Nuova Repubblica - anno II - n. 8 - 20 aprile 1954

L 35 - Spedisione In ahbonem1nto po■tal• (-Gruppo Il) 1 pag. 6: Anno II • N. 8 (32) QUINDICINALE POLITICO , C. C.: La sinistra democratica in Francia - l pa1titi tradizionali (pag:g. 1 e 2). - CARLO MJOTTI: Un cauolico per l'tducazionc dcmugrafica (pag. 3) - R~/uendum s1dla sewol" ;. A 1ingolar tcn.tonc; Bra\i. i t~utufi (pag. 3) • DANILO DOLCI; La mafia di mare lf:fa·s~i ~!;..~~~ :: 1 L!' 0 J:,~~ " ~m~~i~!fa~~~(~~t.' i~} "-u~;; 'l:a 8 ~c~: • i!:i 01 ~:~:: 1 di Oicn Bicn Fu (pag. 4) • li muro, di Pie (pag. 4) • 15 1iornl nel mondo: Le opposizioni Il senso ~ e 11 a ~ras~ettiv~ J n una situazione incCl'tu, sen– za contorni definiti, con nes– suna possibilità di uzione poli– tica diretta, innncdiutu, essenziaJ– n1ente parla,nenture; con l'abito alla reciproca dilTidcnzu e disisti– n1u, che si è irnptulronito in que ti anni •di tulli o tJunsi gli esponenti della de1nocruziu italiuna: è facile perdere la bussolu, l'orienturncnto: srnurrire, in ahrc purolc, il senso della prospeHivo. E poiché 11011 c'è azione politico, di breve o ]unga scadenzu, che non abbia prospettiva, cosi si sente ora ri- etere da più porli che bisogna aJ-e p,u }}Ohttc"', che bi&ognu chia– rire le posizioni, che si deve usci– re dall'equh•oco, che bisogna unifi– carsi con questo o con quello, che bisogna proporre delle nhernati– ve: questo stato di di•ni;;io e cli insoddisfazione, che è caratteri– stico di tutti coloro che n1ilitano, upprossiiuativurnente, dulia sini– stra liberale al P •. 1., clen!ro o fuori dei partiti, &;iustHicuto o no che sia, è tuttavia giù di per se stesso un fallo politico da consi– derare, anzi è esso stesso, sebbene se1nhri un purndosso, l'inclice di una prospettivu, ccrttuncnte anco– ra oscura e nebuloso nella coscien– za dei più, n1n esistente, e consi- 81ente. Vorrei dunque rispondere con1en1poraneamente u sollecita– zioni tanto dh•erse, siuno ·quelle di Aldo Garosci nel suo recente ar– ticolo sul Mondo, o quelle cli tan• ti on1ici e cornpugni più modesti n1u non 1neno upJ>nssionuti, coi <tnuli 1ni capilu di pm·lare e di scrivere; siano anche •1uelle (pur pole1nicun1ente neri e tuloru odio– se) cli « Risorgimento ocialista ». Per co1nprendere In prospctth•a, n1i pare che sia necessario uccer• ture il terreno di partenza. Che è, in parole seruplici e povere, que• sto: a) sfiducia generule, fondata, s1,erilnentata, verso la classe po– liticu unuule; b) purziule falli• mento dei partili che uvrebbcro dovuto i.nd.icure, in studi e forn1e diversi, le vie del progresso so, ciale in Italio (liberali, repubbli– cani, socialden1ocratici, socialisti); e) pnrlicolare crisi dello schiera• n1ento eocialista, nlln ricerco dal '46 in poi (mu, in reohò, dal pri• rno dopoguerra in poi) di utw &un 1iustifìcozione teorico, e quin– di politica e prutico, rispello allo e,•oluzione o in,·oluzionc conn1ni- 11a, e rispello allo democrazia bor– ghese; d) ollontonamcnlo dallo politica auiva delle forze miglio– ri (d ella ma ggior 1>nr1e cli esse) che aveva.no ispirato e condotto quel n1ovilue nto di rinnovamento clol profondo, che fu, o intencle,•a certa1nente di essere, il n1ovin1ento di resistenza. Prinu1 di arrivare a questo, n1olti di noi hnnno co1n– ba1tuto con1e potevano un'azione politica di tipo direuo, immedia• 10, per le trosformaP.ione clelb 50cietù, per un nuovo coshnne pubblico, per una dh·erso strnti– ficuzione ccl efficienza delle forze politiche rinnovatrici (si proven– ga dal Partilo cl'Azione o clol P .. l.U.P., da posizioni di sini– stra liberale o dal P.C.l.): e dopo purccchi unni, ci ritroviun10 tutti