Nuova Repubblica - anno II - n. 23 - 10 dicembre 1954
4 6LI ffNTICOMDNISTI FELIC N ON sembra si sia fatto abbastan– za caso alla coincidenza delle misure anticomuniste del governo italiano, con quelle che nello stesso tempo si vengono diffondendo negli altri paesi dell'Occidente. t appena < passata> in Francia una e piccola riforma> della Costituzione, che tut– ta la stampa più seria ha giudicato inconcludente cd inutile; ma utile, ai fini anticomunisti, è l'emendamen– to dell'articolo che sinora prescriveva un governo di coalizione nel periodo di intervallo, tra una Legislatura di– sciolta anzitempo, e una nuova in fase di esecuzione elettorale. Ciò si– gnifica che lo spirito di solidarietà resistenziale è ben finito, dacché l'emendamento è stato pensato di proposito per escludere ciò che pa– reva del tutto legittimo negli anni '45-'46, quando si riteneva possibile l'unità nazionale francese sotto spe– cie di coalizione democratica di tutti i partiti che avevano combattuto col– laborazionismo, nazismo, vichismo. Seconda coincidenza, quella del pro– cesso Karlsruhc contro i comunisti tedeschi. Si noti che in Francia co– me in Germania si tratta di inizia– tive vecchie di anni, quattro nel pri– mo caso, tre nel secondo; né voglia– mo insinuare che una linea deliberata attraveni i provvedimenti occinden– tali a carico dei comunisti, dacché ad es. gli emendamenti francesi han– no una loro storia interna, che giu– stifica in modo ben più naturale la loro sanzione parlamentare, e quelli tedeschi, oggi perfettamente inutili e controproducenti, sono segno di quella frequente inopportunità di tempi e di tatto, che in Germania dà segni frequentissimi di sé. Tolta tuttavia ogni presunta e non dimo– strabile concordanza di fatti, la loro coincidenza resta, ed è segno di una maturazione generale dell'anticomu– nismo, che, insieme alle defezioni o deviazioni di taluni nomi maggiori e minori, certamente preoccupa l'estrema sinistra europea. Quanto però ai provvedimenti italiani, essi meritano una attenzione particolare: lo dimostra anche l'interesse della stampa internazionale, che vi dedica ben maggiore spazio che non alle mi– sure della Francia e della Germania. Assuefatti a chiamare le cose con il loro nome, noi diciamo senz'altro che nei provvedimenti di governo si de– ve riconoscere un bel successo del– l'on. Togni. I frondisti democristiani della destra devono avere seriamente allarmato il governo, se· esso si è deciso a metter mano ad alcune de– cisioni che in parte, di carattere strettamente amministrativo, poteva– no essere prese da un pezzo, e non lo erano, probabilmente, per tolle– ranza, o per un certo spirito di soli– darietà, nel riconoscimento dei meto– di di potenziamento che seguono sup– pergiù tutti i partiti, in molti paesi del mondo e non solo in Italia; in parte, invece, sono di netto carat– tere discriminativo, e sono quindi nello spirito più qualificato del « to– gnismo >. t stato anche osservato che il segretario democristiano, Fan– fani, si mostra su questo piano assai più tiepido che non il Presidente Scelba ed il vicepresidente Saragat; ed è ben giusto, dacché egli non può non prevedere che, colpiti forse nel denaro, i comunisti si rifaranno col vittimismo, e troveranno non poche coscienze indipendenti a protestare contro taluna ingiustizia che si pen– sa di perpetrare a loro danno. A nostro avviso, reso a Togni il tributo che merita la sua potenza di tribuno e di politico, sa:rebbe tempo che si stabilissero ben chiari criteri su questa materia. E non possono essere che due: primo, nessun par– tito, incominciando dai maggiori evi– dentemente (quindi il democristiano cd il comunista: perché ad essi toc– cano più forti responsabilità nella vita amministrativa periferica) ha