Nuova Repubblica - anno II - n. 15-16 - agosto 1954

U. S. A. e Gran Bretagna nell'ultimo dOJ)()gucrra Chiuso il conflitto, il problema che, assai più che nel 1919, divise gli uo– mini di governo e quanti si interessa– vano ai problemi politici e sociali nei paesi dell'occidente rirnasli fedeli al sistema democratico, fu quello della s,elta fra due metodi; se mantenere in vita i controlli dt:I tempo di guerra ed an;,i intensificarli, oppure sopprimerli immedi:ttamente e: totalmente. Ma a diffcren,a ciel 1919 anche quei pae-.i, c.ome gli Stati Uniti, the dit<le– ro subito ed bplicitamcnte la prc:fe– ren;,a alla prima soluzione, eJ in cui go,·erno e ronse,,i parlamentari dichi:1- r.1rono :-.emprt di vol<:r favorire la li– bera inizi:1tiv:1 privat.l e ri,t:tbilire com– pletamente l'etonomia di mercato, si trovarono subito di fronte al gra\'e problema della smobilitazione che in pochi mesi factva rientrare in patria circa 10 milioni di giovani a cui biso– gnava assicurare il lavoro nel momento dillicile e delicato del trapasso dall"in– dustria di guerra all"industria di pace, e quando, appunto in previsione di questo trapasso, avevano guadagnato brghissimo credito, fin dagli ultimi tempi ciel conflitto, le teorie del pie– no impiego, che sarebbe stato compito cld governi di assicurare. Per<iò anche il governo degli Stati Uniti, rimettendosi del resto sulla stra– d:1 ch'esso aveva percorso negli otto anni che precedettero l'entrata in guer– ra, non poté disinteressarsi di quel pro– blema, come pure dell"aliro, stretta– mente col legato con esso, delle flut– tu:1zioni economiche. Pur seguitando :1 Jichiarare che il suo prograrnma CO· 'it:1nte è di voler integrnre, ma non sostituire gli investimenti privati, su cui sopr.11tutto fa assegnamento, il gù\c.:rno nor <l-arntrk.mu non può ~ot– trnr~i aJ una politica d'intervento, che e~so però. aiutato :rn,he dalla congiun– tura tnorevole, vuol limitare ad una opera J'inforrnaLione, di guida, di con~iglio, e non di azione o di pressio– ne diretta. In questo senso il provvedimento è la legge sull'occupazione, promulgata il 20 febbraio 1946, in cui il Con– gresso dithiarava che il Governo fede– r;de ha il programma permanente di vnlersi di ogni mezzo e con la colla– bor:izione dell'indl1stria, dell'agricoltu– ra, del lavoro, degli Stati e degli Enti lornli, per coordinare lutti i suoi pia– ni, i suoi poteri, le sue risorse allo SfOpo di creare e mantenere condi– zioni che offrano possibilità di utile oc upazione alle persone che hanno la capacit.ì e la \'Olont.ì di lavorare, e promuovere il massimo grado di oc– cupazione, di produzione e di potert di acquisto. .lì vero che nel testo di questa di– chiarazione, di evidente intonazione pianifJCatrice, il Congresso ha voluto includere nlcuni incisi, di cui l'uno limita l'impegno del Governo federa– le di v:iler~i di tL1tti i mezzi ali;, con– dizione che essi siano compatibili coi suoi biso.