Nuova Repubblica - anno I - n. 24 - 20 dicembre 1953

8 POSTA DELDIRETTORE PELLA E TIHESTE Caro Codignola, ti sarei grato se vorrai consentir– mi di dire due parole sulla dolorosa questione di Trieste ...Io sono un vcc– c_hio irredentista rimasto sempre scn– tunentalmente e politicamente fedele agli ideali della prima giovinezza. Sento tuttora, come la sentivo nel I914, la passione di Trieste e ri– rordo con immutato affetto e con sincera commozione i compagni, di scuola e di armi caduti nell'ultima guerra d'Indipendenza tra il Piave cd il Carso. Perciò certe cose credo di poterle dire in tutta tranquillità. L'unanimità fittizia cd apparente che si è raccolta intorno all'On'. Pclla, dimostra a parer mio la spa– ventosa impreparazione dei partiti po– litici italiani e di quelli sedicenti democratici in particolare. cssuno o quasi nessuno ha compreso cd ha avuto il coraggio di denunziare al– l'opinione pubblica la sconcia spe– culazione che da più parti per di– versi fini si stava tentando sul nome sacro di Trieste e sulla tragedia dei nostri fratelli giuliani. La levata di scudi improvvisamen– te decisa dall'on. Pella dalla fine di agosto è basata soltanto su un co– municato della jugoprdss, male •tra– dotto ed artificiosamente interpreta– to, e sarebbe inesplicabile se si per– dessero di vista alcuni clementi es– senziali della vita .politica italiana. E' noto che tra il Vaticano cd il Coverno di Belgrado vi è un dis– sidio profondo chl', iniziatosi con il processo per alto tradimento contro l'arcivescovo di Zagabria, Monsignor Stcpanic, ora elevato alla porpora ca'.·dinalizia, si è inasprito sino alla rottura delle relazioni diplomatiche. Basta leggere la stampa dell'Azione Cattolica per convincersi che il Ma– resciallo Tito è per gli ambienti pon– tifici poco meno che l'Anticristo. Ora l'onorevole Pclla è senza dub– bio l'uomo di fiducia del Vaticano ed il docile strumento dcli' Azione Cattolica; egli, se i suoi biografi di– cono iJ vero, fu sccl to come candida– to alla Costituente dal Vescovo di Biella: era quindi, già da allora, il missus dominicus delle Autorità Ec– clesiastica. L'onore,·ole Pella è stato un di– sciplinato fascista sino al 25 luglio; non so se dopo 1'8 settembre ha parte– cipato alla Resistenza; ma certamen– te lo ha fatto con tanta discrezione ,e con tanta cautela da non incorrere nel minimo rischio. E' un ottimo amico dei più qualificati o meglio .squalificati fascisti come Dc Mar- - Perdio. È unacosa " inqualificabile ,, ! - Qualche unitàstraniera nellenostre acque? - No : il sottomarino Pella. sanich, Roberti, Almirante, Micville, Cantalupo, Ezio Maria Graj, ai cui saggi consigli ha ricorso in ogni de– licata contingenza diplomatica. Con grande delizia del pubblico grosso l'onorevole Pclla usa il linguaggio untuoso e fiorito dei predicatori sa– lesiani. A questo si aggiunga che in politi– ca estera l'onorevole Pella è un no– vellino, il quale a P~lazzo Chigi si è trovato in mezzo ai diplomatici ex– fascisti. Per concorde affermazione della stampa cosidetta indipendente il suo principale consigliere sarebbe il Ministro Magistrati, il cognato, se non erro, di Galeazzo Ciano, giunto per meriti fascisti ai fastigi della carriera diplomatica. Tra Pella, Magistrati e Marras. Capo di Stato Maggiore, fu decisa quella mobilitazione parziale, che è costata al contribuente italiano qual– che miliardo e di cui il meno che si possa dire è che è stata del tutto inutile. In questo clima di esaspera– zione nazionalista e di crociata anti– titina maturarono i tre discorsi del Campidoglio, del Senato, di Piazza S. Marco. Sfrondati della retorica sedicente patriottica r delle invocazioni liturgi• che, questi discorsi sono ben povera o rnisera cosa. L'unica cosa seria che contenevano r·ra la proposta del plebiscito per tut– to il Territorio Libero di Trieste. proposta che, se ineccepibile dal pun– to di vista democratico, aveva però il tono di essere tardiva e di rimet– tere p<•ricolosamcnte in discussione le sorti dcli' Alto Adige, che l'onorevole Dc Gaspcri aveva definito con l'ac– corrlo italo-austriaco. Le recentissime dimostrazioni di Jnnsbruk dovrebbero aver consigliato una maggiore riAcssione! I tre discorsi hanno, fia l'altro. gravi