piì1 o n1cno ul nu,rgine dellu po– Jiticu uttivu, parhunenturc. Abbin- 1110 subito unche noi l'illusione che si trattasse di crisi di trucsto o quel pur1i10, di responsabilitò cli que• sto o <1uel gruppo dirigente: ub– hiumo dunque cercato di ritrovure In possibilità ~'azione politica in cu e diverse o, più esattumente, ci siu1no veduti crollare e ricostruì .. re intorno senapre nuove euse e cusctlc, scn11>re eguuhncnte ineffi .. denti nl fine cenlrule. Ed i· ciel tutto naturale ed un1u110 che nitri, o per 111inore esperienzu o per spi– rito più giovanile ed av,•enturoso, ci vudu uncora parlando di cuse più o 111eno buone dove enlrure o rientrure, o udd.iritturu di unu nuovissimu casetta sociulistu, <1ucl– ln buona, dove ullogurci unche noi. ~fu essi. ci scusino: non sin- 1110piì1 ullu fresca etù delle pri1ne esperienze. E se, dopo unu ,noria co~ì tor1nentosa, qual i• con1une n lutti gli uo1nini della sinistra de• n1ocrutica italiana, non siumo di.. ~ntuti ~celtici e cinid, dò lo dohbiumo proprio ulta capacità, che n nostre spese ci siun10 fatta, di perseguire, ol di lù di <1uesti rnggrnppa1uenti, piccoli e grandi, 11roJ)inutori del vero e sano so- di TRISTANO C DWNOLA ciulisn10, della vera e sunu dcmo– cruziu, ul cli lò delle prospellive purziuli, rueschine ed illusorie, una pros11cttivu certo più lontana, n1u tuie du 1neriture Ju noslru futica. Unn cosa ci se1nhru evidente: nessuno e niente potrà in1pedire, prirnu o poi, al conn1nis1no di porsi co1ne 1no,•in1ento di « libera– zione» se le forze di rinnovu1ne11- to sociale che non upprovuno lu soluzione co1nunistu 11011 sono cu– J>aci di ricrcure una forza J>oliticu unitn,·iu, effìcienle, profondun1cnte democraticu nelle sue strutture in– terne, ussoluttunente chiuru nelle sue idee. on lo ferrnerunno i purliti della de1nocruziu luicu; non lo fermerò il P.S.I. Potrò fermar• lo, 111uoffrendogli ancor rnuggiore giustificuzione, un umssiccio schie– rtunento di destra. Un'ultra cosa ci sembru e,•idcn– tc: nessuna delle ultunli for1nu– zioni di sinistra 11011 co1nunistu è in i;;rudo tla sola di porsi il pro– hle,nu centrale, a cui non è dato sfuggire: trnsfornrnre nelle sue strutture essenziali lu società itu– liunn, valendosi cli un metodo de– dcn1ot•ratico anziché di un n1etodo totn1i1ario. Non c'è nessun tiJ>O di unifacazionc, nc:,suno tutlicu parla• mentore, nessuna rinuncia ad una sii;;lu per un'ahra, che vulc:11o col– mure questo dra1nn1atico vuoto ehe il con1unisn10, per ]a potenza stes– sa delle sue realizzazioni, hu creo– lo nellu vecchia « sinistra » italio• un (e non soltanto itnliunn). A questo punto, è lecito domun– dursi: l) si può sperare di riso I• ,·ere il problema cli fondo sempli– cen1cnte nppoggia,1do, più o rneno, contingenti formuzioui governati• ve?; 2) si può presurnerc di uffron .. Utrlo raccogliendo insien1e alcune piccole 1ninoranze, per costruire un nuovo parlito rhe ~i nggiungn SOMMARIO agli 11hri 1; 3) si può ,,ensnre, ulla lunga, di riprendere il ca1nn1ino in avanti, col metodo delle distin• zioni o delle sottodi:,tinzioni, o si de,·e operure per uua soluzione largo, che consenta a fedeli cli di– versf" fedi di lavorare insien1e sul terreno dt;ll'uzione politica in unu forn1uzione ubbastunza un1pin e con1plessu J>Cr potere uffronturc anche il dialogo col .J>artito con1u– nistu '! Gnrosci ritiene che di fronte al governo celbn-Sarogat (ch'egli ap– prezza purticolurme.nte, penso, per il suo impegno nei confronti del– la C.E.O.) si possa anche dire cli no; mo si debbo dire nello slesso tempo c1uule ohrn soluzione (cli go,•erno) si proponga. Come Pur– ri hu osser,•uto, è