Nuova Repubblica - anno II - n. 19 - 10 ottobre 1954
6 NUOVA REPUBBLICA I VITA DI FABBRICA I PERIODICI AZIENDALI Il 6 giugno sco,so s, e tenuto a Venezia il V Convegno naziona1c del– la Stampa aziendale, preparato dal Comitato Coordinatore e inteso a di– scutere la fondazione di una Asso– ciazione azionale. Intendiamo qui per Stampa aziendale quella ema– nante dalla direzione aziendale. « L'Associazione - dici.! la bozza di statuto - promuove tra le Aziende lo sviluppo delle pubblicazioni (gior– nali, notiziari, bollettini, numeri uni– ci ccc.) destinate al persoJLale. L'As– sociazione si propone di contribuire, senza fine di lucro, alla diffusioJLe della cultura, generale e professionale, del progresso scientifico, sociale ed economico, di creare e stimolare nel– l'ambito delle singole aziende, la re– ciproca conoscenza, nonché una buo– na cooperazione fra i mem,bri di una stess<t collettività di lavoro ». Parole grosse e ·,;erciò vaghe. Quale cultura e in che modo diffonderla? Sfogliando (e non una sola volta) b trentina P passa di periodici azien– dali si constata che sotto queste pa– role passano manifestazioni tutt'altro che culturali : la prosa accademi– ca di qualche professionista; la le– zione scolastica poniamo sull'arte greca in nove lezioni; i pezzi di colore su Parigi o le bellezze cPltalia; quan– do non si tt,atti addirittura cli ten– tativi goffi di evasione da parte dei quattro ·grafomani locali, o di sfoghi da Domenica del corriere o da Can– dido. LA " CVUl'VllA » COL 'l'l'l'OLfJ DI S'l.'VDl.fJ Qualche esempio. Su Sclt-Valdarno ( A ,i,io I, sett. 1954) leggiamo « La pagina del Cral », un comm.ento al– la mostra di pittura aziendale: « Se i nostri scolaretti sono dei pritnitivi, in quanto limitati nei loro mezzi tecnici e di ricerca ... dal lato opposto noi vediamo i «crepuscolari», malinconi– ci spregiatori della buona fede, i qua– li si illudono, a forza di intelligenza (sic!), di potersi mantenere in uria stato di primitività, mentre invece ,'aggiungono la gibboSità, il nani– smo"· il rachitismo espressivo.... Se qualcuno di loro (scolaretti) sarà de– stinato a portare a fo,tdo l'esperien– za l'avrà fatto risparmiandosi molte inutili crisi, senza essere distolto dal conseguimento cli regolari titoli di studio ... ». 1ltro esem.f,io. li Giornale della Cognç, « periodico di informazioni, cultura e varietà per i lavoratori», (l febbraio 1954) pubblica i seguen– ti articoli di cultura e varietà: « Il mo,ido dei piccoli», « Il carnevale romano » ( con il sottotitolò « spen– sierata allegria di altri tempi»), « Il salotto», « Anche f Sider è nata una stella» (romanzo a puJLtate di Cire– neo - un dipendrnte?). Ln Stanic pubblica:« Parigi» (un1t visita alla Ville Lmnière), « Visita al Sacro Speco», « Campane di Pa– squa » lirica inedit1t di Gino Spi– nelli de' Sm,telena, da cui togliamo i seguenti versi: « Ciò detto il Santo alzò la biaJLca mano e nell'aria tracciò segnal di croce mormorando una prece a mezza voce». Un « primitivo »? Poi vi si trova ancora: « Due mondi; due ide.e :$, ovi·c,osia come la /1ensa110 gli arabi eca. o sulle macchine, di cui vi regaliamo il seguente passo: ARABI E lfH'.1.'llA– GLIEllE « Le macchine! le strade! per Al– lah, non bestemmiare, straniero!. .. Per gli arabi il miglior mezzo di tra– sporto rimane _il cammello e la via più comoda quella del deserto, se– guita a suo tempo dal Santo Pro– feta e dai padri dei padri-. Cosi mi disse il cammelliere Mohan1mcd Alì, con voce stanca, ieratica e lo sguardo assente rivolto verso il pla– cido e luminoso mare africano ». Poi, oltre all'immancabile pezzo su « Mia madre » che rimbocca le coltri a notte avanzata, eccovi, sempre dal– la stessa rivista, « Primavera di guer– ra», racconto di un convoglio nella. primavera del 1941. « Il Comandan– te parlò alla radio della plancia cli comando e trasmise jn tutti i locali di bordo: siamo a contatto con il ne– mico, con una formazione più forte della