Nuova Repubblica - anno II - n. 19 - 10 ottobre 1954

4 LE RESISTENZE .ALLA SVOLTA· L'annuncio dell'accordo per Trie– ste, di cui, come giustamente ha eletto il scn. Jannacconc, non si può fare al governo né vanto né merito, e neppure grande colpa, ha messo la sordina ai maggiori problemi della politica interna. La soluzione adot– tata per mettere la parola fine alla lunga vertenza era l'unica ormai rag– giungibile allo stato delle cose, ed è un bene che sia stata raggiunta, per togliere di mezzo un perenne foco– laio' di discordia nei rapporti inter– nazionali, e un'occasione di avvele– nare l'atmosfera del paese da parte dei nazionalisti di ogni risma. Ma che da questo giudizio realistico si debba poi passare ad un'approvazio– ne generale della politica estera del governo, ci corre. L'on. Scelba, nel suo intervento al Senato, e gli espo– nenti della maggioranza, hanno in– fatti cercato di contrabbandare una soluzione mediocre - ed ormai indi– lazionabile- - di un limitato proble– ma, come una vittoria della politica atlantica e filoamericana, come una dintostrazione dei vantaggi che il paese può ottenere da un allineamento alle tesi di Dulles. Non ha fatto male passivo Forster il sen. J annaccone a ricordare in queSta oc– casione che proprio una cosa è man– cata e manca al paese, « un Mendès– France capace di far cambiare poli– tica agli alleati ». Non diremmo co– munque che l'accordo per Trieste sia stato interpretato dal paese nulla di più di quello che era, cioè un'esi– genza ormai largamente matura, da accettarsi senza entusiasmo: il ten– tativo di farne una grande affer– mazione governativa, risvegliando al– la radio e sui giornali reminiscenze non spente di retorica patriottarda, è fallito in modo abbastanza palese. La situazione politica generale e la posizione del governo, che alla vigilia deWannuncio per Trieste si erano fatte assai pesanti, stanno tor– nando quello che erano e danno il senso di una precarietà che può pre– parare sorprese· assai prossime. Le avvisaglie più sensibili provengono da parte liberale, e si sono manife– state nell'articolo che il sen.atore Frassati ha pubblicato sulla Stampa del 3 ottobre, artièolo che ha illu– minato sullo stato d'animo di certi ambienti e sulla situazione interna del partito liberale. Frassati espri– meva francamente la preoccupazio– ne che le vicende politico-ammini– strative connesse col caso Montcsi finissero per spostare a sinistra una massa considerevole di voti e che la pressione dell'opinione costringesse a nuove elezioni proprio nel corso di questo spostamento. Egli sottolinea– va le condizioni di particolare deli– catezza in cui, a seguito di codeste vicende, era venuto a trovarsi lo Stesso on. Scclba, e rivolgeva alla D.C. un preciso appello a conside– rare con realismo, e tempestivamen– te, la situazione. Questo appello si– gnificava, se non andiamo errati, un contemporaneo richiamo anche al partito libeqlc a disancor.arsi dalla sua pQsizione di arroccamento qua– dripartitico, esaminando nuove possi– bilità di governo sulla base di un'in– tesa con le correnti attualmente mag– gioritarie all'interno della D.C., per çonsentire una successiva e più im- portante svolta a tutta la politica italiana. Non sembra tuttavia che questo richiamo stia per essere in qualche modo ascoltato dall'on. Malagodi. L'assunzione dell'on. Martino agli Esteri ha infatti contribuito a com– promettere ancor più direttamente il partito liberale con l'attuale po– litica quadripartitica, che si muove sulla scia di posizioni oltranziste, rese particolarmente anacronistidie dal rivolgimento avvenuto in Fran– cia con l'assunzione a] governo di Mendès-Francc. Si attribuisce - è vero - all'on .. Malagodi la volontà di imprimere, attraverso il dicastero degli Esteri, nuova vita alla politica europeistica, ma si ha l'impressione che talé ' europeismo ' non si disco– sti in nulla e per nulla da quello che si è compromesso con la pii, bel– la incoscienza sul piano indinato della C.E.D .. Mentre è probabile che gli accordi di Londra abbiano