Nuova Repubblica - anno II - n. 8 - 20 aprile 1954
NUOVA REPUBBLICA 3 • TEMA PROIBITO Referendum sulla scuola Uncattolico per l'educazione TENZONE A SINGOLAR demografica U" n:::·:· ,;::.:;::.~ .. ::: bravura dell'in1provvisazione sono atteggiamenti diseducanti e che la scuola de,'e dure agli alunni l'abi– tudine ad approfondire e a col– luborure nella ricerca del •a• Siamo lieti di pubblicartt il parere di un rattolico sul problema del ro,ilrollo dt!llt: 11ascite: ,wri /1erché l11tle lr sue a/ferma– :.ioni ri trovino co,mm::ie111i, ma perchi il mo st:ritlo di,,iostra come il problema stia uriame,lle propone11dosi anrhe 11cgli om– bie11ti caltolici più illuminati. Ci auguriamo che <Juesto confributo sia occasione ad 11n'appro/ondita di.seu.ssione s111l'argon11mto. A proposito dell'attività che sta svolgendo l' Auociflzione italiana per l'Ed11cazio11e demografica se ne continua a dire di così grosse che molti, anrhe fra i cattolici, si chie– dono se certi difensori del buon co– stume sono o meno sinceri e al cor– rente del come realmente stanno le cose. Converrà subito rilevare che per quanto riguarda il programma del– I' A.I.E.D., forse il rapporto di causa– lità fra sovrapopolazione, disoccupazio– ne e miseria è stato troppo accentuato inducendo alcuni a scorgere in que– sto un riflesso di mentalità conser– vatrice. Ma prima di andare oltre su que– sto argomento, sin concessa una paro– lina anche per la morale giacché pure di questa si è parlato tanto, e d"al– t ronde come si poteva non parlarne in un campo come questo che riguarda nientemento che la trasmissione della vita dell'uomo? Purtroppo bisogna fare una distinzio– ne tra coloro che ancora conservano una concezione teocentrica della vita e del mondo e che credono quindi ferma– mente in uno stretto rapporto di di– pendenza fra il Creatore e la creatura umana, e coloro éhe non vi credono o hanno della vita e dell'universo un'al– tra concezione. Per i primi, per i quali la moralità è la forma sensibile di un'idea soprasensibile, l"abbandono alla Divina Provvidenza sarà facile e naturale, quantunque non sembri che ·« Provvidenza debba significare abban– dono al cieco istinto della sessualità », ma « piuttosto seguire questo istinto fiancheggiandone il moto con quel– l'altra prerogativa che nell·uomo non è men degna d'agire, cd è la ragione». Ma per i secondi, che forse sono i più, quale valore possono avere gli argomenti teologico-morali? Per quc– ~ti \'algono altre considerazioni. La prolificità della nostra razza non è in .aumento, anzi e' è . una. spicca~a tendenza al regresso, che rientra m quel generale e sistematico fenomeno denatalistico dell"Europa moderna. « La causa primissima, profonda, dif– fusa di questo fenomeno non è un fatto statistit·o di denuzialità, o uu fatto biologico di decadimento orga– nico della razza bianca e neppure un diffuso fatto fisiologico di funziona– lità ostacolata da mo·rbi o da irre– golarità, né tanto meno pare si tratti di un fatto sociale di intensificata ci– viltà». Ebbene, se in tutte le nazioni europee di più antica grandezza e di maggior forza economica. le nascite segnano re– gresso generale e sistematico, e se di codesto fenomeno quelle che potrebbe– ro ipotizzarsi cause esteriori ed in cer– to senso automatiche non danno con– veniente ragione, non resta altro che affermare, insieme con noti studiosi 1 del problema, dei quali veniamo qui riportando l'autorevole parere, l'esi– stenza di cause interiori e volontarie. Quali queste cause? « Ovviamente la procreazione ~ un fatto naturale: I Federico Marconcini, Libero Lenti, A. Dumont, V. Pagnicz, « Scritti vari.