questa unu esi– genza di probi1ù 111or::tle e politi– ca incliscutibile. Ma solo nel caso che si operi con forze politiche capaci up1>t1nto d.i offrire questa ahernath•u ! Gurosci sa benisshno che non le ubbiun10; cl1e quindi un'ulternntiva imn1ediata non pos .. Siu1no in alcun caso pro1>orla: 11011 possiumo pro1>orla di fronte n Scelhu, con1e non 11otevu1no pro– porla di fronte u Pellu. Forse per questo Cnrosci risparn1iuvu le sue critiche al «.. nuzionalisu10 » di Pel– Ju? e non possinmo ~~pri,nerc le nostre critiche nll'otruele esperi– mento di &overno che, a nostro giudizio, si propone delle cose che su cli non poter attuare, perché non si uttuu un programn1n di si .. nistrn con unn politica di frnlluru verso le sinistre, e quindi col In· cito assenso delle destre'? e si parla in terrnini di alternativa poli– tica in11nedintn (ed è in questi ter– mini che Gnrosci parla), egli ho perfettamente ragione: ma noi non siamo in grtulo di parlare in que&ti termini, e la nostra funzione non può che essere quella di criticare il «sistcrnu», le strutture del siste1nu, per concorrere n for111arne altre. ei lintiti in cui anche il « Mon– do » ahbundonn questo terreno (che era il suo) e fa, più o meno larrnlamenle, lu p0Ji1jca ciel por• tito liberale, l'interesse ch'esso su– scito,•u o uncorn suscita in vislu di qucsle nuo, 1 e strutture si spegne. Si dice du nitri: per diventare cupaci di proporre un'uJternntivu politiu inunediulu, bisogna affret– tarsi u costruire un partito sociuli– sta, un purtito cioè capace di pro– porre un'autonoma e conseguente politica socl11lista. Ma appare 8U· bito paradossale il fallo che chi crede di risolvere il problema in questo 111odo sia anzitutto costret– to u climinurc dal giuoco tutte le altre forze clic surebbero utili: non il P.S.l., perché lei;;ato ui comu– nisti; non il P•. O.I. perché legato ai preti; non liberali e repubbli– cani, perché di « destra »; non Unità Popolare, perché equivoca. Questo i, precisamente il modo di rogionure di « Hisorghnento socio– listu »; posizione, cj sembru, di un tradizionale n1nssin1alisn10 cnsnlin– go, unche se si mette sul cavai d'Orlando. L'U . .I. non ha in reol– lÒ nullo cli nuovo da offrire olla gronde cri.si che travaglio la sini– stro italiono: essa dovrebbe mode• stan1ente cons.ide.rnrsi soltanto un ele111ento, un piccolo elemento, di <1uesta crisi, ehe non avrà certo per suo conto la capacità di risol– \'ere. Richiudersi in una delle « chiese » socinliste uffernutndone l'assoluta ,•uliditi, è precisamente il contrario cli quello che va fnuo, in un 1nomento in cui è In etes• (BeQHt O ])O{/. !) a~la CED, di PAOLO VrTTOR!.LLI(pag. 5) • Vita di fabbrica: li problema degli 'itraordinari, d! c. s. t. (pag. 5). •. Gruppi al ~a;,oro (pag. 6) • Pa1int di cultura conttmporanca: Verso uoa filosofia del M>Ctal1smo (V), d1 R. H. S. CROSSMA."i' (J>31J. 7) - Plausi t botte di Oosu?o."O (pag. 8) • Libri t problemi: Si fa presto a dire fame, di Piero Calcffi (Fcaa~ocao P1JtR1) (pag. 8). GOVERNARE SIGNIFICA S EGLIERE LA SINISTRA DEMOCR • IIl Francia I. I 1iartiti tn1dizionali N ON si può dare un quadro della sinistra francese sen– za indicare quelli che sono i principali problemi politici del momento, quelli cioè sui quali più accese sono le discussioni, e sui quali si formano le divisioni, all'interno cd all'esterno dei par– titi. Oggi, il problema N. 1 della Francia è rappresentato da quel– la famosa « scelta > che Mendès– France aveva, nel suo discorso di investitura, proposto alla (;a. mera dei deputati : scelta tra la politica attuale che vuol far fron– te, senza averne i mezzi, ad una