nostra, ma noi attaccheremo, viva il Re, viva l'Jtalia!'» (tace con sforzo evidente sul viva il Du– ce!). E le mitragliere? « Le mitra– gliere cantavano la Cavalleria Rusti– cana ». (beh, in questo è originale). E da Selezionando ... della Sti!5cl– Tclvc-Timo, cogliamo questo passo di un racconto (pubblicato in seguito a concorso) « Primo Amore», di una dipendente: « I grilli cantavano, fuo– ri, e anche le raganelle, nel fosso. Io pensavo a Tonino ... cd era una pena cosi dolce.... Era agosto. E c'erano tante stelle ». LA " llECIPllOCA 1• CO– NOSCENZA . Non parliamo poi' della /}romozio- 11e del « progresso scierùi/ico, socia– le ed economico ». A parte alcuni commendevoli esempi, si tratta delle solite « Note tecniche» che 110,1 si capisce bene a chi siano dirette se ,w11 ai parenti dell'autore per sua maggior gloria. Che rimane? La « re– ciproca conoscenza » la « buona coo– perazione », la « stessa collettività di lavoro». Facciamo subito degli esempi, per intenderci sull'interpretazione data, grneralmente, a queste parole. Il pri– mo è offerto dal discorso del/'o,i. M~r– zotto sulle « Relazioni umane » nelle campagJLe (Marzotto, luglio-agosto /954), nel quale egli così traccia la polftica aziendale da seguire nelle tenute: risanare le abitazioni; cura• re l'igiene e fornire più acqua; com– battere l'analfabetismo; appoggiar le autorità ecclesiastiche; provvedere al– l'assistenza sanitaria; migliorare i tra– sporti favorendo l'acquisto di mezzi individuali; fornire all'azienda mezzi di elevazione culturale; insegnar il miglior impiego degli attrezzi; sol– lecitare un clima di emulazione e di spirito di corpo nelle varie tenute; incoraggiare la fioricultura per au– mentare i « pensieri gentili »; con• tribuire all'installazione di linee tele– foniche perché i contadini non ~i sentano soli; indire riunioni di mae~ stranze in occasione di festività nazio• nali o locali, durante le quali il pro– prietario o il dirigente parli; isti– tuire premi di produzione: incora{l– giare scambi tra aziende limitrofe. Miglioramento ?certo. Mutamento? 11ientc. Risultato> U,i bluff. Ma Noi del Lancrossi (aprile 1954) ci offre un chiarimento più ingenuo e fran– co: « Aprile, mese in cui i ri,:ordi si addensano e più. ci si sente stretti intorno al nostro bel tricolore ,wll,; memoria degli Eroi caduti a ui.w aperto (?) mi luoghi di combatti- 1nenlo, nei chi11si campi di conc:en– tranrenlo o per mano fratricida (?). VOLElflOSE BENE, IN CA:IIICIA NEffJI ...Si poteva, si doveva far di più. ,Anche nel campo della conciliazione nazionale dove appare che incno è stato fatto. n processo di q·ucsti giorni (Dc Gaspcri-Guarcschi?), che ha visto di fronte un giornalista e un politico, ne è la prova. E se da una parte il giudizio dC'lla magistra– tura è slato l'Sprcsso e vale, il giudi– zio della storia dirà che l'uomo al quale la fiducia è stata data ha co– me noi, più di noi, la responsabilità elci clima agita.lo di oggi, il quale chiaramente ci dice che completa conciliazione nazionale non c'è stata. ... Dal canto nostro, in campo azien– dale, qualcosa riteni;un.o di aver già fatto, specie sul cammi110 della com-· prensione e collaborazione ». Comprensione e collaborazione, con un fascio, piccolo, per ora. Ma può chiudere degnamente l'argomento ciò che leggiamo su L' A nsaldino elci 15 settembre, sotto il titolo « Sospen– sioni»: « t bene che tutti sappiano che, malgrado q~esto inevitabile prov– vedimento. le perdite dc1la Società nel corso cli quest'anno sono tutt'al– tro che lievi. Questo lo diciamo non µcr consolart· i sospesi o per allar– mare c.oloro che sono al lavoro, ma. per rendere j)(lrteciJ1i, come ci era– vamo proposti e come in ogni nu– mero cerchiamo cli fare, tutti i di– pendenti, di quel che di buono o -di cattivo registra la vita aziendale. E lo facciamo perché siamo certi che la consapevolezza di tutti aumenta il senso di responsabilità di ug ,w.no ». Se si pensa a ciò che significa