signi– ficato per la Francia nient'altro che un tempo d'attesa, per continuare a sviluppare una sottile ed attenta po– litica di distemione verso l'Est, que– gli accordi stessi sembrano interpre- , tati dalle sfere maggioritarie italia– ne nient'altro che come un succeda– neo della CED. Dimostrazione dav– vero non troppo brillante di acutez– za e "di sensibilità. Che questa sia la situazione, e che, anziché profittare della caduta della . CED e dell'accordo per Trieste in vista di una politica più aperta e costruttiva, si voglia al contrario se– guire la pista del'amcricanisrno pill acceso, starebbero a dimostrarlo le ricorrenti voci, che qualche fonda– mento pur debbono aver , di una rinnovata ondata di misure antico– muniste che sarebbero allo studio. Si continua con insistenza a parlare di discriminazioni che s'intenderebbe di mettere in atto nei riguardi dei fun– zionari dello Stato di obbedienza co– munista, dando soddisfazione alle ri– chieste che i fasciiti « costituziona– li »,' per bocca di Bottai, hanno di recente pubblicamente avanzato. t difficile dire se e in quale misura si voglia davvero procedere su questa strada; ma è lecito affermare che questa strada porta direttamente alla ]imitazione delle garanzie costituzio– nali di libertà per tutti i cittadini e non soltanto per i comunisti; e che, alla lunga, questa è la via maestra per rendere impossibile un rinnova-. IY\l:JltO democratico della struttura sociale e per aprire le porte ad una alternativa comunista. Certo, la pe– sante atmosfera morale in cui il go– verno è costretto ad operare potreb– be riuscire mal consigliera: quando la peste è in giro, si sa, si cercano gli untori. Il problema centrale resta pur sempre, comunque, l'orientamento che la corrente maggioritaria dell'on .. Fanfani finirà col prendere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Nei partiti governativi, è ev·i– dente la volontà delle ·Segreterie di chiudere in faccia a fanfani ogni possibilità di manovra e di eventuale allargamento a sinistra, che minereh– be le basi dell'attuale combinazione. L'aspra posizione ufficiale assunta dal Partito Liberale nei confronti di La Pira (vecii «' L'in_formatore liberale » del 9 ottobre) ne è un sintomo assai significativo. La segreteria del par– tito, so tenendo le ragioni del ritiro NUOVA REPUBBLICA dalla Giunta comunale di Firenze degli assessori liberali, non si liQ1ita infatti a ricordare gli appunti mossi a La Pira: debolezza verso i par– Ìiti totalitari (occupazione delle Ca– scine), l'« inutile creazione di un'a– zienda autonoma rriunicipalizzata per la nettezza urbana», l'arbitrarietà di « decreti di requisizione d'immobili a favore di famiglie sfrattate » ccc.; ma pone il problema generale dei • rapporti fra mentalità «liberale» e mentalità « lapiriana », affermando .testualmente che « il conflitto po– trebbe assumere un'importanza mol– to grande il giorno in cui i suoi presupposti ideologici e le sue con– seguenze politico-amministrative do– vessero traboccare dal bel fiume d'Arno e riversarsi nel gran corso della politica nazionale ». Parole il cui significato non è troepo oscllro per chi conosca i rapporti che cor– rono fra La Pira e Fanfani. Non dissimile l'atteggiamento del P.S.D.I., che per bocca del suo «leader» manifestò opinioni cd ap– prezzamenti giudicati addirittura of– fensivi dal Segretario della D.C.:' anche se tutto sia stato messo a ta– cere con complimenti e smentite. Una cosa sopra ogni altra inquieta ]'on. Saragat, che si determinino condizioni obiettive di colloquio po– litico fra l'on. Fanfani e !'on. Nenni: e non già per ragioni, che, potreb– bero essere apprezzab1h, di necessa– ria ed incquivoca chiarezza politica, quanto per la sensazione che un tale evento comporterebbe automatica– mente l'eliminazione del P.S.D.I. dalla scena politica: e non si può dargli torto. Così, il dissenso si è manifestato qui in forma ancor più palese che presso i liberali, sia per la dichiarazione pubblicata dagÌi esponenti della ' sinistra' ciel parti– to (dichiarazione che pone