Nuova Repubblica - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1954

L. 35 :5pedl~iona in. abbon&1nento postale (Gruppo li) :I µay. 3: Max Salvadori: Ritorna l'isolazionismo Claudio Ceso prceoo nd,inOlli Vi.Il Chiarini, 4 1..1vorno - Anno II • N. 2 (26) QUINDICINALE POLITICO Firenze - 20 gennaio 1954 lmp,gno dei g11 nar1i /Jl'f Ja ,lonncra::ia. europtta: La Mozione di • lni7iativa Federalista• al Congre~o dt·lla G. F. E. - CI \N CARLO CAMILLOXI: Attualità di un documento (pagg. I e 2 - flLlPPO MANCINI: A Viareggio came"ale rucista (pag. 2) - MAX SALVADORI: Ri10,11w l'isolazioni11:1no(pag. 3) • VJCTOR ALBA: Giamaica (pag. 3) - ERNESTA VI O. JlATrISTI: l'lcbixito per l'Alto Adige? {pa~. 5). RASSEGNE: /ta/;a, n1g1: L'esperì.men lo Fanfani (1>ag. 4) - Cos, di Francia: La vittot ia di Le Troquer l\if entrc andian10 in n1acchina, lfJ. l'on. Fanfani sta redigendo il J>rogru 111nm di governo che prcscntcrit fra pochi giorni ulle Ca111erc. Nessuna previsione sicu– ra l• dato finora cli fare sull'esito ciel voto: nu1 !IC1nhra di J>Otcr an– ticipare che il governo 1nonorolore di 1uinorunza, perduto orinai l'ap– poggio dei 1nonnt·chici, si ref!gcri1 ~ull'uttesa henevola, e c111 indi sul– l'aslensione, del P.S.I. Busta ri- 0e11ere un momento ullo sposta- 111cnto che questo fatto cleter111ina n.-ll'assc politico del 1>aeoe, risJ)et– to ul precedente Gabinetto, per mi– t-urarc subito l'in1portanza, uln1c– no potenziale, della svolta in atto. Che coso significa, questo goYer– no Fanfani? Dopo mesi di trnm– glio, coperto dall'inunohilis,uo di destra dell'o11. Pella, In O.C. sem– bra essere- indotta, unche se in ritardo, a trarre le conseguenze clol voto del 7 giugno. Tuttavia, ciò avviene con ritegno, con in• eertczza, e ne dono tcslin,oniunza visibile i corupro111cssi a cui l'on. Fanfani ha dovuto ricorrere per varare il suo Gubiuetto. Vi sono in,,ero alcuni fili ti ~il!'ni fi,·uth•i, che 1nerituno di essere posti in rilievo: •'- anzitutto n!-lscntc Gronchi, l'cs1>0- 11cntc do(• di c1uella sinistra cl.e. « laica >> che più sc111brava adatto all'npcrtura di tu1 efTet1ivo collo• «1uio verso le forze, 1>olitiche e sindnculi, di sinistra; Piccioni vu n~li e,;;,tcri, il rhc significa un at– to palese di osscc1uio al centro-de• stra del partito; Aldisio non è rias– sunto ali' Agrit.·oltura, dove la per– sona di l\1edit.·i non significa per altro garanzia di continuazione del– la linea alornonc: nia entra egual– niente nel l\-1inistcro, e in una po– sizione di rilie"o, all'Industria; cd Andrcotti, il « del fino » del Se– gretario del Partito, ussurne il portafogli dell'Interno. Questa co– lorazione di ccntro-dcs!ra è per ni– tro largan1cnte conrpcnsuta da un certo numero di altre scelte, oltre– ch<' dulia 1>erso1rnlità del (",upo del Governo: Vnuoni, Taviuni, To– sato, ed nitri ancora, <lirnostruno unu effettiva volontà di apertura, un tentali\'O di ' ponte ' fru le esi– genze in1po-.;te dall'unità del par– tito e quelle richieste dulie aspi– razioni generali del paese. Le prospctti"c favorevoli di un governo ispirato al gruppo di « Ini– ziativa democratica >>, che per la prin1n volta ussun1e posizione di guida ul governo, sono costituite essenzialrncnte dulia sincera sensi– bilità e dnJlu seria cono~cenza dei prohlcn1i sociali dei n1aggiori espo– nenti di CJUCS!o gruppo; i 1>eri– c·oli (!ìiu questo terreno assai mag– giori che col go,,crno Pcllu) ri– ~uardano piuttosto la concezione d'integralis1no cattolico, di pater– nalismo soliduristico, ciac sin al fonclan1ento della sinistra df"rica– le. Forse soltanto J>er ragioni di equilibrio interno, c'è da spel'are che c1uesli 1>ericoli siano inferiori di quanto avrebbero 1>otuto essere se i 'fanfaniuni' avessero potuto 1nodellare il governo con piena Ji– bertù d'uzionc ( è p. es. da saluta– re con soddisfazione l'ascesa alla 1\finen·a d'un UOlllO con1e ·rosato, da cui ci at1enclian10 una politica liberale e costruttiva della scuola, nettan1entc in contrasto coi metodi d'intolleranza clericale a suo tem– po instaurati dall'on. Gonello), l..a funzione