostanza stessa del Partito Liberale, licenziando Malagodi e offrendo a Villabnma e alla sinistra congiunti tiitto il vote,-e, è un'il– lusione pura. E credere che, comunque, una segreteria Vil– la.bruna nel PLI renderebbe possibilé al quadripartito di riprendere una politica di efficace riforma, è dar troppa importanza alla persona fisica clell'on, Malagocli. Il qua– dripartito è rimasto ucciso in quel mortale infortunio che si chiama '7 giugno: dopo Pella, si è ricorsi al polmone d'acciaio dell'on. Scelba, ma r..on ci sarà forza. umana che sia capace di farlo rivivere. Se la manovra della sinistra del PLI mira semplicente, mettendo in crisi il partito, a rendere ancora più difficile la ricostituzione del quadri– partito, ben venga; ma se essa, com'è da temere, mira a ripulil"e il PLI nell'illusione di rendere funzionale il quadripartito, si risolverà in una perdita di tempo. Nes– suna nuova edizione del quadripartito è in grado di mo– dificare i termini del problema. La sua dmata dipende esclusivamente dal giudizio che, in vista dei propri parti– colari .interessi, possono darne la DC da una parte, la Confindustria clall'a.Jtra. Tutte le altre fo1·ze, che operano dentro questo ginoco, non contano; ed è pericoloso dare a qualcuno l'impressione che possano contare ancora. L'unica· seria alternativa è, in realtà., quella che an– che !'on. La Malfa indica come una seconda possibile prospettiva. E' importante ch'egli oggi lo avverta; come è, comunqne, importante lo stato d'insofferenza della si• nistra del PLI, poichè - prima o poi - dovrà. anch'essa riconoscere che altrn J?rospettiva non c'è. O governo tri– co.lore, con l'esclusione dei liberali e un principio di chia– rificazione all'interno della D.C,; o governo monocolo1·e di or·ientamento sinistro; l'uno e l'altro con l'indit-etto ·ap– poggio del PSI. Il quale - certo - non fa tutto quello che sarebbe possibile fare per rendere più evidenti i con– torni del « nuovò corso~: ma insomma non si pnò ne– ga re che la riaffermata accettazio11e, come cli fatto com– piuto, dell'alleanza atlantica, alla sola condizione che, nel sno interno, si faccia una politica cli distensione, è qual– che cosa di pii, di quello che si poteva, e si può, decen– temente richiedergli. Qualnnque· sia la conclusione che !'on. Segn_i, o a.ltd dopo di lui, raggitmgerà, la strada resta segnata: ed è pe1· questo che riterremmo assai pii, utile cominciare a discorrere del terreno e delle condizioni d'intesa fra demo– cristiani e socialisti (perchè qui stanno molte e gra,·i in– siclie, che non sappiamo quanto !'on. Nenni sia in grado di valutare), che non perdere il tempo a rincorrere le fan– faluche, Si tratta cÌi riorganizzare tutte. le forze demo– cratiche di sinistra, tutte le forze socialiste indipendenti: si tratta di stabili.re le condizioni del rapporto fra esse (nel loro in sieme) e il PSI. Si tratta di valutare la Iun– zi.one che esse possono avere nella determinazione della nuova prospettiva, che il PSI non è certamente in grado cli realizzare da solo. Si tratln di fissare, cioò, il rapporto fra democratici e socialisti (non organi7,zati nel PSI) col PSI, come condizione ineliminabile per stabilil'e poi il rapporto fra tutta la sinistra democi-atica italiana (PSI comp1·eso) e la DC. Ma non c'è da perdere tempo: l'in– contro fra socialisti e cattolici può l'Ìuscire una catasti·ofe se non avviene con la partecipazione ed alla presenza di altri. Ci compiacc.iamo .che l'on, La llfalfa non arretri di fronte ad una prospettiva nuova: ma non vorremmo che egli facesse l'errore di stare a contemplarla. Di questa prospettiva dobbiamo essere parte operante. TRISTANO CODIGNOLA
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