~ni ed obblighi e con altri ao;petti e,,enziali della politica nazio– nale; e l'altro subordina lo scopo di creare e m.mtenerc condi;,ioni di pieno impiego all"impegno di favorire e pro– muO\ere b liber.1 ini,i:1tiva b:i.:.3t:1sul– la concorrrn,.1. l\b è molto probabile L'ECO DELLA STAMP! Ufficio di rilatli da tiornali ~ riviste Direttore: Umberto Frugiucle Condirettore: Ignazio Frugiuele Via Giuseppe Compagnoni, 28 MILANO Corrispondenza: Casella Postale 3549 T degr. : Eco:11-nmpa NUOVA REPUBBLICA I PAGINE DICULTURA CONTEMPORANEA PIANIFICAZIONE ECONOMICA • lll regime democratico che questi due incisi si:rno stati ag– giunti per :1ssicurarsi il \'0to di un:i forte mi1:1oranz:1del Cùngrbso, contra– ria ad ogni intervenJo dello Siato che limit:1-.:i;:e l:1 libert.'1 dell'impres:1 pri– ,•;1t:1. Per rispondere agli scopi incli<ali nell:t dichiar:1;,ionc il Presidente s'irn– pegn:i di tr:1srntttcre :i I Con,IVbSO, a 11.l fine di ogni :inno, lma rehizione eco– nomirn, c.omprendentc LIila esposizio– ne del livello esistente della occupa– zione, della produzione e del potere di acquisto, e delle cause che durante l'anno possono aver fatto variare questi livelli; una rassegna del programma economico del Governo federale e dei provvedimenti le$.islativi che si riten• gono necessari per attuarlo. Per la preparazione cli questa e per tutte le proposte di una politica eco– nomirn atta a dare impulso alroccup:t– zione, alla produzione, t al potere di acquisto, è istituito un consiglio di tre consulenti economici del Presidente, i quali alla loro volta possono valersi dell'opera di pochi esperti. Per il collegamento fra il Presidente, i tre consulenti economici ed il Parla– mento è creata una commissione inter– parlamentare per la relazione economi– ca, che deve fare oggetto di studio le questioni relative :tlla relazione stessa e presentare al Senato e alla Camera dei Rappresentanti le sue conclusioni circa le proposte folle dal Presidente u prc:sl'ntarne di proprie. Quando si riveli la necessit:ì dell"in– tervento del Go,·erno federale per in– tegrare l'insufficiente nzione privata, t: f:t110 obbligo di consultare i rappresen– tanti dell"industria, dell"agricoltura, del lavoro, dei consumatori, degli Stati e delle Amministrazioni locali. .lì evidente che se gli Stati Uniti, dopo il febbraio 1946, fossero andati incontro ad un periodo di crisi e di forte disoccupazione, questa legge avreb– be avuto un carattere schiettamente pianificatore e gli interventi dello Sta– to nella vita cconornirn si sarebbero inevi1:ibilmcnte mocfificati. Ma in realt,ì l'abolizione cli tulli i controlli sui prezzi delle merci e ser– vizi (eccettuati soltanto il riso, lo zuc– chero ed i fi11i), deciso nel novembre 1946, forse in seguito al risultato delle elezioni che avevano dato ai repubbli– cani la maggioranza nel Congresso, av– viene in un periodo in cui tutti gli indici dell'economia nordamericana dàn– no la prova di una rapida ripresa dal- 1':wmento dei prezzi, la produzione supera del ~O per cento il livello ciel 1938; i IO milioni di smobilitati sono facilmente impieg:tti, e il nmncro degli ocrnpaJi rai:giuni:c nel giugno 1947 la punta m:1ssim:1 di 60 milioni in con– fronto dei 47,5 milioni, dati dalle sta- 1istid1e nel 1940. Anzi l'cccessi\O riabo dei prezzi de– tt.'rmina nel 1918 un inten ento in ~eni;:o deci,.tmtnte :1n1inA.11ioni,t:1, per cui il consiglio dei governatori ciel « Federai Rt..;tn·c S) 1 ~tern >> chiede ed ottiene di potc·r :turnentare le percentuali <lelle riserve obbligatorie che le banche afli– gl iate devono tenere presso le Banche federali di riserva. Nello stesso tempo, e in parte nello stesso senso, la Relazio– ne economica del Presidente, constata– to il sensibile miglioramento avvenuto dopo il 1939 in lutto l'attrezzamento produ11ivo. avverte (he, colmate le re– SIJnti