lacune, di cui voglio ricordare le principali. L'onorevole Pclla si è ben guar– <l3tO dal condannare apertamente e senza restrizioni la bestia1e politica fascista di violenta snazionalizzazione degli sloveni dell'Istria e soprattutto la criminale aggressione dell'aprile I941 contro la Jugoslavia, con gli episodi tragici e grotteschi nc1lo stes– so tempo dcll'anncssionC' al regno d'J talia della pro,·incia di Lubiana e della costituzione ciel regno cli Croa– zia per Aimone di Savoia, divenuto Tomislao. L'onorevole Pclla non ha voluto nemmeno separare nettamente le re– sponsabilità dell'Italia repubblicana e democratica da quelle fasciste e si è dimenticato di ricordare a Tito che dopo 1'8 settembre ben cinque divi– sioni italiane e numerosi reparti iso– lati si unirono agli insorti iugoslavi per combattere i tedeschi e che mi– gliaia e migliaia di italiani sono mor– ti per la liberazione della Jugoslavia. I nostri Partigiani caduti, il lar• ghissimo tributo di sangue dato dal– l'Italia alla lotta contro il nazismo, j settantamila nostri compatrioti de– ceduti tra gli orrori dei campi di eliminazione tedeschi: niente è sta– to ricordato dall'onorevole Pclla nel– la sua polemica con Tito. Ma la lacuna maggiore dei suoi discorsi è forse costituita dal fatto che questo povero ragioniere, il qua– le si impanca a Cavour in sessanta– quattresimo. ha omesso di ricordare che gli Slavi meridionali hanno avuto nel pila grande degli ita!iani moderni, in Giuseppe Mazzini, il profeta e l'apostolo della loro resurrezione na– zionale. Ma, a parte quella personale dcl– l'on. Pella, non si può pretendere molto cli più dalla cultura storica e politica dei suoi consiglieri di Palazzo Chigi, i quali hanno avu– to il pessimo gusto di fargli ci– tare quella famosa lettera di Lin– con a Mazzini sulla Dalmazia che è un grossolano falso preparato da uno scriba fascista su ordine di Mus– solini, al tempo delle sanzioni. I monarchici cd i fascisti, che sono i veri cd unici responsabili della catastrofe nazionale, della mutilazio– ne della Patria e della tragedia giu– liana, hanno colto a volo l'occasione per imbrogliare le carte, fidando nel– la labile memoria degli italiani, nel– la crassa ignoranza delle nostre clas– si medie, nell'inguaribile provinciali– smo dei nostri cosiddetti ambienti colti, negli oscuri fermenti antidemo– cratici lasciati dai venti anni cli mal– governo fascista. Così abbiamo visto le dimostrazio– ni patriottiche guidate dai traditori di Salò. eia gente che si era macchia– ta del più turpe e vergognoso reato militare, quello di collusione e di NUOVA REPUBBLICA / jruNTO CONTRO PUNTO I D ODBIAMO dire qualcosa ai socia– listi nenniani in merito alla difesa degli i11teressi della clas– se lavoratrice e particolarmtnte al modo .come questa difesa viene ef– fettuata. Alla nostra osservaziond non è in– fatti sfuggita la notizia di due i11ter– pellanze presentate dal deputato del P.S.l. on. Di Prisco di Verona ap– parse ml Bollettino n. 33 della Ca– mera dei Dep11tati in data 8 Otto– bre u. s. Detto bollettino reca testualmente: < Il sottoscritto chiede di interro– gare il ministro delle Finanze, per conoscere se no,i ritenga opportu,w ribadire con nuova circol~re diretta alle Prefetture qua11to già ad esse com11nicato con circolare 16600/15/ 55440 del I 2 Ottobre l 948 e ciò in quanto il perdurare tli aggiudicazione . di appalti imposte di consumo ad oggi minimissimi, oltre a determinare eccessivo fiscalismo nei confronti dei co,itribuenti, porta turbamento ai la– voratori tiella categoria che si tro– vano ad essere i primi colpiti, per i licenziamenti che si effettua110 i11 tali gestioni, dalla manifesta a11ti– economicità degli appalti. Se non ritenga altresì in base a segnalazioni che le prefeNure pos– sono fa;, di dover addivenire alla' cancellazione dall'albo degli appalta– tori imposte di cons11mo di quelle ditte che nel corso di un ctrto pe– riodo di tempo, non risultino gesti– re alcun comune (L'interrogante chie– de riJposta scritta)>. Di Prisco. Il sottoscritto chiede di interroga– re il ministro delle Finanze • dell'In– terno per conoscere se no,J ritengano opportuno: 1 - emanare disposizioni preci– se alle prefetture perché a sensi del– l'articolo 