so– spcnsiont·. a ciò che· vi sta dietro, alle lotte di quegli stessi dipendenti a cui il giorn;1lc si rivolgr, non si sa se pil.1 ammirare il gesuitismo, o l'inge– nuità o il cinismo. Vi buttiamo fuori, però desideriamo che ve ne andiate consapevoli; non dcsicÌeriamo affatto che ficchiate il naso nella nostra am– ministrazione, per sapere come mai le cose vadano male; vi basti sa– pere. poiché siamo « democratici » e vogliamo creare una « reciproca comprensione», che dobbiamo but– tarvi fuori. IL l•ERIODICO AZ.I.El\1. DALE: VN lNVES'l.'I• lflEN'l'O A LVNGA Tutto ciò rappresenta, evidentemen– te, per lit maggior parte dei datori di lavoro italiani, un mezzo « intel– ligente » di attirarsi la simpatia e perciò la «collaborazione» dei di– pendenti e di risolvere quel pro– blema dei rapporti personale-direzio– ne che sempre meno può essere af– frontato co11 la maniera forte .Un buo1t «investimento», insonima. Ma, anche a volerlo considerare puramente tale, si può abbastanza facilmente dimostrare che l'investi– mento è sbagliato. Il periodico aziendale ha funzioni precise che soltnnto una parte della. stampa ozie11dale italia11a lw affe11ato ( e possiamo citare, tra i diversi, la Rivista Esso, la Rivista Shcll, le Nec– chi, le Notizie Liquigas, la Rina– scente, il Notiziario Perugina). Ce lo indica, Butangas (giugno 1954): « È appuJLto per questo che la defini– zione di « pubblicazione aziendale», intesa. come « pubblicazione destina– ta al personale» può spesso dimo– strarsi troppo restrittiva ... sembrereb– bt pertanto più opportuno che per pubblicazione aziendale s'intendesse la pubblicazione destinata dall'Azien– da alla propria organizzazione ... ». Cioè una pubblicazione che m1tntenga il collegamento con /e propaggini e– streme di un'Azienda e fornisca a venditori, agenzie, filiali, informazioni e mez~i per migliorare la propria attività. ' Non è tutto, però. Il periodico aziendale è rivolto a tutti i dipenden– ti, vicini e lontani, in quanto li in– forma sui fatti e problemi salirntì della vita. azie1idale; informar6, in questo caso, nou significa pubbli– care «soffietti» sulle « realizzazio- 4 ni ~ e nascondere accuratamente e il lavoro· di prepa.razione e le critiche e gli errori. Significa ta11to meno dire ch·e le perdite sono state piut– tosto elevate per rendere « compre,i– sibile » un licenziam.ento: ma piut– tosto spiegare al personale il ftrnzio– namento tecnico-economico e sociale, dell'azienda. I 11fine compito precipuo del pe– riodico aziendale è di stabilire quelle « relazioni pubbliche » che la stra– grande maggioranza degli industria– li italiani ha furbastramente scam– biato per una delle taJLte forme di propag011da, dal volantino pubblici– tario inviato ci. domicilio, al dépliant distribuito alla. Fiera. Non è il caso qua di discutere nei particolari questo problema (che pure bisognerà af– fronta.re con serietà); sia sufficiente precisare che « relazioni pubbliche » significa almeno farsi conoscere dal pubblico, far6 in modo che il pos- UOIIIIJNIUATO DELLA DIREZIONE- Nei giorni 25 e 26 se1tc1nbre u. s. hn avuto luogo a Firenze una importante riunione della Dire• zionc del Movi1nento. Il compugno Cesa è stuto chia. malo a far parte del Direttivo. Sono stati presi ir~ esante vari 1>roblen1i particolari, fra i quali il caso Lucaccini-Corsi di Siena (ai quali il Dircltivo ha espresso la pieria solidarietà del Movi111cnto), •la situazione. bolognese, In prepa– razione di un convegno n1eridio– nale di studi a Bari e cli un dibat– tito di politica estera a Roma, aperto anche a correnti politiche aflìni. Particolurc arnpiezza ha poi avuto il dibuttito rclath 1 0 alle pro– s11ettivc di unità europea e di distensione internazionale dopo la cndutn della C.E.D.: clib1111ito che sarù ripreso prossimarnente entro un con1itato più ristretto, anche in vista di un convegno delle sinistre indipendenti europee che dovreb– be aver luogo a Parigi nel prossi– rno