Nuova Repubblica - anno I - n. 1 - 5 gennaio 1953
8 Dunque, con questa legge non si eviterà quello che i partiti minori sperano di !.Congiurare: cioè d1e la democrazia cristiana riesca di nuovo, pur essendo minoranza nel paese, ad avere nella nuova Camera quella maggioranza assoluta che le permetterà di governare ft1cendo a meno proprio dei par1i1iminori. Ma che questo si evi– tasse, era una delle condizioni poste dal congresso sociali– sta di Genova al quale noi siamo fedeli; l'altra condizione posta da quel congresso era che la coalizione avesse un pro– gramma comune, fissato in precedenza, non solo un pro– gramma negativo, cioè che il governo attuale abbandonasse quei disegni di legge che anche i socialisti democratici considerano come pericolosi per la libertà e per la demo– crazia, ma un programma positivo; un lavoro comune da compiere insieme: magari una sola riforma, magari uno sforzo concentrato su un solo problema. Che so io : una riforma tributaria più audace di quella, che pure costituisce un merito, del ministro Vanoni, urta riforma agraria più vasta e più socialista di quella, che pure costituisce un me– rito, del ministro Segni. Oppure: la nazionalizzazione delle industrie elettriche, o il problema della disoccupazione. Affrontare sul serio almeno uno di questi problepii e su questo accordarsi politicamente e tecnicamente per risol– verlo ad ogni costo, stabilendo fin d'ora concretamente qua– •le sarà il piano del nostro lavoro; qualcosa di positivo, insomma,· di concreto, di preciso, di pratico, su cui tutti e quattro i partiti fossero lealmente impegnati. Niente di tutto questo. aghi preamboli, dichiarazioni generiche senza costrutto. Ed allora noi ci domandiamo : che cosa vi sia da sperare per la democrazia da questa coalizione puramente elettorale, senza programma, che non garantisce l'avvenire, che lascerà la democrazia cristiana padrona del campo, che lascerà in disparte i partiti minori, fin d'ora diffidenti contro il par– tito maggiore? Li lascerà a protestare, ma ormai esautorati di fronte agli elettori dall'aver partecipato anch'essi a questa combinazione contabile. Come si può sul serio pensare che tutto questo possa servire a garantire la stabilità della de– mocrazia? La democrazia non si salva con queste ortopedie elettorali, con questi tentativi di mettere insieme in una gabbia di fil di ferro materiali fluidi ai quali manca ogni omogeneità e ogni coesione, senza accorgersi che dalle maglie della rete il materiale cola via da tutte le parti. Il pericolo non è a sinistra Cèrto sarebbe da incoscienti non accorgersi che la situa zione politica italiana è grave; grave per ragioni italiane, ma soprattutto grave perché è grave la situazione del mon– do e l'Italia è come il frammento. di uno specchio in cui, come un microcosmo, si riflette la situazione del mondo. Ma quando tenendo conto non soltanto della situazione politica interna, ma altresì della situazione internazionale e strategica dell'Italia (e voi intendete che cosa voglio dire con questa parola « ,lrategica »), io cerco da che parte è oggi in Italia il pericolo per la democrazia, potrò sbaglia– re, ma credo di non sbagliare se penso che il pericolo in questo momento non sia a sinistra. Io concordo in parte con quanto ha detto ieri l'onorevole Saragat: il vero pericolo, in Italia, dipende dalla mancanza di un'alternativa democratica. La democrazia parlamentare, come noi la intendiamo, ha bisogno di questa alternativa, senza la quale rischia di cadere nella dittatùra. Questa al– ternativa oggi, in Italia, non può essere data dai comunisti o dai loro alleati. Io ho fede nel senso di responsabilità dei dirigenti comunisti italiani (Commenli al cenlro e r1 destra), che sono comunisti, ma sono anche italiani, e lo hanno dimostrato nella Resistenza. (Vivi appla11si t11l'esh'e- 111,1 si11is1r,1). Ho troppa fede nel loro senso di responsabi– lità, per non supporre che essi stessi si rendono conto che nell'Italia di oggi, nell'Europa di oggi, la partecipazione al governo dei comunisti non potrebbe realizzarsi in Italia finché la tensione nel mondo non sarà superata. Bisogna sperare che prima o poi possa esser superata senza ca- ot a no Ba CO NUOVA REPUBBLICA tastrofi; ma oggi la ascesa dei comunisti al governo non potrebbe avvenire senza mettere in pericolo la pace, l'in– dipendenza, l'esistenza stessa del nostro paese. Ma l'alternati– va democratica, quell'alternativa