di– ritto di prevaricare ai danni dello Stato e delle amministrazioni locali, per arricchire le sue casse. Ogni con– gegno diretto a produrre fondi at– traverso l'attività delle pubbliche amministrazioni deve essere stronca– to. La seconda regola dovrebbe es– sere che ogni cittadino, in quanto uomo privato, che venga colto con le mani nel sacco, deve andare in car– cere; e tutti devono essere ricercati con la medesima diligenza cd accura– tezza. Nella prima regola rientra, ad es., per quel che riguarda il partito comunista in quanto tale, il privile– gio sin qui goduto dal partito, grazie al monopolio del commercio oltre– cortina; nel secondo, sempre ancora per i comunisti, le indelicatezze compiute ai danni dcli'! GIC. Un giornale economico milanese ha cal– colato che, ridotti i comunisti a vi– vere dei soli proventi dei loro iscrit– ti, essi godrebbero ancora della ri– spettabile somma annuale, perfetta– mente dcnunciabile e controllabile, di sci miliardi; che resta una cifra rispettabile. Noi vorremmo però su– bito aggiungere che si desidera, anzi si chiede la stessa condizione per la Democrazia cristiana, dovesse ma– gari tale regolamento finanziario farci improvvisamente stupire per una im– provvisa inflazione di iscrizioni di questo partito (la DC ha sin oggi un numero assai basso di militanti); e qualche stupore probabilmente sa– rebbe suscitato anche dal numero improvvisamente alto degli iscritti ad altri partiti di governo. Ci impc– gnamo anzi sin dora a prendere per buona ogni e montatura > che ri– guardi la e forza> dei partiti italia– ni; ma vogliamo che tutti vengano pareggiati: altrimenti come potremo accettare una norma, di per sé legale, come quella applicata a carico dei comunisti, ma che diventa discrimina– toria quando è applicata solo a loro? La via presa dal governo Scelba è tutta diversa; e, dopo le prime informazioni, ne leggiamo, sul mas– simo giornale italiano, il Corriere della Sera, altre ben più gravi: i comunisti sarebbero individualmente esclusi dalla assegnazione di terre negli enti di riforma. o di alloggi con sovvenzioni dello Stato. Qui sia– mo già in piena viola,Jonc della Costituzione: e in un senso discri– minatorio che non può essere defini– to che fascista, non perché i fascisti ne siano avvantaggiati, ma perché si stabilisce nella loro tradizione, che solo gli uomini del regime possono godere di determinati vantaggi eco– nomici, negati a coloro che al regi– me non aderiscono. Parliamo non già del regime democratico repub– blicano, bcnsl di quello « centrista». In questa involuzione cli cui sa– rebbe stolto non riconoscere la gra– vità, abbiamo colto, con sempre ri– nascente stupore, anche l'on. Saragat. t vero che egli va dicendo che combatte non meno il fascismo che il comunismo; ma, di fatto, pratica a carico dei comunisti esattamente il metodo delle discriminazioni fasciste; o, se preferite, egli è un postfascista, ma di una posteriorità che ne è la normale evoluzione consenratrice. Egli è giunto del resto a dichiarare, ben chiaro e netto, l'identità di fa– scismo e comunismo, che nessun anti– fascista pronunzierebbe senza vergo– gna, A Milano, l'o!J. Saragat ha pure espresso l'avviso che lo Stato deve servirsi, per la propaganda anti– comunista, della RAI e della TV : bravo! ci voleva giusto il suo inge– gno~ Eppure anche l'on. Saragat ha la sua parte di ragione: è probabil– mente con questi metodi che il suo partito gareggia con gli altri di go– verno, nel tentativo di incorporare voti e adesioni dei gruppi di destra meno solidi, i monarchici ad esem– pio. Il PSDI, che Saragat ha il torto di credere un partito di· intel– lettuali nòn potendo pulitamente più chiamarlo un partito di classe lavo– ratrice, sta in questi giorni diven– tando un partito d'ordine e di fami– glia (ricordare gli attacchi al Sotgtu e ai satrapl della sinistra), secondo una tattica che in Italia è sempre di buon rendimento. Si pensi che, con questi ideali, il settim;male « Oggi » ha battuto tutti gli altri concorrenti. Saragat a sua volta ha reso noto che, con quella politica, il suo partito ha NUOVA REPUBBLICA ~:.:::.::::t.