diccrnbre. -e, stato infine affrontalo il terna centrale, relath•o ad una n1igliorc definizione dei rapporti interni e della strullura di Unità Popolare, in 1nodo da farne uno stnnnento politico più efficace. La discussio– ne, cui ha)tno partecipato tulli i n1en1bri del Direttivo, si è chiusa con la votazione di un ordine del gio.r.no , ,·hc ha 01tennto 16 ,·oti sibile cliente conosca la « storia del prodotto» e· specialmente degli uo– mini c,he lo hanno perfezionato e J1osto fo vendita,. quali problemi so• ciali, eco,wmici, psicologici, sociolo,– gici, il prodotto rappresenta e pro– voca. Significa, in breve, superare l'anonimo dei terniini «produttore», « venditore.», «acquirente», per sta– bilire una comunità di interessi e -uno scambio di conoscenze che porti gli uomini - e non la sola funzione economica - al prinio· piano. Con ciò non si crede di aver risolto il problema della « socialità dell'azienda», però uJL'intelligrnte (ed onesta) interpretazione di queste teo– rie è, se non altro, dimostrazione che, da parte del datore di lavoro, si è compreso che in und società in cui i vecchi sistemi di concorren– za e di impiego di nianodopera sono nettamente superati, soltanto una maggiore cura dell'interesse e I della psicologia della comunità può ritor– nare a maggior profitto. Che, cioè, l'investimento è tanto più. utile quan– to piti è a lunga scadenza ed am– pio raggio. lflfJll'l'.I, NATI, lflORSI IJAL CA1\1E Ma allora bisogna smetterla con il sentimentalismo della « grande fa– miglia aziendale »; finirla di pensare, come il sig. Paeces fa nella prolusio– ne al Convegno, che il periodico aziendale debba, per formare questa «famiglia», far sapere anzitutto chi si è sposato, chi ha avuto figli, chi è morto e chi è stato morso da un cane. E anc'{r meno bisogna ere: dcrc, come il sig. Balsamo dc « Lano– straradio », che il giornale debba fornire il « superfluo indispensabile~, cioè quel « superfluo extra-profes– sionale che comincia precisamente là dove finisce l'utilità professionale ... (per) arricchire la mente e allar– gare la sfera del sapere .... ». Il periodico aziendale vive dell'a– zienda, si occupa della sua vita den– tro e fuori i muri della fabbrica; ri– manga in questo ambito smetten– dola di sognare la «rivista» o il gior– nalismo da provincia o le « pacifi– cazioni » anti-sinclacali, e avrà fatto, con un'opera sociale apprezzabile, an• che della vera cultura. favorevoli (di cui due con alcune riserve iscritre a ,,erbale) e 2 con– trari. Eccone il testo: « li Con1itato Direttivo Naziona• le del MAS, nella seduta del 25-26 set1en1bre 1954, preso in esan1e il prohlcn1a dei suoi rapporti con gli altri gruppi cli Unità Popolare: r;.1vvisa la necessiti, di meglio coor– dinare e rinsaldare tali rapporti dal punto di vista politico, e conse– guentemente dal punto di vista or– ianizzativo, quale pren1essa ne– cessaria ad un più efficace cd am– pio schiera1nento-della sinistra de- 111ocrutica .e socialista, da realizzar– si n1ediantc successivi accordi. Di conseguenza, dù 1naudato all'Ese– cutivo di procedere, d'açcordo con gli altri gruppi, al perfezionan1en– to delle proposte di n1assinu1 già presentate, e di portarle, per la ratifica, ad un Convegno Nazio– nale; da convocare quanto pritna possibile: allo scopo cli garantire un piano d'azione politica ed un assetto organizznth'o idonei a con– sentire l'i1nmissione del n1assimo nun1ero di forze dernocratiche nel– lu lotta di rrasformazione sociaJi– sta che il Movimento si propone». . A seguito di tale deliberazione, la Segreteria ha già prov,·eduto a prendere a Honm i pri111i contat– ti, che saranno continuati nelle prossirne settiJnane, in vista del Convegno azionale del Movimen– to, che è indetto a Firenze per i giorni 31 otlobre e 1 ° novembre p. v. L'ordine ciel giorno e le di– sposizioni organizzative saranno 1rasn1essi con circolare separala a lutti i gruppi locieli.
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