Nuova Repubblica - anno III - n. 14 - 12 giugno 1955

CESA -;~ Comitato dirett., TRISTANO CODIGNOLA (dirett. resp.), PIERO CALEFFI, PAOLO VITTORELLI. Segret. di red., GIUSEPPE FAVATI. Direzione e redaz., Firenze, Piazza della Libertà 15, tel. 50-998. Amministraz.: Firenze, Piazza Indipendenza 29-, tel. 483-207/8 . ., Autorizz. del Tribunale di Firenze, n. 678 del 30 dicembre 1952. Printed in ltaly. St. Tip. de «La Nazione i., Firenze, Via· Ricasoli 8. 62 - AN!\O llJ . N. 14 NON FERM1\RSL A META' G LI ELEMENTI POSITIVI che emergono dalle ele– zioni siciliane prevalgono in modo nettissimo su quelli negativi: per diversi ordini di fatti, che me– rita il conto di analizzare minutamente. Affiusso alle urne notevole: segno non dubbio di _ri– svegliato interesse poli_tico ed amministrativo; segno anche che l'esperimento regionalistico, con tutte le sue storture e corruttele ed incertezze, è tnttavia un esperimento •fa– vorevole alla maturazione politica d'un popolo, chiuso an– cora per tanta parte in una soffocante cintura feudalistica. Fascisti in declino: intendo dire, fascisti organizzati e dichiarati. Che spirito fascista, autoritario e oonformista, circoli un po' in t_utti i partiti siciliani, e in. modo parti– colarissimo nella DC, non può e non....dro.1,1ìi'rckdimenti– care la fondamentale differenza che passa fra qu~te for– mazioni. Il MSI assume a sue simbolo la negazione 'èlel metodo democratico, la fo,~ totalitaria dello Stato, l'espe, rienzs. a.wM• ~:a.>.g>.iirrante del fascismo come storicamente .......__ " ~ :,ìtalia. Altrove, il fascismo sopravvive come o o 1· , . d lt . O "'! t,ta 1ta, non co1ne a.ccetta.z1one o esa -azione .,......---~atµrata n~ c.tu del ~ MSI in Sicilia acquista dunque un ·carattere simbolico ben definito: anche neJla più ottusa borghesia meridionale, ·anche nel più disperato sottoproletariato, comincia a far breccia, in modo imperfetto ma tuttavia degno di valuta– zione, il sentimento della superiorità del metodo della democrazia su quello della violenza. Dai 273:772 voti nel '51, il MSI scende a 2G7.7G8 nel '53, a 222.664 nel '55, passando dal terzo al quinto posto. L'elettorato conservatore, sostenuto da una notevole parte della borghesia minuta e della piccola proprietà con– tadina, ed anche da un settore completamente immaturo del proletariato, si arrocca intorno ai monarchici, che oc– cupano sempre più chiaramente in Sicilia il posto tenuto al Nord dai liberali di Malagocli. Essi adempiono sotto questo aspetto ad un rnolo assai più giustificato e per– manente del MSI, ed è da pl'0sumere che le loro posizioni resisteranno a lungo, fìnchè resisteranno i grossi concen– tramenti d'interessi, prevalentemente agrari. La vittoria è di Covelli, non di Lauro: il quale aveva profuso, com'è no– to, corruzione e denaro con la liberalità d'un re cli Spagna, e con la spregiudicatezza d'un grnncle capitano d'industria. Che a questi metodi l'elettorato sicilia.no abbia risposto con 56.116 voti è un fatto che va a suo onore. Comunque se i monarchici hanno guadagnato parte dei voti fascisti, hanno riversato parte dei propri alla DC. Il totale dei _voti mçmarchici (Lauro + Covelli) supera di poco la punta massima raggiunta nel '53 ( voti 263.987). L'affermazione della DC presenta pericoli, sul piano della libertà, che non sono certamente da sottovalutare, nè nell'ai;nbiente regionale nè per le ripercussioni nazionali: ma non si tratta d'una vittoria cli straordinaria misura. Al 18 aprile 1948, con un elettorato· minore, questo partito rag– giungeva ·1.063.454 voti, e al 7 giugno 1953 ne manteneva 831.645. E' risalito ora a 895.318, assorbendo una parte ·dei voti perduti dai monarchici ed una parte di quelli per-' duti dai partiti cli terza forza._ E' difficile prevedere quali potranno esserne le conseguenze immediate: ma non si deve dimenticare che il successo è in parte dovuto al no– tevole sforzo organizzativo compiuto dalla segreteria Fan– fani, accompagnato dalla volontà precisa di _imporre an– che con metodi di forza, elementi in parte nuovi, di pro– venienza «iniziativista», alla testa delle federazioni sici– liane. Si può presumere che questi precedenti possano ren– dere possibile in Sicilia un effettivo spostamento a sinistra del partito? Sembra audace affermarlo: ma non si può non considerare il peso d'una così notevole massa cli elettori, cli proyenien~a ançhe largamente proletaria, sugli orienta– menti futuri. Un certo spirito riformistico è- stato presen– te in tutta l'impostazione della batt!!-glia democristiana nell'isola: i responsabili locali e nazionali del partito non potranno ..completamente prescinderne. I veri sconfitti sono, com'è naturale che fosse, i par– titi laici.· Dai 109.llG cli Unità socialista del 18 aprile (battaglia condotta sotto t\n simbolo e con una speranza -~ •'".:,"€)~~~--'L Un ·numero L. 40. Estero L. 50. ·Un numero arretrato L. 50. 'Abbonamenti:. annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, ..trim, L. 450. Estero, L. 2000, 1 lCO, 600, Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261, «La Nuova Italia,, rirenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio' del mese. P~r pubblicità rivolgersi all'Ammi• nistrazione. T~riffa :. l. 15.000. per inserzjonl di mm., 70 per colonna. ., ·ESCE LA DOMENICA e Nuova Repubblica » è settimanale polit,ico e di cultura. Esce ·ra domenica. Manoscritti, fotografie e disegni, anche se non pubbli• cati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, senza la citazione della fonte è vie– tata. li periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque n~ faccia richiesta. Spedizione in abbonamento postale Gruppo Il. 12 GIUGNO 1955 - L. 40 (Dis. di Dino Boschi). SCADENZE - « Tenete duro, anche noi abbiamo le nostre» che i socialdemocratici puntualmente delusero) il PSDI è precipitato a circa 50.000 voti, con un solo seggio. I ,·e– pubblicani, da 65.G57 a poco piè, cli 20. I liberali, da 175.lGl a 91. Il crollo cli queste posizioni è cleterminll,to da un fatto estremamente semplice: questi partiti non hanno in Sicilia (ed hanno sempre meno nel paese) una loro fun– zione da compiere, dal momento che hanno deliberata– mente rinnegato quella che loro competeva per tradizione, di costituire una seria alternati va laica e riformatrice alle tendenze ·accentratrici, cle;·icali e conservatrici della DC. Pdichè il vuoto non può alla lunga esistere in politica, è · inevitabile che questa fonzione sia destinata a passare in altre n1ani, attraverso una maturazione ed insieme una semplificazione dello schieramento generale che non può che riuscire benefica. · Anche sul settore di sinistra, le cose sono andate me– glio del previsto. r" soliti uccelli del malaugurio avevano previsto, rotto il « fronte popolaré », un crollo generale delle sinistre: e, naturalmente, ne avevano tratto occa– sione per stigmatizzare l'atto di coraggio compiuto dal PSI. Siamo lieti che gli elettori abbiano risposto a clo– ve1·e a costoro. Non soltanto le sinistre, nel loro insieme, hanno notevolmente ava.nzato (da 463.088 del '48 _a circa 708.000), ma all'interno delle sinistre si disegna un proces– so di qualificazione estremamente importante: infatti, il · snccesso va interamente a vantaggio del PSI (che passa da 170.046 voti a 225.944) mentre un lieve declino si con– .stata per il PCI. Non possiamo in questa occasione non ricordare ai « frontisti » a tutti i costi, che cosa ci ha rega– lato la loro politica, proprio nella 1·egione italiana