Nuova Repubblica - anno II - n. 11 - 5 giugno 1954

L. 35 Spedizione In abbonamento po■tal■ (Gruppo D) B->yP.rstrass0 B,, i 'bJr ~ r 'i.O Anno II • N. 11 (35) QUJNDICINALE POLITICO Firenze . 5 giugno 1954 CLAUDIO Cl~SA: Libc1tà 1>c1 i cattolici! (pagg. I e 2) - MAX SALVADOR!: Mc Ca11hy al tramonto? (1>ag. 2) - C1 itichc socialiste alla Ccd (I) (pag. 3) - PIETRO BIANCONI: Grisou e miliardi (pag. 7) - RASSEGNE: flalia oggi: La scissione dei monarchici; Gl'inizi df"ll'on. Ma, tino (pag. 4) - Cose di Pra11cia: La rivolta delle massC: (p_ag. 4) • Larnro. e si11docali: La Ced conta più del congloba·mento (pag. 4) - 15 g,orn1 ,ul motJdo: Un IL FRONTE SI MUOVE sutturncnte u un unno di di- E lanza dulie elezioni del 7 giugno, che uvr·cbbero dovt1- to assicurare il lun~o governo di una coalizione 1>seudode1nocratica, controllata dai ge@uiti, si ,nanifestu l'i,nportanza di quelle elezioni che, facendo CJ·ollurc il sogno di pri– mavera dei cosidetti « centristi », doveva ri111ettcre in 1novirnento l'intero fronte dcllu J>Olitica ita– liunu. ronostante i tent..ttivi fatti, sotto di\'crse fornte, per nrnntener– lo inunobile, esso i_. en.trato in– fatti, nei suoi vuri settori, in pie– no dinamismo, alla ricerca di un equilibrio nuo,•o, n1eglio udatto alla soluzione dei proble1ni effetti– vi cd urgenti del J>aese. L'ostucolo ud un mo,•in1ento più rupido e conclusivo ;. certumentc rappresentato oggi dulia C.E.D., in vista della quale, 1>robabiln1ente, tu D.C. ha accolto la formazione dell'attuale governo: governo, co– nte obbiun10 sentpre pensato, non di stuhile apertura verso mu~~iori e pilr profonde esperienze di de– ntocruzia e di rirornrn (conte po– trebbero fur pensare i suoi punti progrurnmaticf ccl il posto lascialo ui socialdemocratici), ma probabil– ntcnte solo di trunsizione, per as– sicurure il pussuggio della C.E.O., in attesa di una 1naggiora11za di ccntro-deslra pila sicura di sé e 1neno es11ostn ul ri~atto dei « nti– nori ». Oru, a prescindere dal giu– dizio lecnico e politico che della C.E.D. si J>UÒ dure, sc111bra di po– ter uffer1nare che <JUCsto osta– colo rischia di diventare anacroni– stico, perché il trattato per la Con1uni1à Eu1·011ea di Difesa fu idealo e stipulato in una fase della politica internazionale che non è cerio J>iÙ <1uella di oggi. E vien fatto di domandarsi se per caso uno slrumcnto diplomatico, che po1e,,u essere concepito con1e mez– zo per uffrcttare un dialogo della Russia con l'Occidente, non stia per diventare irn•ccc un ostacolo inutile ullo s,•ih11>1>0di una situa– zione che è gii, in ,noviinento. Ma, nonostante la funzione d.i 'blocco' che il diha11i10 sulla C.E.O. sembra esercitare verso la tenden– za ehiarUJnenle dinamica della po– liticu italiana, il fronte si ntuove eguulinente e - dicc,•an10 - in tutti i suoi settori. Anzitutto, nel settore principale, che è quello dei dcn1ocristiu11i. t prenrnturo azzardare previsioni sull'esito del prossirno Congresso: rna la crisi della G.J.A.C., le i>rese di i>Osizio– ne di Lu Pira, e - soprattutto - la nuovu Yolontit d'iniziuliva di Gronchi, che trova dietro cli sé, per la prÌlna Yolta, una frazione con– sistente del partito e l'interesse attento di molta parte dell'opinio– ne, sono fatti non occasionali: essi espriJnono una rcaltù nuova che si va forgiando nel rnonclo catto– lico, un tentativo di uscire dalle secche <lcl conscn•utorismo ilhnni– nnto e dell'inlegrulismo clericale verso un inserirncnto dei cattolici nella società italiana cosi conte es– sa è, non come cor110 estraneo che vuole im11udronirsene per propri fini. Chi, di fronte u questi fatti, fa professione di scetticisn10, affer- 1nundo che dal