ì.~:'I, è:i c:u: im.lo è nl governo, il IO per cento delle sezioni e delle iscrizioni. li PSDI sta diventando l'c Oggi> dei partiti italiani. Sa– ragat il loro Rusconi. li che non suona certo a scapito di e Oggi> e di Rusconi, che hanno una loro giustificata linea commerciale; ma neppure a vantaggio di un uomo che aveva fìrmatq il patto di unità d'azione, e si è volto, oggi, a iden– tificare fascismo e comunismo, con la stessa naturalezza con la quale aveva difeso, due anni or sono, la legge maggioÌ-itaria, e si abbassa ora ad accettare la discriminazione elet– torale a danno del nostro gruppo. L'anticomunista soddisfatto diven– ta una delle figure tipiche del mondo centrista italiano. Che Dio gli porti vot.i in questa vita, e beatitudine nell'altra. 6LI ffNFIF ffSCISTl~DOLENTI S oxo ormai, come appare sem- pre pill chiaro, i giovani libe– rali; ne diamo loro atto con soddi– sfazione e solidarietà: anche se non condividiamo certi loro accenni di metodo e di giudizio. Ecco ad es. una proposizione di rui approviamo tutta la· prima parte, e deneghiamo la seconda, ma solo per il suo can– dore, che è sempre prova di onestà: « Al liberalismo dell'attuale segre– tario del Partito Liberale, la Gio– ventù Liberale Italiana, se vuol es– .sere coerente con la sua storia, deve mirare a sostituire il liberalismo che si identifica con una iniziati,,a della sinistra verso il Paese>. Tutto be– ne; meno bene, ma per mera inge– nuità, il finale: e per realizzare la proposta di Ugo La Malfa >. (Cri– tica Liberale). t lo stesso periodico dei giovani liberali, che illustra l'abi– lità del boss napoletano del partito, Giovanni Russo, a servizio della svolta lucifcresca che !'on. Malagodi impri– me al partito. t lo stesso gruppo di giovani, che si domanda se possa an– cora rimanere ai posti gerarchici loro affidati (dimissioni di Ardenti), o nelle file dello stesso partito (caso Pannella). A quando un chiarimento tra la e Riforma > e e Unità popo– lare? >. I 1LMURO I * Antonio Greppi, per dissensi tat– t1c1 con noi, ma soprattutto per con– cludere una interiore crisi che tra– vagliava da tempo il suo nobile ani– mo, ci ha lasciati cd è rientrato nel P.S.I. Se ne è andato senza sbattere la porta, e dandoci appuntamento per combattere ancora insieme - pur se organizzativamente djvisi - l'eterna battaglia per la libertà e per la giustizia sociale. Egli sa che può contare su noi, come noi contiamo su lui. * pappagalli variopinti dc La Giustizia hanno dedicato alla deci– sione di Greppi la e spalla > di pri– ma pagina, con un t.itolo su tre co– lonne: e Greppi diventa fusionista perché non fu sindaco di Milano >, e col seguente sottotitolo: < Dopo avere invano sperato di soddisfare la sua ambizione e di salvare la sua pretesa coerenza politica temporeg– giando in piccoli raggruppamenti pseudo-socialisti l'avvocato comme– diografo ha deciso di darsi in brac– cio ai nenniani poiché la nuova leg– ge elettorale offre prospettive di suc– cesso solo ai candidati di partiti or– ganizzati >. * Invece di spiegarsi coxne mai avvenga il disfacimento del loro par– tito e uomini come Greppi superino le riserve che li hanno sin qui tenuti lontani dal P.S.I., i e socialisti> dc La Giustizia si vantano di quel ca• polavoro truffaldino che è la nuova legge elettorale elaborata dal Gover– no (ma non ancora approvata dal Parlamento). * Così, amici, « partiti organizza– ti:. sarebbero