Nuova Repubblica - anno I - n. 21 - 5 novembre 1953

12 suo ministro può sentirsi completa– mente certo del proprio giudizio quando la scelta è cosi vasta. La difficoltà di applicare il principio elettivo in luogo di quello selct– tivo nasce dal falto che nessuna cir– coscrizione elettorale corrisponde alle esigenze funzionali dell'Assi– stenza. Ciò è vero soprattutto nel caso dell'organizzazione ospedalie– ra. Gli ospedali sono raggruppati in modo tale che quasi tutte le di– verse specialità mediche si posso– no trovare entro una data zona. Si potrebbe trovare una soluzio– ne se la riorganizzazione delle alTI– ministrazioni locali fosse così ra– dicale da permettere di affidare I. direzione degli ospedali alle nuo– ve amministrazioni. Ma non si do– vrebbero imporre tasse locali, per– ché ciò solleverebbe dei nuovi pro– blemi periferici e l'unità fonda– mentale dell'Assistenza .ndrebbe distrutta. Un altro difetto dell'Assistenza rivelatosi fin dali'jnizio è l'esisten– za di letti a pagamento negli ospe– dali. La ragione per cui una cosa simile fu tollerata, è che, secondo l'espresso parere dei rappresentanti del Royal College, in mancanza di reparti a pagamento negli ospe– dali gli specialisti si sarebbero ri– volti di preferenza alle cliniche. Poiché di regola una completa at– trezzatura chirurgica è disponibile soltanto negli ospedali, gli specia– listi dovrebbero trovarsi sul posto il più possibile. t un argomento valido, ma non c'è du~bio che tale privilegio ha dato luogo a molti abusi. I letti a pagamento sono una proficua fonte di guadagno per gli specialisti, e si ha perciò una tendenza a preferire i pazienti che possono permetterseli a danno di altri che si trovano sulla lista del– l'ospedale. Il numero dei letti a pa– gamento dovrebbe essere ridotto fi– no a che, col tempo, non saranno aboliti, a meno che si trovi il mo– do di controllare meglio gli abusi. li numero dei « Ietti di favore » dovrebbe essere aumentato. Si trat– ta di letti in camere isolate. e il paziente paga un piccolo canone per questo, mentre tutti gli altri s~r­ vizi sono gratuiti. Questi cambia– menti significherebbero una dimi: nuzione nelle entrate dell'Assisten– za sanitaria nazionale, ma porreb– bero fine a pratiche commerciali che minano il principio dell'eguaglian– za nel trattamento, fondamentale per l'intera concezione del piano. Senza dubbio si possono trovare altri difetti e apportare altri mi– glioramenti. Ciò che comunque ap– Fare tirando le somme, è i~ mas- iccio contributo che r ASSistenza sanitaria gratuita offre all'intelaia: tura di una società ovile. t:. ormai divenuta parte della struttura della nostra vita nazionale. N essun par– tito politico che tentasse di di– struggerla potrebbe sopravvivere. Dopo che questo capitolo era nià scritto, è stata annunziata una ~uova legislazione dell'Assistenza sanitaria nazionale. Essa conferma i nostri timori più seri. Se verran– no attuate, tali proposte mutile– ranno l'Assistenza in 'molte delle sue attività più importanti. T utta– via, è fin d'ora evidente che il po– polo inglese reagirà vigorosamen– te. Ciò conferma quanto ho detto sopra : nessun Gov~rno che te~ti dj distruggere l'ASSistenza gratuita può sperare nell'appoggio del po– polo inglese. ANEURIN BE1'AN (Do .. Il Sodlllismo e fa crisi inleffuaio– naie .. , pu lenlil#' ronnu ione Jefl'eJitore Ei"auJi). NU O VA R E P UBBL I CA RIVISIO,NI COSTITUZIONALE nella IV Repubblica Il progetto deUa Commissione mette l'accento su temi non sentiti, e Don prevede l'emendamento di norme che si sarebbe deside– rato veder riformare_ La parola è adesso al Parlamento francese_ l L Parlamento francese ha iniziato l'esame del progetto di riforma costituzionale preparato dalla competente commissione p<lrJamenta– rc. La necessità di una revisione par– ziale della