&. e o ma è un fatto che postula come pre– messa definitivamente necessaria un favorevole atto di volontà. Se procrea– zione non e' è, a parte singoli casi inecrepibili, è da affermare l'inesi– stenza di quella premessa definitiva– mente necessaria : in altri termini, ciò che accade denunzia allora una volon– tà pigra, negativa, rinunciataria, più precisamente ribelle e cioè non eli– dente l'atto sessuale ma contrastante positivamente il tradursi dell'atto ses– suale in atto procreativo secondo il normale svolgersi della legge della vita». Di siffatta irregolarità, ché tale non c'è dubbio che sia, quali le deter– minanti? Diremmo: ") un impoverimento ,-elativo ge– nerale; b) l'urbanesimo; c) il lavoro femminile e il fem– minismo. Sul primo punto, anche per gli ac– cenni prima fatti al programma del– l'A.l.E.D., sarà bene soffermarsi un po· e intenderci. Abbiamo detto « impoverimento re– lativo generale». Infatti il benessere è il risultato di un rapporto i cui termini si chiamano mezzi d'esisten~ e bisogni d'esistenza. Un popolo, pre– cisa un autorevole studioso, F. Marcon• cini, che soprattutto qui teniamo pre• sente, per i risultati della sua indagi– ne (v. « Culle vuote» - Ed. Alba), non è ricco soltanto e perché ha molti mezzi; è ricco se i mezzi di cui di• spone bastano effettivamente ai suoi bisogni: è povero, se i mezzi di cui dispone non bastano effettivamente ai suoi bisogni. Può darsi quindi che per di/ello di a11,-ezzat11uecouomiche, i mezzi abbo11d,mti11011 giungano agli "bbo11da11tibisogni i11 adeguata mi- 111ra. Per i ~uoi rifl~si teorici e pra– tici generali, come per i suoi riflessi sul particolare tema che qui si con– sidera, l'ipotesi suddetta è di grande importanza perché in primo luogo, adombrando il fine ultimo dell'econo– mia umana, che è di soddisfare i bi– sogni degli uomini, prospetta l'impos– sibilità di dichiarare appagato codesto fine se i beni economici dagli uomini prodotti non siano anche e necessa– riamente fra gli uo~ini bene <jistri– buiti e perché, in secondo luogo, im– plica il quesito se la situazione eco– nomica contemporanea doni ad essa ipotesi una qualche speciale e visto– sa ragione di attualità. Le condizioni economiche del pe– ri0<lo in cui si iniziava e si svilup• pava, fra i più ragguardevoli popoli europe' il sistematico moto denata– listico contemporaneo, erano assai mi· gliori di quelle del periodo in cui regolarmente procedeva l'accrescimen– to demografico. Senonché a questo miglioramento corrispose e corrispon– de un abnorme accrescimento dei con· sumi dovuti ai cosidetti « bisogni di civiltà » e alle cosidette « esigenze sociali». L'impoverimento, relativo generale dunque appare come una causa imme– diata e occa§ionale di denatalità. Es– sa è un fenomeno economico che però ,i radica e si alimenta essenzialmente su di un precostituito concetto edo– nistico della vita. Dove queJJo con– ce/lo Ji fa anima di u11popolo e di 11n tempo, ivi la natalità viene giu• dica/a ·,oprallu//o in vi1Ja delle li– mit"zio11i allo 111iluppodei biJogni e dei cm11umi ch'eua. può ttttionare. Si tratta dunque d'una « mentalità de- nalistico che stugna nei prov• natalistica nel fondo, che trova in un veditorati agli Studi, può essere ambiente denatalistico nel fatto la sua offert~ dal concorso bandito dul concreta espressione. Essa è che spie– ga l'apparente paradosso che più si na– sceva quando si era men ricchi. C'era allora meno squilibrio, perché c'era soprattutto un'altra mentalità». Date queste premesse e accettati que– sti antefatti non ci si meravigli· se quella mentalità si attua in espressioni concrete nelle pratiche anticoncezionali, nel!' aborto provocato criminoso o... te– rapeutico e nella sterilizzazione. Potrebbe taluno osservare che non da oggi è nato fra gli uomini l'uso di codesto formulario antiprocreativo e che in ogni tempo la frode alle leggi di natura ha avuto seguaci e propu– gnatori. 