inondo cattolico, sostunzialrnente soggetto nd una forn1ale disciplina vaticanu, nulla vi è du uspettursi in favore della dentocrazia italiana, è ancorato - senza avvedersene u schemi assai superati. Fuori cl'ltuliu, la crisi del cattolicesimo politico è gii, molto avanti, sta già dando alcuni frutti, e la Chiesa, che hu unu secolare attitudine all'udatta1nento, non po– trà prinu, o poi che prenderne 0.1110. lit I taliu, siarno ui prodromi: niu dobbimno incoraggiarli, perché solo nell'incontro coi cattolici su un terreno sinccrarnentc sociulistn stu la chiave della soluzione del pro– blenu, politico italiano. L'iniziativa di Gronchi e la crisi, che in essa è in1plicuta, del « cen– tris1no >> deguspcriuno (ancora 1nantenuto in ,,ita, sia pure con rnolte attenzioni, dall'on. Scclbu) pone in n1ovimcnto anche il P.S.l., nonostante la proverbiale prudenzu dell'on. cnni e l'opacità di rnohi strati di questo partilo. Nenni è costretto u delineare ogni giorno i contorni della piuttuforma <l'in– contro: e sebbene •1uesta piatta– fornut sia piena di et1uivoci e di sottintesi inespressi, sebbene la C.E.O. costituisca ora un eccellen– te pretesto 1>er 1nnntcnere nel lirn– bo delle buone intenzioni i suoi slanci di apertura, non è clu cre– dere che questa 'ginnastica' possa proseguire senz .. 1. lasch,re le t1t1e tracce profonde nella base socia– lista e financo comunista. Ciò non è passato inossen•ato a Togliatti, che in una presa di 1>0sizione as– sai aspra ha accusuto Gronchi e La Pira cli ,·olcr rare il tradiziona– le giuoco d'isola1uento della clas– se operaia: problemn pc siuiu1nen– tc posto, poiché si trattu in reultit di determinure una J>Ìattafornta politica che, senza preconcette esclusioni per nessuno nm con <1uel senso di realis1no rispetto alla si– tuazione italiana che i cornunisti ci hanno insegnato, consenta alle forze proleturie, oggi solidamente orgunizzute ma in sostanza arroc– cate fuori dallo Stato, d'intervenir– vi con tutto il loro peso, a soste– gno cli un serio sviluppo dernocra– tico e socialista. In uhin10, In crisi del P. 1 .M. conrernrn, in ,nodo clamoroso, che ul generale 1110,iimento della 1>0- litica italiana nessun settore è or– mai in grado di Sfttlrarsi, neppure la destra economica e politica. Questa crisi seruhra cli,nostrarc due cose: che unu destra con,patta si deterntinu con difficoltà in Italia in contrasto con lu Dentocrazia Cristiana; e che l'usse del gover– no si sposteri,, più o meno insen– sihiln1ente, verso gli interessi con– servatori, onde agganciare e pos– sibilrncnte ullurgare le forze ora entrate in crisi. t dunque abba– stanza facil1nente prevedibile un approfondirncnto dei contrasti in seno alla D.C., fra un rafforza– to « centrisnto », orientato ,•erso interessi di destra sotto il n1anto della difesa democratica, e una più consape,•ole sinistra, che porrà con sernpre rnaggiore insistenza il pro– blen1a dell'incontro coi socialisti. Secondo le sue uhi1udini, il P.S. O.I. ha 1:ià perduro la suu fun– zione di '1>onte' per questo incon– tro, essendosi futto assorbire a sua volta dal « centrisn,o » che oggi si volge nuovmnenle a destra: spetta alle forze autonome del socinlisn10 e dellu den1ocru- ziu di riprendere, K' con ben ultra coe- renza e cupocitù di aggancio, <1uellu funzione. SOMMARIO raggio di sole, di PAOLOVrn'OREI 1.1 {pag. 5) - !lita di fabbrica: Il p,o~lcma della com– missione intc1na; Costi e a1t1c11a1u1c, di c. s. T, (pagg. 5 e 6) - Gruppi al laL·oro (i,ag. 6) • Pagi11e di rult11ra co11temporo11ea: La guc11a contro la miseria (111), di HAMOI.O W1LSON (pag. 7) - />lausi e bolle, di OGNUNO (pag. 8) - Libri e problemi: Due saggi sul