in cui essa poteva, comunque, essere più giustificata che altl'Ove.: Socialisti e comunisti riuniti: voti 591.870 nel '47, 4G,3.088 nel '48, 644.784 nelle regionali del '51. Socialisti e comunisti divisi: voti 667.540 nel '53, 707 .919 nel '55. E' appena il caso di aggiungere che la rinnovata prova delle enormi possibilità dei socialisti è condizionata ogni giorno cli più alla capacità ch'essi dimostreranno di fare una prop1·ia politica. ·Nel '53, la. formula dell'alternativa so– cia.lista bastò a rianimare parti, dell'elettorato; ma nel '55 è stato fatto qualcosa di piè,, mantenendo e rafforzando questa formula in pna situazione come quella siciliana, par– ticolarmente difficile, sia per ragioni politiche che per ra– gioni organizzative. La rottura del blocco del popolo è stato un atto di coraggio, cli cui Unità Popolare ha dato concréto riconoscimento al PSI astenendosi dal presen– ·tare lista propria e dando aI PSI la_ propria indica– .zione cli voto; è stato certamente un passo avanti rispetto aIle piè, ·ambigue posizioni del '53; ed ha· ridato agli stessi militanti una fiducia ed una capacità cli lavoro che avevano perduto da un pezzo. Ma non è una strada che si possa percorrere per metà. Se il PSI avesse accolto a suo tempo il nostro sng- -gerimento, cli fare la necessaria apertura anche al Movi– mento di Cucchi e Magnani; esso non soltanto avrebbe guadagnato altri 20.000 voti (anelati perduti) e probabil– mente altri, che sono rifluiti al PSDI o al PRI, ma avrebbe dimostrato una sensibilità ed una preveggenza che gli sono purtroppo mancate. Gli eventi che si sono succeduti in questi giorni nei rapporti fra Russia e Jugo– slavia sono la prova migliore che la nostra richiesta era giustificata; e l'atteggiamento di contegnoso (e confuso) riserbo che l'Avanti! ha mantenuto di fronte alla clamo– rosa prova cli trasformismo del PCI non è certamente tale da inquadrarsi nell'azione di coraggio svolta in Sicilia. La Yerità è che il PSI continua ad oscillare faticosa– mente fra una realistica visione dei suoi compiti d'inter– vento autonon10 e decisivo nella vita italiana, ed un con– formismo privo di grandezza che resiste ad inquinare troppe posizioni di alta responsabilità, come - prima di tutte - quella del quotidiano del partito. La DC e il PSI si trovano ora cli fronte ad una svolta e ad una scelta ben precise: in Sicilia ancora prima che a Roma. Un governo dei democristiani su un pro– gramma cli libertà e di riforme cli tal natura che possa es– sere appoggiato, anche impegnativamente, dai socialisti, è possibile; e se questo governo trovasse, in determinati casi e condizioni, anche un indiretto appoggio dei comunisti, non per questo dovremmo ritenere prossimo il giorno del diluvio. L'altra scelta è un governo fra monarchici e cle– ricali, ributtando necessariamente i socialisti all'op_posi– ziòne con comunisti. Questa soluzione è già pronosticata come «inevitabile» dai soliti fogli indipendenti, che fanno l'opinione pubblica 'del nostro paese. Ma è inevitabile solo se non la. si vuole evitare. Certo, spetta anche ai socialisti dimostrare la modera– zione ed insieme la'. fern1ezza che sono necessarie, seguendo - una volta tanto - l'esempio offerto da Tito nei ri– guardi dell'Unione Sovietica; spetta.a loro trarre i vantaggi dal •successo di una coraggiosa operazione di autonomia. Se ne saranno capaci (non soltanto nell'isola, ma anche nel continente, prendendo con fermezza, in tutti i campi, prima di tutto in quello della democrazia interna, l'inizia– tiva che i comunisti non sanno nè possono prendere) la DO non potrà non proporsi il quesito, fin d'ora, dell'esito delle elezioni future. TRISTANO CODIGNOLA.

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