306 del R. Decreto 28 Maggio I 9-12 n. 7IO istituisca110 per tenere sempre aggiornati gli elenchi collaborazione con il tedesco inva– sore. I comunisti, dal canto loro, supina– mente ossequienti agli ordini del Cremlino, il quale vede nel dittatore jugoslavo il grande eretico, hanno creduto di poter approfittare della questione di Trieste per elevare un nuovo atto di accusa contro il Pat– to Atlantico, divenuto una comoda testa di turco su cui rivolgere le ire delle folle. I nostri comunisti hanno disin– voltamente dimenticato che senza la tenace ostilità della Russia ben altre sarebbero state le condizioni del trat– tato di pace; infatti se la tesi anglo– americana fosse stata accolta, non solo Gorizia e Trieste, ma tutta l'Istria occidentale sarebbe rimasta all'Italia. Tutte queste forze che per fini spesso opposti e divergenti si so– no mosse dietro l'onorevole Pclla, quando senza alcuna preparazione di– plomatica alla fine di agosto sollevò la questione di Trieste, hanno spinto l'Italia su una via che non poteva non essere causa cli nuove umiliazio– ni, di nuove lacrime, di nuovi lutti. Il risultato finora conseguito è uno solo; che si torna a discutere sulla sorte della zona A, alla quale Tito aveva praticamente rinunziato sin dal 1950. La costituzione del Territorio Li– bero di Trieste fu un disgraziato espe– diente escogitato a Parigi per supe– rare l'intransigenza della Russia che avrebbe voluto riportarci alle fron– tiere ciel 1866; una volta però presa questa infelice decisione vi erano due vie da seguire: o l'immediata nomi• na del Governatore del Territorio Li– bero. la quale avrebbe avuto l'cnor- I I~ ,, del personale in servizio nelle gestioni delle imposte di consumo; 2 - raccogliere i11 apposito elen– co presso gli uffici di collocamento provinciali il personale abilitato alle firnzioni di agente delle imposte di consumo disoccupato; 3 - avvalersi del disposto del l 0 comma art. 31 O del regolamtnto 30 Aprile 1936 n. I 138 per disporre la sospensione per 1111 certo periodo di tempo degli esami per l'abilitazione alle funzioni di agente imposte di consumo o per far luogo ad essi ogni biennio o trie,inio, e ciò per non accrescere ulteriormente il già rile– vante numero tli abilitati che 110,i riescono a trovare occupazione nel ramo specifico. (L'interrogante chiede risposta scritta) >. Di Prisco. Prima di considerare le due inter• pellanze è necessario chiarire cht lo interpellante è tuttora dipendente della Società Finanziaria Trezza di Verona di proprietà dei Due/ti Acqua– rone, figli del defunto Duca Piero Acquarone già mi11istro della Real Casa, e che detta Società gestisct lo appalto delle imposte di consumo di quasi tultt le più importanti città italiane. L'On. Di Prisco deputato sociali– sta si propone quindi con le .fue in– terpellanze di conseguire i seguenti obbiettivi: I - che alla Società Trezw dal– la quale dipende vtngano aumt11tati gli aggi per modo che possa aumen– tare gli alti profitti che già co, t.te– gue attraverso gli appalti estesi a molte città italiane; Il - che vengano cancellate dal– l'albo degli appaltatori quelle società che non possono competere con la società Trezza in modo di costituire a quest'ultima un regime di mono– polio; lii : che si sospendano o ritar– dino gli esami per /'abilitazione alle mc ,·antaggio di costringere gli Ju– goslavi a sgombrare la zona B, o le trattative dirette con Tito. Purtroppo non si è seguita tempe– stivamente e decisamente né l'una né l'altra via, soprattutto per l'opposi– zione delle correnti reazionarie, tut– tora onnipotenti nella nostra diplo– mazia. E oggi, a rendere più diffici– le la situazione, si è imboccata a cuor leggero la via delle concioni di piaz– za, delle manifestazioni xenofobe de– gli studenti che marinano la scuo– la, delle aggressioni del teppismo neo– fascista contro gli stranieri isolati ospiti delle nostre città. Ma è possi– bile che in Italia non esista un'opi– nione democratica la quale abbia il coraggio di denunziare i tragici er– rori dei nostri uomini politici e le repugnanti buffonate degli incoscien– ti che continuano a .cianciare di mar• cie di bersaglieri su Trieste, ecc. ccc.? Ci sarà qualche deputato o sena– tore che saprà sottrarsi al