Mezzogiorno (OoMF.SICO NovACCX>, l' IP.MO CAI.Y.l'PI) (pag. 8). PROSPETTIVE DI AZIONEPOLITICA Libertà per • l cattolici! Ora che questi cattolici hanno provato direttamente che Il clerlcallsmo è Il vero nemico della loro rellglone, vor– ranno unirsi a noi nella lotta per la libertà di tutti? N EL gennaio 1952 il Prof. Luigi Gedda rra nominato Prcsidcn– le cen1rak dell'Azione Catto– lica. Pochi mesi ,:opo Carlo Carrct– •10, presidente Jclla Gioventù di Az. Catt. (CIAC), scadeva dalla carica e non era riconfrrmato. Questo ac– cadeva ad un anno di distanza dalla climinaziont·, in ~c•no alla D. C.:., della corrente- dos.sl' ttiana, della quale Carretto si potC'va considerare soste– nitore, e valeva quindi come chiu– sura definitiva dell'l'spcricnza di quel cattolicesimo confusaml'ntc sociale che si era manifrstato negli anni seguiti immcdiatanwntc alla guerra. Il successore· di r:am·llo, il Oott. Mario Rossi, fu guardato, nei primi mesi, dai restanti rlrmcnti della si– nistra, con una certa diffidenza; si pensava che la sua funzione fosse quella di e addormentare > la 01'1'0· sizione alla poli1ica di Gedda; ma, mano a mano che i mesi passavano, ci si rese conto che le cose non sta– vano così; se Carretto aveva propu– gnato una politica sociale confusa e paternalistica, Rossi non mostrava di voler ricadere nello stesso crtore: rnetteva l'accento principale sulla « formazione religiosa > degli iscritti alla CIAC, e tendeva per ciò stesso a recidere poco a poco quei legami che, attraverso i Comitati Civici, le– gavano la Az. Catt. alla O. C., e i>iù in là della D. C., alle forze della destra politica. ron risulta affatto che propugnasse una « apertura a sinistra> in senso politico: la oppo– sizione al partito comunista e, più in generale, alle forlc socialiste, ri– maneva sempre decisa; si trattava piuttosto di far tornare l'Az. Catt. alle sue funzioni statutarie. :f:. difficile, per chi non abbia seguito da vicino gli sviluppi del movimento cattolico italiano, ren– dersi conto del significato di quesla posizione. Basterà dire che, dopo le grandi campagne di iscrizione del '47-'48, si faceva strada, non tanto nei milioni di iscritti della base, che non sanno distinguere bene tra Az. Catt., Comitati Civici e D. C., quan– to nei « quadri > locali e nazionali, una esigenza di abbandonare l'im– i>egno i>olitico, divenuto quasi esclu– sivo. Dopo la vittoria della D. C. nel '48, dopo che la evoluzione della situazione internazionale aveva reso sempre meno probabile che i comu- cessario una volta si diceva - questo impegno, ora si doveva tor– nare alla attivi.tà vera e propria di formazione religiosa; e questa esi– genza, e non solo i motivi politici, spiega il ri1iro cli Oossclli e di molti dei suoi nel 1951. Che questa esi– gt.·nza si sia fatta sempre più forte nel 1953. non c"è dubbio. La disfalla della coalizione governativa il 7 giu– gno la rafforzò, perché appariva chiaro che non era con i giochetti, con le «truffe» politiche che si poteva salvare qualche cosa. L'organizzazione parrocchiale dell' A.C. .:\l contrar'.o, si nota.v~ ron preoc– cupazione che non si riusciva a pc• nctrare nell'ambiente operaio, che praticamente cioè milioni di uomini non erano più raggiunti dall'azione della chiesa. Si pensò, quindi, cli accentuare « l'apostolato specializza– to > (non già di iniziarlo, come hanno scritto alcuni giornali; la spe– cializzazione, sia pure non completa– mente sviluppata, esisteva già da molti anni), di dividere cioè gli iscritti alla CIAC a seconda della loro condizione sociale (studenti, ope– rai, rurali). Questa specializzazione aveva però un indiretto, ma fonda– mentale significato