dello st·hiernn1ento o n di ccntro-.sinistra ~e1nbra ora quel– la di agganciare scn11>re pili strettu– tncnte l'on. Fanfani u un concreto irupcgno di rinno\'amento sociale. senza pennettergli di scivolare sul terreno safozariano. E se è vero che i 111onurcl1ici gli negheranno la fìcluciu, la responsubilità f'he in– •·orube ai partiti di cen1ro-&inislra cd al P.S.I. divcntu llctenniuanlc, in c11rnnto (' chiaro che il i;:overno Funfuni si trovc1·à stretla1ncnte con• dizionato alla loro volontà. Oro, non c'è che du rullcgrarsi, since– l'Un1cn1e, clell'atteggiurnenlo che in questa occasione così il P.L.l. co– me, specialmente, il P.S.O.1. han– no n1antenuto, ponendo con chia– rezza di fronte al paese alcune csi• genzc fondan1cntnli, atte a condi– zionare iJ loro appoggio al gO\'Crno. Quelle esigenze sono .nhrettunti hunclri di prO\'u che ullendono il go,,erno. Che il problema del– la legge elcllorule non sia un arido prohlc,nu di tecnica legi• slativu mo, allo stato degli atti, l'essenza stessa di una politica invece tl'un'ultra, noi ondiun10 ri1,ete11do da oltre due armì, e non possiamo che prendere ul• to con soddisfuzione che i re– sponsabili della legge maggiorita– ria si rendano oggi conto, per 1>ri• n1i, che appunto su queslo terreno, con la proporzionale, si cvitu il n1011opolio politico a cui proprio la parte dell'on. Fanfani potrebbe più facilrncnte essere indotla. Più o.nnbigua ci ·~cn1bra la posi– zione del P.S.I. Che l'on. ermi non ubbia fallo J)urola del problc– nrn elettorale ci sernbra prcoccu• pante, non soltanto perché mo~tru lu suu volontà di sfuggire ad un terreno naturale d'incontro con gli altri socialisti, nut anche perché ciò J>uÙ significare che il P.S.I. ante• pone i suoi interessi di partito, la pros1>ettiva di un nuovo ' lri– partito ', alle esigenze di 1110,,i1nen• to, di ricatnbio, di forn1azione di alternative effettive che lu demo– craziu italiana richiede. Noi ci uu– i::uriun10 che la nostra interpreta• zione 8ia inesattu: noi vogliun10 sperare che si siu veri fìcutu, in parte forse involontariu1nente, una divisione di compiti fra P.S.I. e P.S.O.1., e che mentre il primo hu n1csso l'accento sulla necessità di ancorare l'on. Fanfani a con– creti progran1111i cli rifornu1 socia– le, il secondo si sia preoccupato di evitare che ciò avvenisse a scapito della libertà del puese. 1 prossimi avvenin1enti ci dirunno se questo sin vero, se alla penosa impre~sio– ne cli concorrenza che in questa occasione il P.S.I. ha dato nei ri– i,:uurdi soprallulto del P.. O.I. succeda invece unu intesa proficua. Resta tuthH·ia il fallo, In cui in1• portanza ci sen1brn rile,•ante, che il P.S.I. si mostru pronto u con– sentire alJ'on. Funfuni una espe• rienzu, che unche noi ritcniun10 n1eriti di essere fatta. Se libf'rnli, soduldernocratici e socialisti sa– pranno eser,citure la loro f un zio• ne di controllo e di freno, se of– friranno senza contropartita il loro appoggio ad uno sforzo sincero di rinnovurncnto, 1na diranno ben chiaro, fìn dal prin10 giorno, che non sono disposti u d are in curn• bio una riduzione t.lf' lle libertà po• litiche, si avrà occasione di trarre dallu sinistra cullolica il meglio di se stessa, e si avvierà il paese verso quelle soluzioni di fondo, che non possono es- sere raggiunte se ~ non vi concordino le voi on tà di tu lii coloro che vi hanno intere8iìe. SOM.M.ARIO (1>ag. 4) - Lai;o,o e sindarati: Accordo per il Pii;none - 15 giorni nt!I mondo: ProSJ)CtlÌV<" della distt"n1-ione, di PAOIO VrrroRP.LLJ (pag. !>) - li .Muro, di Pie (1>ag. 5) - Cn,ppi al larnro (p3'{. 6) - La parola ai compagni: Una ~pie!{azione di FRA Noo R,WA 1 ; Dest ino di una ciuà, di (.;1e8t:PrE l'ATMO!\"O(pag. 6 e 7) - Put;n,. di cultu,a rn11lemporan.ea: La. delin– quenza cm1itu~ionale ddl<' soci(·t.