che vi è nel Belgio, che vi è in Olanda, che vi è in Francia, che vi è persino nella Germa– nia occidentale, è l'alternativa socialista. E della situazione di pericolo in cui la democrazia italiana si trova per mancanza di questa alternativa, grave (mi permetta di dirglielo, Ono– . revole Nenni) grave è la responsabilità del partito socia- lista italiano. Finché il partito socialista italiano rimane chiuso e confuso col partito comunista, la stessa fatalità, lo stesso isolamento di ordine internazionale che grava sul partito comunista grava sul partito· socialista. (Appla11si r, sinistra, al centro e a destra). Questo vostro conformismo, questi vostri silenzi ... Qualcuno dei vostri ieri mi doman– dava se era vero che io, in questa mia dichiarazione, avrei parlato, come qualche giornalista di fervida fantasia aveva annunziato, del processo di Praga. No! Io non ne parlerò, come ierj non ne ha parlato l'onorevole Saragat. tl troppo facile fare sfoggio di oratoria su queste tragedie! Devo dirle però, onorevole Nenni, che .in questo momento, in cui noi difendiamo con tutto l'impegno della nostra co– scienza un ideale di democrazia in cui l'opposizione non sia un delitto, in cui la diversità di opinioni non sia un tradimento, il vostro silenzio ufficiale o addirittura il vo– stro consenso ufficiale (Intermzione del dep11taloToglia/li - commenli al centro e a destra), dico «ufficiale», perché so, quando di questo si parla con ciascuno di voi a quat– tr·1cchi, quale è il vostro animo, ci riempie di delusione e di scoramento. (Applt111si a sinisll'tl,al cenlro e_t1deslra). Salvare l'alternativa socialista. Eppure, con tutto questo, anche senza di voi, questa alternativa socialista bisogna mantenerla, bisogna crearla se non c'è, bisogna fare di tutto per non chiudere le strade che possono portare verso questa mèta, perché, ripeto, il pe- ~ ricalo in Italia non è a sinistra. Voi credete che il pericolo sia a sinistra perché a sinistra udite i clamori, talvolta le intemperanze, della gente che soffre, che reclama case, lavoro, pane, tranquillità, dignità di uomini; ma il pericolo vero è a destra, in chi non vuole udire queste invocazioni, in chi non vuol seguire coraggiosamente e democratic~mente le strade che portano verso la giustizia sociale. Il pericolo è a destra. ! in questa stolta e cieca classe di– rigente italiana che è. riuscita perfino a paralizzare in questi cinque anni i fermenti di progresso sociale che. c'erano e ci sono in certe correnti più vive della democrazia cristia– na. Dove sia il pericolo lo ha detto in termini cristiani, un caro. collega di questa Camera, l'onorevole Giordani: « l'amore del denaro che soffoca l'amore del fratello». Ora, io non credo che la nostra democrazia socialista si salvi alleandosi, anzi dandosi prigioniera a quel partito, in un'ala del quale ·hanno stabilito la loro roccaforte le classi abbienti : queste classi nelle qual i purtroppo l'amore del denaro soffoca l'amore del fratello, e contro le quali i socialisti, se vogliono rimaner tali, devono essere in prima linea a combattere. Né credo che per rafforzare, per enucleare quei fermenti sociali, che nella democrazia cristiana sono presenti e vivi e ai quali saremmo onorati di poter dare, in una libera intesa, la nostra collaborazione, ma che sono per ora im– potenti e prigionieri nel loro partito, giovi consegnare pri– gioniero alla democrazia cristiana anche il nostro socia– lismo democratico, coi suoi ideali di giustizia sociale; questi nostri ideali e questo nostro socialismo che se oggi non han– no in Italia un peso parlamentare decisivo, contano nel paese assai più di quanto gli scettici pensino, e sono (e dobbiamo fare di tutto perché siano) l'apertura e la riserva del domani. Questa legge t'lettorale, se passerà, sbarrerà questa aper– tura; coinvolgerà di fronte all'opinione pubblica i partiti minori nello stesso discredito, nelle stesse pesanti' respon– sabilità della demoaazia nistiana. Il peso decisivo dell'opinione pubblica · Vorrei, onorevoli colleghi, che questa legge elettorale po– tessimo considerarla un momento sotto l'angolo visuale degli elettori, sotto l'angolo visuale di quella opinione pub– blica lluttuante, variabile, vigile, guidata spesso da im– pressioni irrazional_i, ma sensibilissima ai ricl1iami di certe onestà elementari, a quelle esigenze di schiettezza e di sanità morale che sono nel fondo della coscienza