il P.S.D. I., il P.L.I. e il P.R.I. I COSE DI FRANCIA I ~u~ m~l~~~ ~n~ Il ~~~~~ -~1~1~1~~ ,, Dal uotlro corri1pond~ute H o letto in un grande gio;nale italiano, proprio al posto del– l'articolo di fondo, u" caldo elogio della Confederazione del Lavoro « Force Ouvrière > francese, model– lo dei Sindacati Liberi incrol– labile fortilizio del sano sindacalismo che non patteggia col sindacalismo moscovita. Perché quel grande giornale ita– liano sia venuto a prendere come modello da contrapporre alla Con– federazione Generale Italiana del La– voro proprio e Force Ouvriòre >, quando in Italia ci sono ben due organismi <liberi> che si oppon– gono alla suddetta C.G.I.L., non riesco a spiegarmelo, perché, in realtà, « Force Ouvrière > non brilla per meriti o attività speciali più del– le consorelle italiane. Allora? Del resto, se il redattore di quel giornale conoscesse i precedenti e le idee degli esponenti di e Force Ouvrière », si guarderebbe bene dal farne gli elogi. Si tratta di sinda– calisti onesti e sinceri che potrebbero rendere grandi servizi alta causa della classe lavoratrice se... ne aves– sero le possibilità. Ora la grande massa, anche se non _milita più nelle stesse proporzioni di prima in seno alla C.G.T. a direzione comunista, resta disorganizzata piuttosto che pas– sare alla Confederazione concorren– te, costretta ad accontentarsi del– l'adesione di certe categorie relati– vamente privilegiate di lavoratori. In quanto alla Federazione Francese dei Lavoratori Cristiani, essa raccoglie piccole minoranze sparse qua e là. Né l'una né l'altra possono prete,i– dere di avere un serio ascende,ite sul movimento operaio. « Force Ouvri'ère :i, ha perduto molto del prestigio iniziale che le aveva dato la direzione di ]ouhnaux e la presenza di dirigenti di chiari principi. Lo sanno anche i sassi che essa oggi può permettersi il lusso di * Poichè La Giustizia è semiclan– destina, abbiamo voluto far conosce– re a un maggior numero di lettori la profondità del pensiero politico, il buon gusto, la correttezza di co– stume di chi la redige e di chi la ispira. Il contesto è degno del titolo. * I « piccoli raggruppamenti pseu– do-socialisti :i, saremmo naturalmente noi di Autonomia Socialista. Alla buonora: noi almeno siamo pseudO. Il P.S.D.I. è un raggruppamento un po' più grande (non molto, non mol– to), e in compenso è di anti-socialisti. Una prova al giorno potrebbe basta– re: quei pazzerelli ce ne dànno an– che tre. * La psittacosi è quella tremenda malattia che può essere trasmessa dai pappagalli agli uomini. Guardiamo– cene. Può avere effetti letali: si può anche restar scemi. * Da una e operazione Giuseppe > all'altra. Peppino Saragat e I. M. Lombardo avevano stretto un patto: I. M. avrebbe appoggiato Saragat nella direzione del P.S.D.1., trasferen– dosi dalla destra al centro, (dicono però che non si sia nemmeno mosso dalla sedia); il Peppino nazionale avrebbe caldeggiato la nomina di I. M. ad ambasciatore a Washington. * Col recente movimento diploma– tico venne destinato a Washington l'ambasciatore Brosio. Preso alla sprovvista, Saragat protestò in Consi– glio dei ministri per non essere stato avvertito a tempo. Pare che il mini– stro degli esteri Martino gli abbia ricordato di avere inutilmente ten– tato di preavvertirlo della nomina di Brosio, durante un loro incontro nel Transatlantico. < Non mi hai ascol– tato. Eri troppo occupato a spiegarmi - disse Martino all'estroso vice pre– sidente del Consiglio - che per com– battere efficacemente il comunismo sarebbe indispensabile restaurare la monarchia:.. Pia t,vere degli uffici e dei funzionari solo grazie agli aiuti, diciamo pure frater– ni, dei Sindacati Americani. E sicco– me i Sindacati Americani sono i fe– deli sostenitori