Costituzione del 1946, 31 fine di favorire la stabilità governa– tiva, era sostenuta da tempo in alruni scuori dello schieramento politico, cd in particolare tra i radicali ed i gaullisti : fin dal 1950 una risolu– zione votata dall'Assemblea Nazio– nale aveva indicato alla 4': C01llmis– sion du Sullrage Universel )o gli un· dici articoli che si riteneva opportuno emendare. U n esame del progetto permette tuttavia di chiedersi se, insieme con una maggiore stabilità governativa, la commissione non abbia voluto con– seguire altri risultati di carattere meno strettamente tecnico, in rela– zionc col mutato clima politico dal 1946 al 1950. Si dubita, d'altra par· LC, in certi settori, che la commis– sione non abbia visto le vere ragioni delle troppe crisi di governo degli anni trascorsi, c che le revisioni pro– poste non siano le piil idonee al fine dichiarato. Il progetto della commissione sem– bra proporsi due scopi paralleli: nei rapporti fra gli organi dello Stato, indebolire il legislativo di fronte al– l'esecutivo; nei rapporti interni del– l'organo legislativo, indebolire la mi– noranza di fronte aBa maggioranza. Si tenderebbe ad indebolire il lc– gislativo sia < spezzando in due > il Parlamento (coll'abbandono parliaie del monocameralismo), sia limitando la durata delle sessioni, sia ancora limitando l'immunità parlamentare. Si tenderebbe, d'altra parte, a rin– forzare l'esecutivo, secondo un vec– chio insegnamento dci costituziona– listi francesi, aumentando la respon– sabilità governativa. La Costituzione del 1946 aveva riconosciuto alla sola Assemblea Na– zionale poteri deliberanti ; i membri del Consiglio della Repubblica ave– vano una limitata facoltà di inizia– tiva Oe loro proposte erano trasmesse all'Assemblea Nazionale senza che il Consiglio si fosse preventivamente pronunziato), e lo stesso Consiglio non esprimeva che un « parere » sui progetti votati in prima lettura dal– l'Assemblea Nazionale; in seconda lettura l'Assemblea Nazionale delibe– rava definitivamente. Il progetto di revisione permetterebbe al Consiglio della Repubblica di discutere le pro– poste dei suoi membri prima che esse siano trasmesse aWAssemblea Nazio– nale, ed imporrebbe all'Assemblea fino a quattro letture di uno stesso progetto in caso di disaccordo fra l'Assemblea ed il Consiglio. Difficile appariva estendere al Consiglio della Repubblica il potere deliberante che ha il nostro Senato, in considerazione del particolare sistema di elezione adottato per i membri dell'organo francese (a doppio, e per certuni, a triplice grado). Mentre la Costituzione del 1946 non nwttcva limiti alla duratn delle sessioni parlamentari, Insciata alla di– screzione dell'Assemblea Nazionale, il progetto della commissione conff'riscl' al Presidente d('1 Consiglio In facoltà di pronunciare la chiusura. dopo Sl't– te mesi daJFapertura della sessione, con decreto, s('ntito il Consiglio dti Ministri. Tale norma eHI già in vigo– re sotto la II I Repubblica, ave In durata minimn della .sessione era tut– tavia fissata a cinque mesi. Una limitazione <,dI'immunità par– larncn.tare è data dalFemcndamento progettato all'art., 21. II testo del 1946 stabiliva che i parlamentari non potessero essere arrestati o condan– nati salva Faulorizzazione della Ca– mera o sah'o Aagranza di reato c du rante la durato del mondato >; il progetto di revisione dice invecl': c du rlw te la durata della sessione , . Tale emendamento è da mettersi in relazione col precedent(' di cui abbia· mo parlato, sulla facoltà attribuita al Presidente del Consiglio di pronun– ciare la chiusura della sessione. Se l'uno c l'altro dovessero essere' adot– tati, il Governo disporrebbe di un mezzo non indifferente di pressione sui parlamentari. Si è voluto aumentare la responsa– bilità politica governativa con una