defteienie degli impi:1n1i e ri- dotta l'eccessiva ccccdenn delle espor– tazioni, s:ir;Ì possibile e nen·ssario un aurnento molto nole\'ole nella produ– zione dei beni di cono;u,no. c_he pt:rmet- 1:1 di migliorare i s:dari re.1li e au– mentare il consumo indi\ iduale. « Sen– za un forte aumento, , i si dice, nel tenore di vita }.:!cner:tle, noi non po– tremmo sostenere una enmomi:1 in esp:insionc in cui le ri,orse \ engono pienamente utilizzate». Infine 13 politica finanziaria antici– clica che il presidente consiglia nella sua Relazione economica non :uriva ad invocare l'aumento dei deficit da coprirsi coi debiti, per aumentare gfi investimenti, ma raccom:mda un li– vello elevato d'impostc in un perio– do di prosperità e sgrnvi tribut:1ri nei periodi di depressione. rn una parola si può effettivamente definire la politica economirn dei de– mocratici come una politica pianifi– catrice, mirante soprattutto a combat– tere la disoccupazione e ad evitare le crisi periodiche, ma una pianificazione esercitata per mezzo di commissioni ufficiali che seguono con grande atten– zione tutti gli indici delle varie atti– vità econorniche e mettono i risulta– ti dei loro studi a disposizione degli operatori, perché ne abbiano una gui– da; e in caso di pericoli previsti, in– terventi indiretti per mezzo delle due potenti leve del la poi itica bancaria e monetaria; una pianificazione quindi che ha potuto <.Ont.ii1:1r~ifinora <.on le istitu;,ioni demo raliche, <.on l.1 li– bera iniziati\a pri\Jt1 e con l'e::cono– mia di mercato. Nell'Europa occidentale la politica pianificatrice guadagnò "terreno subilo dopo il 1944 in quegli StaJi che ave– vano sofferto maggiori danni dall1 guerra: Grnn 13retagrn1, Francia, Olan– da e Norvegia. li profondo mutamento nell'indirizzo della politic;i economica, che giù si ern inizi:110 nel periodo compreso fra le due guerre, ed in particolare durante la « grande de– pressione», riceve ora una forte spinta da varie cause; dalle promesse fotte ai combattenti che, al lorn ritorno alle vecchie occupazioni, essi avrebbero tro– vato un mondo di maggiore giustizia, dove fosse contrastata l'eccessiva ric– chezza e potenza dei gruppi mono– polistici, dove il reddito fosse più equa– mente distribuito e migliorate le con– dizioni economiche e morali della cbs– se lavorstrice; dalla preoccupazione che si potesse rinnovare, :1 breve dist:1n;,a dalla smobilitazione, un:1 crisi di una gravit:'t non minore di quella che si er:1 inizi:1ta negli ultimi mesi dd 1929. condannando all'o;,io e alla fame dir– cine di milioni cli pl'Csone; dalla ne– cessit:'t di a11rnent:1re l:i produ1ione per reintegrare lutto ciù che "i era per– duto con 1:1 guerra e per ::n,mentare le espor1a1ioni. In questa pianifica,inne degli Stati democratici dell'occidente europeo si nota un primo tratto comune con quel– la degli Stati Uniti d'America, la vo– lontà cioè cli conciliare l'azione eco– nomica dello Stato col rispetto della iniziativa privata e della economi:1 di mercato, che per quegli lati, e in modo del tutto par1icolare per la Gran Bret:ign:i, era un:i necei;:'>il.'1im– prescindibile, dovendo essi, per vi\e- re, fare assegnamento sull'importa1ione quotidiana da tlllli i p:1esi del ml)ndn di molti prodotti di primi~sima ne– ces')it:'i, e non potenJo pagarli (he <.on le esportazioni. Altro punto <Onwue er:1 quello di ,·olc:r assicurare, ~e