infinità di problemi, e sacrifica continuamente il benessere inter– no alle spese militari, ed una po– litica di raccoglimento, che per– metta una rinascita economica, lo svincolamento, in politica este– ra, da una sostanziale sudditan– za nei confronti degli Stati Uniti, senza per questo voler rompere i vincoli con « l'occidente >, ed un risoluto sforzo per affrontare sul serio i problemi sociali. Pos– siamo considerare come forze di sinistra tutte quelle che accetta– no questa impostazione del pro• blema, qualunque siano le solu– zioni che poi esse propongano : e, in particolare, un consistente gruppo di radicali, il partito so– cialista (SFIO), la sinistra della confederazione cristiana dei la– voratori (i gruppi Reconstruc– tion), il Centre dlAction des Gau– ches indépendantes, e il movi– mento della Je1me Republiqur, che vi aderisce. All'interno di queste forze po– litiche va però fatta una impor– tante differenziazione: i partiti tradizionali di sinistra (radicali e socialisti) cercano di creare le condizioni di questa politica con una combinazione parlamentare, gli altri gruppi, invece, pur non essendo, evidentemente, ostili a questa soluzione, nutrono seri dubbi sulla sua possibilità e, in ogni modo, non la ritengono suf– ficiente; perché, essi sostengono, soltanto con la creazione di una forza politica nuova è possibile dare una solida base nel paese all'auspicato nuovo governo e rendere effettivamente realizza– bili i suoi progetti di riforma. Ci occuperemo, in que,10 articolo, d_elprimo tipo di for,c politiche, rise1vando ad un successivo l'e. samc del secondo. * Parliamo, prima di tutto, di quello che succede nella SFIO. 1 ell'immediato dopoguerra il partito socialista a,·cva visto un notevole aumento degli elettori e degli iscritti; accanto alla tra– dizionale base socialista, erano af– fluiti molti elementi che avevano fatto le loro prove nella Resisten– za, e che rappresentavano quin– di le forze migliori del paese; contro questi ultimi, però, si mi– se subito in moto l'apparato del partito: in molte federazioni fu. rono esclusi dalle cariche interne e dalle liste elettorali col prete– sto che... non avevano la suf. ficiente anzianità di iscr1Z1one. um~rosissimi erano gli operai, che s1 aspettavano, dai governi a direzione socialista, una vigoro– sa politica di riforme; e si trova– rono invece di fronte all'immobi– lismo sociale, e ad una violenta repressione degli scioperi. La con– seguenza fu che in sei anni la FIO ha perso quasi la metà dei suoi elettori, mentre gli iscritti si reclutano ormai quasi soltanto tra impiegati statali, funzionari, pensionati. Nel 1946 l'attuale se– gretario del partito, C:..,yMollet, aveva condotto una violenta cam– pagna contro l'allora segretario Daniel Mayer accusandolo di collusioni con la borghesia· ma una volta scalzato Mayer,' Gu; Mollet fece molto di peggio; ed ora la situazione ricorda, sotto molti aspetti, quella del P.S.D.I. 11partito è composto, ove ha an– cora qualche consistenza, da mi– litanti che, per la maggior par– te, non si pongono più problemi politici; il partito non dispone più di un proprio quotidiano nazionale; Le Populaire (che esce su due pagine, quando gli altri quotidiani di Parigi ne hanno da otto a dodici) è un organo lo– cale, estremamente mediocre; altri giornaletti escono in pro– vincia, ma il loro interesse è nul– lo. Per conchiudere, ricorderemo che all'ultimo Consiglio naziona– le (20-21 febbraio), sui 170.000 iscritti dichiarati solo 85.000 cir– ca erano rappresentati; il che significa che una buona metà de-

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