riforma che piil delle altre è sen– tita e desiderata dall'opinione pub– blica. La Costituzion<, del 1946 fi– chicde\'a per l' c investitura :. del Pre– sidente del Consiglio, per la questione di fiducia, per la mozione di censura, il voto favorevole della maggioranza assoluta dci membri dell'Assemblea, Tali norme erano dovute ad un prin– cipio più volte sostenuto da parte comunista, per il quale tanto più un governo è democratico, quanto più ésso è rappresentativo ; e tanto più un governo è rappresentati"Q, quanto pii'l grande è la maggioranza che gli accorda la fiducia: l'affermazione di questo principio avrebbe dovuto es– sere un primo passo verso il gover– no di '< unanimità :to. La conseguenza di questo principio avrebbe dovuto essere una diversa considerazione nor– mativa del voto sulla questione di fiducia e del voto della mozione di censura : non sembra infatti che si sarebbe dovuto richiedere maggio· ranza qualificata per il voto della censura (tanto più che esso non po– teva avvenire che due giorni dopo la presentazione della mozione) solo che si consideri che la censura della mag– gioranza semplice implica, in linea generale, l'assenza della fiducia da parte della maggioranza qualificata. La questione può però apparire pret– tamente accademica, poiché mai fu presentata fino ad ora mozione di censura all'Assemblea Nazionale. Più grave problema poteva essere quello della valutazione politica del voto favorevole della sola maggioranza semplice sulla questione di fiducia: si può ritenere che esso dovesse impli– care un rimaneggiamento ministeria– le fermo restando il Presidente del Consiglio, < investito » già dana mag;- gioranza assoluta dci membri dcl– l'Assembka. La maggioranza quali– ficata, che doveva assicurare, secondo i costituenti del 1946, la stabilità governativa, si rilevò tuttavia ineffi– ciente, perché nessun Presidente del . Consiglio accettò mai di restare in carica con la fiducia al suo Gabi– netto ddl::t sola maggioranza sem– plice. E controproducente si rivelò ancora I::t richiesta del voto favorevo– le della maggioranza assoluta dci membri dell'Assemblea per l'c investi– tura :. del Presidente: le crisi di c investitura ;) sono state, per la IV Repubblica, ben pitl numerose e ben più gravi del previsto. :-.lel progetto di revisione si sosti– tuisce all'espression c maggioranzlI assoluta dei membri dell'Assemblea > quclla di < maggioranza dei membri presenti >, I trc emendamenti agli artt. 45, +9 c 50. sulla maggion;lIlza richiesta per 1'«, investitura :p, pcr la < fidu– cia >, per la < censura », involgono non solo i rapporti fra Par1nmento c Gonrno. m:l anche i rapporti fra maggioranza c minoranza parlamen– tarc. Tutta una serie di progetti di emendamento della c Commission du Sullrage Universe( ;) tende, insieme con questi, a diminuire il peso poli– tico della minoranza. Abbiamo parlato dell'emendamen– to all'art. 9, che ristabilisce il c de– creto di chiusura della sessione >. L'art. 12 riguarda le < sessioni stra– ordinarie, : il testo della Costituzio– ne del 1946 prevedeva la convoca– zione dell'Assemblea su richiesta di un terzo dci deputati o del presi– dente del consiglio dei ministri ; il testo della commissione prevede la convocazionç straordinaria dell'As– semblea Nazionale su richiesta della metà dei deputati oppure del Presi– dente del Consiglio. L'art. Il , testo del 1946, diceva che « ognuna delle due Camere eleg– ge l'u/ficio di presidenza ogni anno (lI principio della sessione~' i gruppi parlamentari vi sono rappresenttlti proporzionalmente >; il testo della Commissione dice solo più che c ognuna delle due Camere elegge l'ufficio di presidenza ogni anno al principio della sessione ordinaria >. Il criterio proporzionalistico di rap– presentanza è caduto. L'art. 52, testo del 1946, prevede– va. in caso di scioglimento dell'As– semblea Nazionale, la costituzione di un governo di transizione, presieduto dal Presidente dell'Assemblea Nazio– nale, e comprendente rappresentanti di lutti i gruppi parlamentari, col compito di indire le nuove elezioni. 