precisa– mente racccnto su « un impegno to– tale e diretto dcll'altuale direzione democristiana in un governo in cui le correnti e gli orientamenti poli– tici prevalsi al congresso di Napoli siano responsabilmente rappresenta– ti »), sia per il veto contrario che i medesimi esponenti hanno dato, in sede direzionale, alla impostazione programmatica della Segreteria. Im– postazione che merita un discorso a parte. Troviamo inft;_tti in t·ssa, anziché un tentativo di risposta al problema politico centrale (svolta della D.C. per una convrrgcnza programmata a sinistra), la volontà - assai inge– nua a dire il vero - di sostituire questa svolta con un elenco chilo– metrico di provvedimenti legislativi che la delegazione governativa del P.S.D.I. s'impegnerebbe a far varare nei prossimi mesi. Questo elenco è tale da impegnare per alcuni anni il lavoro di un Gabinetto che disponga di solide radici e di ampio consenso popolare nel paese: nelle condizioni in cui è proposto dal P.S.D.I. assu– me piuttosto un carattere grottesco: Esso infatti si apre con la rinnovata richiesta di una nuova legge eletto– rale, senza neppure avere il coraggio di parlare più di proporzionale (e intanto, si varano, di fatto, le mo– struose leggi elettorali per la Siçilia e la Val d'Aosta); affronta problemi strutturali di grande portata (pere– quazione tributaria, ordinamento giu– ridico ed economico dei dipendenti dello Stato, legge sui patti agrari), e affronta poi tutti i possibili punti di un programma elettorale politico destinato ad almeno due legislature (dalla riforma agraria ai monopoli, dalla legge di P.S. alla legge comu– nale e provinciale, dalla proprietà contadina alla. cooperazione, dalia disoccupazione alla moralizzazione). COSE DI FRANCIA l I SEGRET~ di Pulcinella Pal nostrn corrispondente Nella iolla frenetica, rabbio1a che gli avvenari del governo co11d11co110 contro MendèJ-France tutte le armi !'Or' b11011e.Se al centro delle forze coutrarie i è se,nJn·e il Movimento Re– pubblicano Popolm·e con Bidardt e Schuma11, in 1e110 td JUO JteJJo par– tito il Pre1ide111e del Comiglio ha dei nemici non meno accaniti, e in modo 1peciale l'ex miniJtro de/I' ili– temo Marti11a11d-Déplat. P. pe,·ciò na– ttt1'ale che tutti costoro Ji trovaJJet'O d'accordo per cercd1· di 1frutta1·e lo ,, uandalo,, dellt1 "/ 11gtl 1 dei Jegreti 1J1ilitari del Comitato di Difesa N11- zionale, che ha p,-ovocato l'arreJto di -,,.e alti funzionari del Ministero e dr uno p1eudo-giornaliJta che, come tutte Je Jpie, e,-a certamente al Jer– vizio di parecchi padroni. Come ave/e appre10 dai quotidiani, i ,·e1oconti 1te11ografici del Comitato d_i _Di/eJa N_azio11ale, orga,~o ,, 1eg1·e– tusr➔no" presieduto dal P1·e11dentedel– la Rep11bblica e formato da alc11ni MiniJtri e Generali, /Jer tramite di due impiegati addetJi al ugretariato del Comitato stesso, andav1mo a f~nire, di– cono, al Pa,-tito Comunista, d11 cui rimbalzavano, t111mentati dei resoconti della diJCussione relativa avvenuta in seno al ,, 1egretissimo" Comitato Cen– trale del Pa.-tito, nelle ta1che di 1111 ispettore di polizia che, anziché" ai suoi iegittimi superiori, ii comunica– va ai nemici del governo e, cerltl– mente, tli ,re,-vizi americani. Tu tal modo era J,oSJibile far c.-e– dere, soprn1111tto agli Ame,-icani, che c'erano dei Ministri o dei Generali che facevan la 1pia per conto dei co– munisti, ed è per questo · che FoJte; D11lle1, il meJe sco,-so, evitò Parigi nel 1uo viaggio in E11r0pa per timo– re che i siioi seg1·eti fini;se,-o /Jer essere trasmessi tl Mosca. P. vuo che è risultato che la ,, fuga" dei segreti 11iilitari era cominciata .rol– lo Lani..el. (J'f"ando il governo erti for– mato completamellte di uomini li,:i allt1. politict1 amel'icana; ma s'era cer– cato di 11a1conderlo, per poter da.