1' vero. Ma c'è una discreta ·differenza fra una volta e oggi. Quel– lo che una volta era eccezione o ma– novra non confessabile, oggi è dive– nuto diffusissimo, conclamatissimo, tranquillissimo abito. Tutto si lega. Non per niente questa nostra è stata chiamata civiltà afrodisiaca! Ora se questo è vero, quale significato può avere lo sforzo di solerti moralisti tendente a mummificare quell'articolo 5H del C.P.? Non sarebbe invece meglio cominciare a parlare aperta– mente di certe questioni senza tanti dogmatismi o ipocrisie o teologismi e permettere che dallo scontro fra pro– pugnatori e oppositori delle tesi riguar– danti la regolazione delle nascite ne risulti almeno qualche cosa capace di illuminare tutti coloro che per poter evitare una gravidanza ti corrono ai più avvilenti sistemi e, quando que– sti falliscono, non esitano un attimo a far procurare l'aborto? La nostra raffinatezza di supercivilizzati ci ha propinato germi di passionalità così potente che, congiunti ad una abnorme valutazione dei bisogni sociali, ha crea– to le premesse necessarie e suffi– cienti per una mentalità tale da contra– stare non già l'atto sessuale, quanto la sua idoneità a trasmutarsi in atto procreativo. Non per niente la Chiesa, per la voce del Sommo Pontefice, premesso che il matrimonio è anche « reD)edium concupiscentiae », ha preso posizione, fra i tanti mezzi anticoncettivi e qua– lora sussistano seri motivi d'ordine medico, eugenico, economico e socia– le, per quello che, rispettando la na– tura intrinseca dell'atto, può evitare 11a1uralmenle, e senza quindi ledere la morale e l'igiene, l'insorgenza di una gravidanza, se l'atto sessuale viene a inserirsi entro ben determinati limiti di tempo. Per un paese così formali– sta come il nostro, formalista in fatto religioso, questo è un note– vole passo di cui I' A.I.E.O. dovrebbe tenere maggiormente conto sia per dif– fonderne la conoscenza teorica e pra– tica, - con la determinazione di pe– riodi genesiaci e agenesiaci per la quale sono stati approntati anche uti– lissimi calcolatori (per esempio l'Eu– genesiametro M.F.) - e sia per pun– tare, come buon inizio, sul metodo del– la continenza periodica, secondo la or– mai ben nota teoria di Ogino-Knaus, per affrontare decisamente l'impegnati– vo compito di una vera e propria edu– cazione demografica tendente a sottrar– re l'atto sessuale agli errori di una falsa interpretazione della Provviden– za o a quelli di inesperienze deleterie e nocive per l'individuo e la società. UBLO lllOffl Provveditore agli. Studi reggente di Milano fra gli alunni delle uJ. time classi delle scuole medie su– periori di quella città. Il 26 aprile alle ore 9 - dice il bando - una apposita commissione di profes– sori « intratterrà i giovani desi– gnati dai capi d'istituto su un ar– gomento della •toria del nostro Risorgimento liberamente scelto dal candidato Ira le tesi indica• te ». I presidi dovranno scegliere « un giovane che rappresenti nel concorso il proprio Istituto ». Ai due giovani che in tal ~ara (con– sistente oltretutto in una sola pro– va orale) avranno dimostrato « più sicura e diligente preparazione » saranno assegnati i premi rispet• tivamente di lire 10.000 e di lire· 5.000. L'iscrizione al concorso non è volontaria né aperta a tutti gli alunni. Questi devono aspettare di essere « designati » dall'alto per andare a rappresentare non se stessi ma l'istituto cui apparten– gono. I designati, ben allenati al– la tenzone oratoria, s'impegneran• no naturalmente a far ! are bella fi– gura al loro preside, che li ha pre– scelti. Si aggiunga che in quel giorno - che è un giorno di scuola - questi campioni dellu atletica cerebrale lasceranno vuo• to il loro banco, come dei pri• vilegiati. Non si è ancora capito che l'agonismo intellettuale e la BRAVI I I n un e rinomato > liceo della ca• pitale lombarda, non è ammessa la libera scelta dei