11 progetto di revisione prevede in– vece che, in caso di scioglimento del– l'Assemblea Nazionale, il governo re– sti in carica, a meno che lo scio– glimento non sia 'stato preceduto dal voto di una mozione di censura: in questa ipotesi il Presidente dell'As– semblea assume le funzione di Pre– sidente del Consiglio e di Ministro degli Interni, al posto del Presidente dci Consiglio e del ~1inistro degli J nterni dci governo c censuralO :' ; gli altri membri' del Gabinetto non cambiano, e la minol'anza non è più chiamata automaticamente al go- verno. • :\d progetto della. Commissione non si fa cenno dell'art. 51 sullo s iogliml:l1to dell'Assemblea :"Jaziona· le, che, come si sa, nel tl:stO del 19+6, prevede condizioni tali, che ben difficilmente si può addi\-enire– allo scioglimento anticipato: la ne– cessità di rivedere quest'articolo sem– bra, invecl', particolarml'nte sèl\tita dalla pubblica opinione. In definitiva si può dire che, se una revisione parLiale della Costitu– zione dci 1946 sembra desiderata. dal pubblico francese, il progetto della Commissione mette l'accento su temi non sentiti, e non prevede invece l'emendamento di nonnè che si sa– rebbe desiderato veder riformare. Ciò è dovuto forse al fatto che, se è vero C'he il clima politico del 1950 non era più quello del 1946, è pur vero che il clima del 1953 non sembra più essere quello del 1950: il Parla– mento, chiamato oggi a pronunciarsi sui lavori della Commissione incari– cala quasi tre anni fa di stendere il progetto di revisione, non potrà non tenere conto della mutata situazione– politica. L'opinione pubblica ha k sue csi-' genze, e ciò ci permette di sperare che, se essa riesce a farsi udire du– rante la lunga procedura di rC\'isione, il progetto della ComnV.ssion(' possa uscire dai lavori pad amentari profon– damente mutato. E qUl'Sto an.drebbe– a tutto vantaggio ddh. democrazia francese C' ad onon' dI'I suo Parla– mento. (;...uo Pl!HI~1 SULL' UNITA EUROPEA UN CONSENSO Caro Codignola, mi accingevo ad i1H!inrti alcune mie considerazioni sull'Unità Euro– pea, quando mi è pervenuto il N u– mero 20 di c Nuova Repubblica > il1 cui iuttociò ch'io olJ~UO scritto era gid slato da te dello e pubblicalo~ 'IQ_ turalmente in miglior forma e con maggiore autoritd, nell'articolo di 1011- do c Come fare l'Europa? ;). Non mi resta qui,ldi che compiacermi e ral– legrarmi che il mio modesto parere su U11 così grave argomento, collimi con tanta precisione con il tuo auto– rel/ole giudizio: c Non è possibile ac– cettare la ratifica della C.E,D. senzn che questa sit, preceduta dalla isti. il/Lione efleUiua di organi politici so– uranazionali! >. M i auguro intanto che < Nuovo Repubblica ;) continui ad esser pale– stra di quel nuovo verbo di libertà e di chiarezza di cui, in quest~ora di indecisione e di smarrimento~ si ha Imito bisogno. tt;() UL.~HI Roma NUOVA REPUBBLICA 9 11'&' D' C ' N A" • .....T .C. f.sct il Stil 20 4i tpi lItSt il oHo,acilt Co".i,~ Di,.uie:o: '. UUffI - T. CODIGnaU - l. GRfPPI • P. WlmlflLl I R.d•• i.o"e. Fu-., Pluo della Llbertl 15 (50.998) .4".".InI." •• w"e: FiNaa1l. P1uaa IAd.ipudeDU. 29 (22_058) % poew. 5/6161 (L. Nu_ ll.li. ) FireaR A.hboDam. ...._ L. 800; Sco_.tral. L. 450; PAtero L. 1000; S",t.eDiton L. 5000; Bot.. toHdttGn quota -u. di at-o L 100 u•• .. ,LI L . " _ .4" .....,. L . " Aut.,III . .. t Trl~ • •1Firenze Il, 178 MI 80-12-1162 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi FiIenze, Viale dei Mille, 90 RC'Sponsabile : Trhrmlo CoJigl101"

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