-e 111/la la colJ,a a Me11dèJ-France e al suo Ministro dell'Interno, Mittuand, contl'o cui c'_e,·a 1111 vecchio astio, per– ché in un momento difficile m·eNJ clamorosamente sbattuto la porta die– tro di 1é abbandonando Laniel. Non è il caso di drammatizzare a proposito dei "segreti militari". Tut– ti 1a11no che niente -v'è al mondo di meno segreto. Tutti i govet"ni, tutte le polizie, t11tti gli Jlati maggiori 10110 al corrente di quello che_ fanno non solo i pr~111ppo1ti nemici, ma anche i piri cari e fedeli alleati. Tanto che sarebbe molto JJirìJerio che 1i trru,,ret– tessero direttamente i loro 11 segretP', evitando di dover 1·icorrere ad elementi /o1chi ed infidi e di doverli paga.-e lautamente. Que1ti .1e,-vizi di spionaggio sono sempre esistiti. Ma in Francia essi hanno pre10 maggiore svil11ppo da quando gli Americani, in preda al- . l'osseJsione del comtmismo, non han• no più badato a 1pe1e per e11ere te– nuti al corrente. .Così eJSi pagano somme favolose pet' ricevet'e in cam, bio o 1eg.-eti di Pulcinella o info,·ma. zioni cÒmplelflmente fa/Je, in quanto che le ,pie 11011hanno rertn .rrr11poli mornli e, pur di incassare, in,,entano quello che non f"iescouo a 1apere. Co1ì tempo fa, 10110L,miel, le 1pie com1micarono tii se,·vizi americtmi che uno degli attuali mini.rlri era un t1gen– te comunistt1, fon1endo 11bbondanti jJar– ticolari. Ora l'agente comunista in pa- 1·0/a er11 1111 tale che portm•a lo steJJo cognom.e del/' attuale miniJt,-o, Jenza es– Jerne neppu,·e lontano parente; le sp"ie lo saJ,evano bene, ma /Jisognava pure che si guadagnassero la vita .... Non è da escludeni che i funz.ionari a1"t'estftti e che sono (Il/' o1'igine della ''fuga", Moits, Turpin e LAbrusse, · ap– partenenti questi ultimi due al micro– uo'pico Partito Socialista Unitario, equi– ralente in Francia del nostro P.S.I .• ma senza seguito alcuno. ci-edesseru,. comunicanJo quei "segreti", di ~re.tZde. re un servizio alla ,, pace" e alla ,, pa- tria del 1ocia/ùmo". P. po11ibile che i 11 maggio,·i colpevoli" foJSÙo appunto· dei fanatici con!'inti di compiere una opera generosa. Ma ess.i,venivano abil– mente e JConciame11tesfruttati da que– sta specie di malavita, di camo,·ra, di cui cer-te forze /Jo!itiche non eJitavano ti .rervirsi. Sotto la co/JerJa dell'anticomunismo, degli uomini politici hanno montato 11111a una rete di macchinazioni desti– nate a esautorare 1111 governo da cui erano rima1ti fuori. 13 q11eJto l'tlspetto pirl gr,11,edell'affare. Pirl gr'1ve e pùì meschino. Pur di tronca,-e l'e1perienza-Mendès• F,-m,ce, c'he non è /Jel' niente rivol11- zio11aria, ma minaccia alcune feudali– tà economiche formatesi in questi ulti– mi anni,· ce,·te forze politiche, che Ji dicono profondamente patriottiche (ma non Ji dicevano esfareuione di u1pe,-– patriotti1""moanche quegli analoghi mo– vimenti che prima della guerra svento– l<1vanole bandiere del 11azionali11noe che p.-eJ,a.-c/1"0110 le, di1fC1/t(Idel 1940 e ,1ccolsero Hitler come liberntore pe~ché ,11•e,•aabbatt11to l'odiata Repubblica?) certe forze politiche, dicevo, che acc11- stwo (non senzt1 ragione) i com,misti di essere al Jervizio di_ una potenza straniera, non esitano a rotolarsi nel fango dei complotti polizie1chi e a offrire i più ba11i 1ervizi ad altre for– ze Jtraniere pu,· di tornare al potere. Se l'esperienza Mendès-France con– tinuerà bisognerà certo perdonarle mol– le cose, anche certe ipocriJie (se in politica eJÌJte l'ipocri1ia). A Londra Mendès-France ha dovuto soltoJCrivere controct101·e, e magari ·dichiarandosene soddisfatto, condizioni g1·avose. Dovrà forse tollerare ancora /Jer un certo tem– po l'ostruzionismo dei 1uoi funziona– ri coloniali. Ma aggraJ,pando1i al po– tere egli renderà ,m g,·ande servizio . nlla Francia e all'E11ro/}(I,quell 1 E11ropa che non intende essere né coloftÙt ué /Jrotettorctto del/' E1t o del 'Ovest. ASSOCIAZ. PER LA LIBERTÀ RELIGIOSA IN ITALIA A seguito della con1unicazio• ne apparsa sul nuntero prece– dente del nostro giornale, si precisa che la sede del!' Asso– ciazione è stata fissata in via Bassini 39, Milano, · Hanno inviato la loro ade– sione, oltre a Gaetano Salven1i– ni, Piero Cahnnandrei, Arturo Cur~o Jemolo, Leopoldo Piccar– di, Ernesto Codignola, Corrado Tun1iati, Enzo Tagliacozzo.

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