volumi che for– mano la biblioteca interna: questa è poi divisa in due reparti (ginnasio e liceo) secondo criteri di rigida morale cattolica. Mancano totalmen– te le opere di Croce, Gramsci, Marx ccc. ccc. Peggio: da qualche anno ci si è adoperati ad una infatica– bile attività epurativa. Nel 1950 scompare senza alcuna giustificazione Il mio Carso di Sla– taper. Si invita chi l'ha letto a ta• cerne la sparizione. Nel 1951 scom– pare anche la scheda del libro. Alle ripetute richieste di spiegazione si risponde che l'autore esprime in quel libro e idee confuse >. Nel 1952 scompare Il mulino del Po di Bacchelli, giudicato « immo– rale e pervertitore >- Si afferma che è in prestito ad alcuni del ginnasio, mentre, ad una rapida indagine, ciò risulta falso. Nel 1953 dal volume Profilo di un umane1imo cri1tiano del Russell risultano strappate le pagine della prefazione, dovuta al filosofo ateo e scettico Rensi; inoltre lo stesso volume viene costellato di cancel– lature e annotazioni varie che impe– discono una lettura completa e se• rena. Il bibliotecario è prodigo di con– sigli paterni. Ad esempio: « Il Don Chisciotte non te lo dò perché è un libro pessimista >- In un altro e rinomato > liceo il pere. Fra le tesi offerte ai giovani per questo baldanzoso esercizio sportivo la prima è concepita co– sì: « Il popolo italiano prende graduale conoscenza dei suoi di· ritti e doveri e da oggetto si pro• pone di diventare .soggetto e prota• gonista della propria storia (sec. XIX) ». Qui non si aa bene se l'asineria superi l'incoscienza, dal n1omento che si tratta di un con– corso per i giovani delle nostre scuole. Quali sterili acrobazie o quali gonfie impennate retoriche dovranno compiere questi giovani I intorno all'espressione « oggetto della storia? » A chi, se non ai soliti retori, possono essere venuti in mente spropositi di questo ge• nere? Il Provveditore reggente di Mi• lano avverte che l'ini,iativa <!el concorso si deve olla « Lega Na• zionale Italiana » e olla « Società Dante Alighieri », « sempre penso• se e sollecite nell'animare nei gio• vani il culto delle nostre nobili tradizioni patrie ». Con quali diritti _questi signori, che •i riempiono In bocca di ven• to e sono sen1pre pronti a mandare i giovani allo sbaraglio montando loro lu testa, interferiscono nelle scuole italiane? A nome degli in– segnanti che ce lo chiedono, rivol– giamo In domanda al Ministero della Pubblica htruzione. N.a. TARTUFI professore di religione si adopera con ogni mezzo perché gli allievi di tendenze eterodosse vengano ripor– tati sulla retta via. tl andato perso•· nalmente a casa di un allievo, onde assicurare piena riuscita alla sua azione, giungendo a farlo piangere di fronte a lui •e alla madre per le pretese colpe. Il ragazzo si è con• vertito, ma il complesso della colpa gli ha prodotto delle scosse psichiche tutt'altro che trascurabili, proprio nel difficile periodo dello ,viluppo. Fortunatamente in questo liceo il preside ha sinora incoraggiato e appoggiato concre~amente ogni ini– ziativa di studenti (giornale, asso– ciazione). Viceversa il preside di un terzo liceo se l'è presa con un giornale studentesco e ne ha tassativamente vietata la. vendita accusandolo di « comunismo >- (Si tratta di una ri– vista di tendenza liberale). La stessa persona esige che i maschi non acce– dano ai corridoi delle ragazze, evi– dentemente perché ciò è immorale. Un altro giornale interno, di un liceo scientifico, è soggetto a censura preventiva. Gli studenti di un liceo classico, le cui aule sono in comune con un liceo scientifico cd una scuola serale, si propongono di fondare una asso• ciazionc, ma urtano contro l'ostilità e la miopia del loro preside. Cosi van le cose nei licci di Mi– lano. E bravi i nostri tartufi.
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