à modell\e, di Sw.:.uo ~fP..RLINO{pag. i) • Pln wi 11 botte (pag. 8) - f.. tbri e problemi: Il ma({giorr l' un ro,.,;o, di f,-anc-r,;co Fausto Nitti (CARLO fRAN"COVICH) (pag. 8). POLEMICA FEDERALISTA IMPEGNO DEI OIOV ANI per la democrazia europea Comequestoimpegno deve esseresollecitato e articolato, secondo il gruppodi " Iniziativa Federalist? ,,. - Ma i giovanid. c. e repubblicani si preoccupano s ltanto di un vanoproselitismo e di un'organizzazione se zarespiro politico. - Il burrascoso C ngresso dellaG.F. E.a Livorno Unapartedei delegati ha abbandonato i lavori,denunciando gli intrighi delclandirigente. r 1, •, ,ulla 11w opera di chiari/i• c:a:1u1o umenta:io,,,, N. R. ritiene utile offrir, i lellori qualche raggua1lio sull, opinioni , sui cmilrasti che si sono determinati in uno alla Cion!nlù Fedrro• lista. Riproduciamo <1uindi la 1110:inne di u,1 gruppo qualificato, al Con1rnso di Lit•orno, tJ insieme un articolo di Gian Carlo Ca– milioni ,he ho direllamenle partuìpato a qunta t:iundo. Non e,rtriamo n,l nurito degli indirizzi esposti dal p,imo documento. Ci limitiamo a constatare chi lo , risi profonda della Giocent:l F,duo.lista, qu>rlo pr,unti aspetti dolorosi e poco edifirant,, è un epi– sodio inu·itabil~ e nunsario, che rin1tra ,ie/ quadro della ri<1ualifica:ione delle /or– u sulla sce,ia politira italiana. Vedremo se si saprà lrorrie tulle lr '°'ueg1u:n:e, u l'a:ione cioè sarà condollrr con la ,ieces• saria '°"'en:a, fino a in:•estire i problemi capitali og1i in dis-cussion~ nri parsi r nt'i parlamenti J,.1/'0ccid,nte evropeo. LAMOZIONE di "Iniziativa federalista., Un gruppo di giovani federalisti ha discusso sulla funzione e sulla po– sizione della G.F.E. nel mondo gio– vanile e nell'opinione pubblica italia– na. Ritenendo che i risultati della di– scussione possano illuminare alcuni problemi, la cui soluzione condiziona lo sviluppo dell'azione federalista, li riassumiamo qui quak contributo al– lo svolgimento del Congresso Nazio– nale della Gioventi, Federalista Eu– ropea. Un sentimento di insoddisfazionl' e di un certo malessere si è difTuso fra i giovani federalisti. In molti casi la G.F.E., nelle formule, posi– zioni e strullure in cui si è fino ad oggi espressa non appare strumento valido a tradurre la modernità e l'at– tualità di interessi e azioni politiche. Il Centro Nazionale appare circo– scrillo ad un Ufficio viaggi e distri– buzione di stampati, troppo accen– tralo nella figura del Segretario Na– zionale, e quindi incapace di esprime– re una direzione e di produrre un impulso continuato dalla base e nel– la base. Alla periferia. la stc·ssa carenza è avvrrtita come isterilimento di un proselitismo e organizzativismo pri\"i di anima politica. Carenza attuale della G. I<'. E. Queste deficienze, avvertite da tut– ti, si rifletlono anche nella qualità di gran parte dei dirigenti, tra i quali si possono individuare tre categorie: gli organizzatori puri, presenti in ogni movimento e preziosi anche alla G.F.E., ma troppo spesso privi della necessaria sensibilità politica: i falliti di altre l'Speri<'nzc o movimenti che trovano, purtroppo, nella G.F.E. modo di soddisfare ambizioni e vanità; ele– menti immessi dai vari partiti allo scopo di controllare la G.F.E. o quan– to meno di impedirne ad altri il con• trollo. Ora un movimento esiste quan– do è capace di esprimere quadri pro– pri, che è quanto dire di drtc-rminarc una autonoma esperienza politica. Soprattullo il prendere a prl'stito di– rigenti dai partiti e l'ancor debole formazione di dirigenti all'interno del– la G.F.E. indicano la necessità di rie– saminare k impostazioni di lavoro. Se alcune inc<·rtczze pot<•vano ('SS<'n.· giustificate in una organizzazione gio. \'anilc, priva ancora di propri quadri e di una propria tradizione politica, e quindi tentata di ripetere schemi validi per altre esperienze, è certo che, oltrepassata ormai la fase della costruzione, è maturo il tempo per clim.inarli, se si vuole garantire Jo sviluppo dell'azione federalista. Fino ad oggi la G.F.E. si è so– pratlullo preoccupata di costruirsi come forza organizzativa. Ma l'orga– nizzazione non è un valore interno organizzativo: e neppure è qualcosa di strumentale rispetto all'azione po– litica. L'organizzazione è un momento dell'azione politica, si costruisce <' conquista allraverso la battaglia