ricatto se• dicente patriottico dell'unanimità na– zionale e portare in Parlamento la voce del vero popolo italiano e la difesa dei veri interessi triestini? Io sono scettico, caro Codignola, per le troppe delusioni provate, ma non voglio disperare. Il ragionier Pella assomiglia stra– namente all'onorevole Facta. La sua inconcludenza, male mascherata dalle passeggiate ad Ancara o in Olanda e dai vaniloqui salesiani, ha supera– to ogni limite: dietro di lui c'è an– cora la minaccia della dittatura. L'an– no compreso i superstiti resistenti cd antifascisti? Io mc lo auguro. Credimi cordialm·ente tuo l'lf:110 PEIIGOLI Falconara Alta (Ancona) funzioni ,li agente tle/l'imposte di consumo per evitare che altri pos– sano concorrere o aspirnre n coprire tali posti. Pensare che un deputato socialista del P.S.I. possa preoccuparsi delle socittà appaltatrici delle imposte di consumo per elevarne gli aggi è dav– vero sorprendente se si pensa che la Società Trezza, dalla quale il sud– detto deputato dipende, dispone di mezzi ingentissimi e realizza guada• gni che la mettono in condiziona di int.raprendere le più vaste operazio– ni finanziarie. Non per questo ha rinunciato ad esercitare nei confronti dei contribuenti quel fiscalismo che è del resto comune n tutte le im• prese del gentre. B davvero puerile affermare la antieconomicità dtgli appalti perché, se cosi fosse, non si spiegherebbe come la società Trezza non abbia rinuncialo ad accettare contratti dal genere. L'on. Di Prisco tla buon marxista quale è e come tt1le ,life,uore strenuo degli interessi dei ltworatori, dovrebbe sapere che legge costante del ca/1itale è q11ella di con– seguire il massimo pro/ it.to ovunque esso si trovi. A noi pare invece che il sutldetto onorevole avrebbe sem– mai dovuto proporre la gestione di– retta da parte dei comuni delle im– poste di consumo e sarebbe staio così in armonia con la prassi tostante perseguita dal suo partito. In quanto ai lavoratori e/te voglio– no conseguire l'abilitazione alle fun– zioni di agente delle imposte di con– sumo non pare n noi chd abbia reso loro un grato servigio proponendo la sospensione od il ritardo degli esa– mi. Dopo di che non rimane che ri– volgere alla Direzione del P.S.l. l'in– vito di astenersi dalle facili critiche al nostro movimento e di osservare meglio se entro le sue file non ui sia chi tlifende sì degli i,iteressi concreti~ ma non precisamentt quelli della classe lavoratrice. L 'ATTESA della visita è lunga: per passare il tempo proficua– mente e far un'opera di bene per gli orfanelli, ci invitano a com– perare una rivista, distribuendone una copia per ciascuno. Si intitola La Famiglia cristiana e vi leggo, fra l'altro: " Dal comunismo alla prati– ca religiosa": « Una volta quand'ero iscritto al Partito comunista, il lavoro mi pesava come un incubo e bran– colavo nel buio della mia esistenza sempre uguale ... >; poi la conversio– ne e ora tutto va per il meglio, per– fino il principale sembra pii, tran– quillo e il posto più sicuro. Mira– coli della fede. Di solito in queste testimonianze non mancano che le due foto: e Prima della cura > e e Dopo la cura >. Intanto entra un uomo con una cassettina di giornali a tracolla. Gli chiedo se ha l'Avanti!. Strabuzza gli occhi e mi guarda allibito come se farneticassi : e sss... ssst... ma lei è nuovo di qui >. « Sono arrivato ieri sera, perché? >. « Eh via, ma non sa che qui non possono entrare certi giornali? se vuole il Gazzettino, il Popolo, l'Avvenire d'Italia ... >. • Ma il più bello, forse, è appena si entra. Assieme al nome, cognome, provenienza, ccc. bisogna dichiarare la religione. Che dico dichiarare? Allo spazio dove c'è scritto e reli– gione >, sui moduli, il compilatore scrive sempre ·« cattolica > senza cu– rarsi della risposta dell'interrogato. Uno risponde, putacaso: e nessuna > e l'altro fa un sorrisetto e scrive e cattolica >. Quando tocca a mc cerco debolmente di reagire: e No, almeno scriva cristiana >, ma l'altro è irremovibile e scrive con bella cal– ligrafia: cattolica. CARLO P1Nt1N Autol'iZZ.del Trib. di Firenze n. 678 del 30-12-1952 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: Tristano Codignola

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