politico. Finora il nucleo di base della Az. Catt. è rappresenaato dal e circolo> i>arroc– chiale: questo significa che 1>ra1ica– mentc il parroco o un suo delegato controlla tutta la allivilà dell'asso– ciazione, determinando naturalmente anche la nomina dei dirigenti. La specializzazione significa rompere il circolo parrocchiale, per evidenti ra– gioni organizzative: le uniche asso– ciazioni completamente specializzate finora esistenti (la Federazione Uni– versilaria (FUCI) e le associazioni dei professionis1i) non hanno più alcun legame con la parrocchia. Bene inteso, questo non significava affatto limitare l'azione religiosa; al contrario. Ma a questo punto ven– gono fuori considerazioni di altro genere: la parrocchia è anche la base del comitato civico, cioè cli quella organizzazione che comprende sia gli iscritti all'Az. Ca11. come altri <cittadini> (in genere grossi bor– ghesi ferocemente reazionari) e che è lo strumento politico di Gedda. Modificare la organizzazione parroc– chiale dell'Azione Cattolica significa nisti prendessero il potere, era diffi- • in pratica sottrarre gli attivisti al cile sostenere che fosse necessario comitato civico. Si diceva, da parte mantenere una posizione di presenza politica continua; se era stato ne- di alcuni dirigenti ora dimissionari, che molti giovani non si erano iscrit- ti alla CIAC per auaccare manifesti; ma Gedda non è uomo da far conto di simili considerazioni. on appena si ,accorse che il dott. Rossi cd i suoi collaboratori non si limitavano a fare i soliti discorsi sulla necessità dell'apostolato, ma cercavano di crearne gli strumenti pratici, dan– neggiando però la sua macchina elettorale, intervenne con decisione. cl gennaio scorso l'atmosfera era così pesante che Mario Rossi pre– sentò le dimissioni. Non ebbe alcuna risi>osla. In marzo i>erò D. Arluro Paoli, uno degli assistenti centrali, era si>edito nel Sud-America. Alla metà di aprile k dimissioni vcnricro accettate. Contemporaneamente si i>roibì la stami>a di un numero di « Gioventù > dedicato alla resisten– za. Gedda aveva partita vinta. Nessuna questione dottrinale A questo punto però accadde qualche cosa che non ha precedenti nella s1oria della CIAC e che Gedda cd i suoi protettori vaticani non si erano probabilmen1e aspettati: le dimissioni dei dirigenti centrali e le richics1e di spiegàzioni della base. Il curioso di tuua la faccenda è infatti che si è colpito, ma senza spiegare perché si colpisse. Una nota ufficiale pubblicata sull'Osservatore Rom.ano parlava di « pericolose ten– denze dottrinali >; in parole povere, quasi di eresia.... Via, siamo seri. Luigi Salvatorelli domandava ironi– camente se imi>rovvisamentc la CIAC fosse diventata un covo di eretici (La Stampa 28-4). :f:. inutile dire che la sua domanda è rimasta senza risposta, pcrchè non poteva averla. Per un cattolico essere accusato di « i>ericolose lendenze dourinali » è una cosa piuttosto grave. Com'è che l'Osservatore Rom,ano non ha voluto indicare questi errori, onde gli inte– ressati potessero, sia pure in ritardo, e emendarsi»? Ma, fatto ancor pila significativo, si rifiuta di dare spie– gazioni. I giorni I e 2 maggio si è tenuto ad Assisi il congresso gene– rale dell'Az. Calt.: era del tulio nor– male che i delegati a1>profi11assere> dell'occasione per sollevare il i>ro– blema; ma il povero presidenae dio– cesano di Ravenna, che si attentò a farlo, si attirò, secondo quanto riferisce la Stampa Sera (3-5), la seguente risposla ciel Cardinale Piazza: « Basta con questo argomen– to. Dica ·ai suoi giovani che accet– tino quel che il Santo Padre ha deciso. Ricorrete ai vostri vescovi, vi

RkJQdWJsaXNoZXIy