poli– tica. L'organizzazione non esiste per esistere, ma per aggredire e determi– nare qualcosa: si costruisce su im• postazioni cli lavoro relative ad essa. t palese, ad esempio, l'assurdo di ,·o– lcr inquadrare attraverso il tessera. mento tutta l'opinione genericamente federalista, quando è chiaro che la logica dell'azione federalista non è la logico del partito e dell'associazio– ne di massa, ma piullosto del « pres– sure group ~ e drl movimento rome centrale di opinione. Ciò non costi– tuisce un argomento contrario al re– clutamento, ma solo al reclutatnrnto ad ogni costo, non discriminato r non funzionale. Per trasformare la gene– rica adesione all'ideale europeo in un lavoro federalista non basta rivol– gere inviti al proselitismo: occorre mobilitare gli interessi reali, creare precisi impegni di studio e cli la\'Oro politico. Impegno dei giovani per la democrazia europea La G.F.E. non è una organizzazio– ne giovanile nel senso tradizionale del termine. Non si tratta cli errare· gli avanguardisti dell'Europa o di for– nire semplicemente di galoppini e at– tacchini le sezioni del M.F.E. E nep– pure si comprende il senso dcll'azion<' della G.F.E. se la si qualifica come· azione giovanile e di sctlorc. Certo si trova di fronte a grosse responsa– bilità nel fronteggiare le destre gio– vanili, in un momento in cui la de– stra italiana giuoca la carta dei gio– \'ani politicamente non qualificati. In questo senso è an1i eia auspicarr un pii, preciso impegno della G.F.E., nel– la visione dei vasti compiti di demo– crazia giovanile che è chiamata ad assumere. Ma la G.F.E. è un'iniziativa di giovani che, attraverso lo studio ,. il lavoro politico, vogliono matu– rarsi come dasse dirigente europea, afi'ror•,,... ptùl>lemi di piano e respiro europei: si tratta dei giovani che sa– ranno gli uomini politici, i professio– nisti, i produttori dell'Europa di do– mani. L'azione della G.F.E. è dun– que azione di giovani, ma che non può esaurire il suo significalo e le sue impostazioni in un ambito mc-ram,...rit" giovanile. Il lavoro di studio è l'anima poli– tica del lavoro G.F.E. I centri di stu– dio, le équipcs di studio devono es– sere lo strumento attraverso il quale una parte dei giovani federalisti è impegnata in precisi compiti di la– voro. La G.F.E. si è costruita sull'i– deale di una nuova classe politica europea avulsa dai problemi naziona– li. Corrispondentemente si è creato tutto un mito delle strutture europee; ciò è visibile ad esempio, nei vari convegni sinora organizzati. Ora è chiaro che, anche se la loro imJ>Or– tanza è decisiva, le strutture non sono sostanza ma strumenti dell'iniziativa europea. Per noi italiani, ad esempio, il problema drll'Europa non è tanto di strutture, quanto di adeguamento. 1 on si tratta perciò di ignorare i pro– blemi nazionali per dedicarsi a pro– blemi europei, ma di lavorare allo studio delle soluzioni dei problemi italiani nella visione europea, di im– postare le grandi questioni nazionali alla luce di un'ipotesi di società eu– ropea. L'Italia deve essere adeguata al– l'Europa. resa capace di inserirsi in una società Europea: perciò la que– stione meridionale, la questione di 'Trieste, la riforma della scuola, l'istru- 1.ionc professionale. la disoccupazione intellettuale sono, in Italia, grandi problemi europei. Se gli sradicamenti dei pali di con– fine sono caduti in desuetudine tra i giovani federalisti, la ragione profon– da ne è l'awr compreso che la lolla prr l'Europa non si combatte nelle cerimonie ai confini, ma all'interno degli Stati nazionali, superando e mediando i problemi e le cnrrgic na– zionali in una visione ed in una me– dia1ione europea. E perciò impegno di studio, impegno di organizzazione (' di mobilitazione cd impegno di ini- 1iati\'a trovano la loro saldatura. Au.tonomia del la GioventlÌ t·ederalista La G.F.E. deve costruire e. con– quistare la propria autonomia ed ori– ginalità. Autonomia della G.F.E. non è rivendicazione polemica nei con– fronti degli an,iani: ma è dire chi·

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