non la pien:1. la mas,ima occupazione po,;– sibile e la su:t con1inui1:ì, te::n<lcnJo a <.re;1re le con<lizioni per un:1 rél:1tiv.1 s1:1bilitù dei costi, dt'i preui e JeJ;li investimenti, che evitasse il perilolo ricorrente della crisi. Così il Libro Bianco sulla poli– tica dell"irnpiego, pubblicato dal gover– no inglese di coalizione, presieclu10 da Churchill, nel maggio 1944, un anno prima della fine del conflitto, ha molti punti di rassomiglia'nza col ricordato Employment Act americano. li Libro Bianco infatti prevede la pubblirnzio– ne cli un bilancio annuale del reddito e delle spese, pubbliche e private, con annesse statistiche mensili ddl'occupa– zione e della disoccupazione, e di tutti gli altri indici più significativi della situazione economica del paese e dei rapporti con l'estero. Non si preten– de però che questo bilancio vincoli il governo ad agire in una determinata direzione; ma si vuole soltanto ch'esso serva da guida e eia ammonimento per frennre o stimobre gli investimenti in un senso o nell'altro. Ma accanto a questa affinit:ì vi sono fra i due documenti, e fra le situ::t– zioni a cui essi de\'ono adattarsi, diffcacn,:c: profonde. Cli Stati Uniti sOno prtoccupati della eccessi"a ecce– denza delle esport:izioni e mirano so– prattutto ad aumentare i consumi in– terni e a diffondere un più elevato te– nore di vita; per essi la preoccupazione dell"impiego insufficiente non riguarda soltanto la mano d'opera, ma le enor– mi risorse di materie prime, di forza motrice, cli impianti industriali, che temono di dover lasciare parzialmente inattivi. Per il Regno Unito invece, come per 1'01:incb e in proporzioni minori per la Francia, le importazioni di viveri e di materie primt indispen– sabili avevano sempre superato e la– sci:tto a forte distanza le esport:1zioni; rn:1 orn questa eccedenza è diventata una trageclia. perché esso ha perduto quasi tot:1lmente i suoi investimenti ed i suoi crediti all'estero, e li ha anzi sostituiti con debiti che vanno di anno in anno crescendo in miiurn pau.rosa. Perciò a differenza dagli Stati Uniti la Gran Bretagna, lungi dallo stimola– re l'aumento dei consumi, deve frenar– lo, mantenendo il razionamento per quasi tutte le voci per cui esso esisteva in tempo di guerrn. Così, mentre ol– tre Oceano l'aumento dei salari e di lutti i redditi minori, a sc:ipito delle ricchene maggiori, mirava ad :1umen- 1:1r<.-le sptse. diminuendo il ri~p:1rmio, nel Regno Unito, :11uhe per frt11:1re b rendtn7:t infl:1;,ioni~1irn. si inlOr.;1g– gi:1 l'abi1t11..line :ti ri,p;1rmio, e nel pro– cedere alb disciplina degli inve,ti– menti, dopo che -.;i fos'>e provveduto :1113 produ1ione dei btni di <.oni;:umo, cli cui pili si senti\a l:t mn.nunz:1, si tende ad assicur:ire la 1~rodu1ione di beni strumentali, necessari per la riat– trezzatura e !"ammodernamento degli impianti cli quelle industrie che pili efficacemente possano concorrere nel :1u– mentare l'esportazione. Per clirl:i in termini volg:iri: quelb degli Stati Uniti è: l:1 pi:1nifiu11ic1ne nel p,ese dell"sbbondJnza; quell.1 del 1 Regno Unito la· pianificazione nel pae– se della scarsità. E:. questa appunto la pianificazione che intraprendono i laburisti subito dopo la loro assunzione al governo. La pianificazione laburista non si differenzia notevolmente, nei principi ispiratori, da quella che aveva già preannunciato il governo Churchill nel