della politica ameri– cana, tutta l'opera di « Force Ou– vrière » è guardata con non ingiusti– ficato sospetto. Ed è un peccato, perché e Force Ouvrière > avrebbe potuto essere u,ia forza accentratrice di quell'immensa folla di elementi di sinistra che non trovano più nei partiti esistenti la difesa delle loro idee o dei loro inie• ressi. Ben più che il Portito S.F.I.O., disceso al ruolo di un vasto organi– mio d'interessi elettorali, e Force Ouvrière > avrebbe potuto essere al– m.eno un simbolo prezioso. I 11utile piangere su quello che è stato. Ma intanto i quattro qui11ti della classe lavoratrice fran– cese vive al di fuori della. politica del paese, influenza11dola solo negati– vamente. Mendès-France, per fare una politica nuova, mancando tli una base politica nel Parlamento e nel paese, è c.oslrelto, per mantenersi al potere e impedire che la Francia ri– cada nel mortale immobilismo degli ultimi anni, a fare una pericolosa politica d'equilibrio con il solito col– po al cerchio alternato col colpo alla botte, col rischio di non arrivare a niente di positivo. L'idea, in sé ottima, del e Fro11te democratico e sociale >, lantiala nel giugno dell'anno scorso dalla S.F.l. O., non ha trovato presa appunto perché lanciata dalla S.F.I.O. Ora, esistono in Fra,icia diversi - troppi - gruppi e gruppetti che cercano di costituire una nuova « si– nistra.. Ne sono stati iniziatori tre è un semplice satellite d'uno dei mo– vimenti maggiori, il comunista o il socialista, e la loro azione è quindi viziata all'origine. Altri gruppi pre– sentano delle serie premesse di indi– pendenza, ma non sempre riescono a mantenerle. Altri ancora hanno prin• cipi eccellenti, elementi di grande valore, ma non trovano, per motivi che sarebbe interessante ma troppo lungo studiare, rispondenza né nelle masse né nel corpo elettorale. t il caso della pattuglia dell'Obscrvatcur. Proprio mentre scrivo queste ri– ghe, si riunisce a Parigi una con– ferenza, che durerà due giorni, per cercar le basi di questa nuova si– nistra. Ne sono stati iniziatori tre organizzazioni: l'Unione progressista, , la Giovane Repubblica e il Centro d'azione delle sinistre indipendenti. Prendono però parte ai lavori altri organismi, come il Movimento di Li– berazione del Popolo e it Partito Socialista Unitario. Inoltre, partico– lare importante, saranno presenti al– cuni elementi già a.ppartenenti al mo– vimento gollista, come Capitani e Val/on. Questi diversi organismi dovranno cominciare col creare un vincolo tra loro sotto forma di federazione o più semplicemente di comitato d'intesa, poi - compito più difficile - do– vranno stabilire un programma co– mune. Ma le difficoltà sono grandi i,1 Francia come in Italia: arrivare ,alla riunificazione delle forze proletarie resterà un'utopia finché l'ortodossia comunista vorrà dare la sua precisa immagine a ogni espressione politica tiella classe operaia. La. Fr1111ciaha avuto la grande fortuna di non avere subita una scissione socialista. e di avere un solo grande Partito Socia– lista; ma questa fortuna no11 le gio– va per niente, per l'incapacità del Partito Socialista di eseguire il suo ruolo. Tutti i tentativi di creare una nuo– va sinistra vartno guardati con sim– patia, ma sarebbe pericoloso farsi delle illusioni. La nuova sinistra po– trà crearsi solo attorno a un partito socialista complelame,ite rinnovato. Oppure bisognerà attendere ch'esso finisca per disfarsi fino a ridursi, anche come importanza numerica, a un gruppetto di clie11tele come il nostrano Partito di Saragat. Il che avverrà, ma troppo lentamente per le nostre giuste impazie,1ze e per po– ter contribuire a portare la voce del buon senso nel manicomio della po– litica mondiale.
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