suo citato Libro Bianco. li p_iano eco– nomico. per il L947, che è il primo del governo laburista, si apre con qut~t:1 premess:1: « L"obiettivo dt:lla pi:1nifi– <.:1zione economica è di far uso ddle risorse nazionali nel miglinre inte– resse del la nazione <.onu: un tutto .... l Jn ~is1eff1:1appropri:110 di pi:1nifÌ(J1io– ne non può seguire uno s<.htm:1 1eo– ri<.o, ma ad:tttar::.i alle ciro,~1an;,e eco– nt>rnid1e del paese, alla ::.trullur.1 ,o– ,iale eJ :1i suoi metodi di govtrno ». « Vi è una differtnza e:.stn;,iale tr.1 una pianifica1lone tot:1lit,1ria e 1111:1 pianificazione democratica. La prima subordina tutti j dt-sideri e le prefe– renze individuali alle richieste dello Stato. Jn regime democratico, l'esecu– zione di un piano economico deve con– sistere assai più nella cooperazione fra il governo, l'industria e la popolazio– ne che non nella rigida applirnzione da parte dello Stato cli controlli e Ji <.oercizioni. JI governo deve fissare i compiti economici della nazione; deve dire quali sono lt: cose più importanti, quali dovrebbero essere gli obiettivi · politici, e informare la nazione per gui– darne l'attività economica; deve usare i suoi poteri di controllo economi<.o per influenzare il corso delle cose nd– b direzione desiderata». In conformità a questa premessa una delle caratteristiche fondamentali del– la pianificazione laburista è la fiducia nella collaborazione volontaria fra go– vtrno, datori di lavoro e lavoratori. La pianificazione cle\·e adattarsi alle ne– cessità particol:i.ri di un paese che ha . una economia mista (pubblica e priva- la), e che non può isolarsi dal mercato mondi3le e non sottr:1rsi alle l<:ggi dt:1- l'economia di mercato. Di qui la ne– cessit:ì, riconosciuta dagli stessi pia– nificatori, di una pianifiG1zionc qu.1nto più flessibile si possa. Anche quando sir tafford Cripps propose ed ottenne nel luglio 1947 la creazione di un « Ufficio per la pia– nificazione economica », le sue funzioni, oltre che come osservatorio e centro di studi, erano quelle di tenere il go– verno a contatto con gli indu:,tri:tli, per conoscere le loro vedute sulla ,i– tuazione, e presentare suggerimenti per l'adozione di provvedimenti in mate– ria econornica. Si escluse dunque, in linea di prin– cipio, ogni forma di pianifica1ione costrittiva, ma si cercò di attuarla me– diante la collaborazione fra il gover– no ed i vari settori dell'economia. Per le stesse nazionalizzazioni, che ra– ramente furono imposte con la for1:i, fu sempre conces~a l'indennit:\ agli antichi proprietari, e spesso se ne cercò la collaborazione. (c(Jnlinu.a) GINO LIJZZ,l'r'rO LIBRIE Rll/lSTE Noti:iario /Jibliogra/iro M,,uilr. Sot– to gli a11spiri d,i Srrz.i:i Sp,llnrolo l11/orma:io11i , P,otni,tà lll1,ll,1111al, drlla Prnid,.n-a ,f,.J Co,uitlin d,i ,Wi- 11ir1Ji. t 111pili completa (' al{~ionrnta Ri– \ isia bibliografira i1ali::111a. Si 1)11hblica oqni ITI('S{' l' ronlit"ll{' un SlllllO b1('\'(' t' obil'lli\'o di 1u11c I,~ tÌ\fi'llt' r11h111ali (' cli tulli i J1it'1 impot1an1i <,ludi pnlitiri p11bblica•ti in Italia, nonché: un llldirr }Jibliogra/irn rnmJ1lrln di tulli i lih1 i rhe si sramrxrno ogni mese. rc<la110 iu bas(' alle « copie d"obbligo » <"Onscgna– tc per Legg(' alla Pn•siclenz:1 del Con– siglio. Oi11•zionf': C:uclb. Pos1alt· 247 - Ro– ma. 1\bbonanwnlo annuo: L. 1.500.

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