del nostro popolo. Attenzione, signori, attenzione! Valutate bene le rea– zioni che, su questa opinione pubblica, può avere questa legge elettorale, di cui· noi, coi nostri sofismi, possiamo anche trovare ingegnose giustificazioni giuridiche e politi– che (siamo qui per questo!), ma di cui il popolo intende una cosa sola; che essa dovrebbe servire per far sì che ri– manga al potere una maggioranza fabbricata artificialmente, una maggi.oranza d1e in realtà non è più maggiorrnza. At– tenzione! (Comme/7/i al renlro e r1 destra). • Persate, onorevoli colleghi, a quello d1e è accaduto alle elezioni presidenziali in America. Il rilievo non è mio, ma è di un editoriale del «.Mondo Economico », in cui mi è parso cli riconoscere il pensoso stile di Ferruccio Parri, nel quale si osserva che l'esito delle elezioni, contrar,iamente alle previsioni logicamente razionali, è stato dovuto soprat– tutto al peso di quella massa intermedia di elettori politica– mente incerti e non qualificati, di quella massa di onesti elet– tori senza partito, che obbediscono soprattutto a moventi di carattere sentimentale : a quel senso di sazietà e di nausea _per un governo d1e ha. durato troppo a lungo e si è im– padronito di tutte le cariche e di tutte le prebende, in modo che nell'opinione pubblica è entrata l'idea che sia venuto !he lime for a chmige, il tempo di mutare, e di ribellarsi a tutti i privilegi accumulati e a tutte le corruzioni divenute un sistema di governo. Onorevoli colleghi, diciamocelo fra noi : questo senso è largamente diffuso anche in Italia. Sì, ci sono gli iscritti ai partiti che marceranno secondo il programma del loro partito: i fedeli democristiani, i fedeli comunisti, i fedeli socialisti; ma vi sono gli scontenti, vi sono i delusi, i nau– seati, gli assetati di verità, gli assetati di onestà politica ed amministrativa, quelli che, caduto il fascismo, credevano nella libertà, nella Repubblica, nella Costituzione; credevano che quello che è scritto nella Costituzione fosse stato scrit– to sul serio; credevano che veramente, caduto il fascismo, sarebbe venuto nn rinnovamento morale nei sistemi di go– verno, un ansito di purezza nella vita politica. Ed ora sono delusi. E questa loro delusione, in parte giustamente e in parte ingiustamente, la fanno ricadere sulla democrazia cristiana. Sono a migliaia in tutti i ceti le persone che la pensano così. Noi li conosciamo, voi tutti le conoscete: li sentite nelle conversazioni, li incontrate in treno, questi elettori delusi che, quando vi parlano delle elezioni, vi dicono : « A qualunque partito darò il mio voto, ma alla democra– zia cristiana no». (Commen/J). C'è questo disgusto, questo discredito, di cui bisogna tener conto, per non andare incontro ad amare delusioni. Una voce dall'estrema destra. Peggio per loro! CALAMANDREI. Vedete, onorevoli colleghi, qualche fiducia questa gente delusa la conserva ancora nei partiti minori, specialmente nel nostro. Ci sentivamo dire: « Voi siete un partito di gente onesta (di gente politicamente one ta, s'intende); siete democratici sul serio». Ed invece, c:on questa legge, anche questa fiducia svanirà. L'uomo della strada dirà: « Premio di maggioranza, imparentamento; siete tutti di una risma, siete tutti di un colore; ed allora io vo.to per l'estrema d<;!strao per l'estrema sinistra». ( Commenti). Di questo stato d'animo, di questa primitiva ma sana sensibilità degli elettori, noi democratici, d1e crediamo nelle istituzioni parlamentari, non possiamo non impensierirci. Gli elettori, specialmente gli elettori italiani, di questo po– polo ricco di saggezza e di sensibilità umana, non sono masse inerti, a cui si possa presentare un sistema elettorale con la sicurezza che lo adoperi ad occhi chiusi, senza cer– care di rendersi conto di quello che c'è den_tro, e di capire il segreto .del meccanismo. Il popolo italiano anche in mate– ria elettorale non è come il popolo dello ancien régime: « laillable e/ corvéable ,ì merci»! Quali saranno le reazioni degli elettori a questa legge) Intenderanno che gli uomini dei partiti minori, che l'hanno accettata, sono stati mossi· dall'onesto e sincero proposito cli salvare la democrazia) Se la legge sarà approvata, io mi auguro che gli elettori fluttuanti, la massa di centro, lo possano intendere; ma io ho il timore che proprio questo apparentamento, che a chi sta fuori puç, sembrare una ~pecie di complicità dei partiti minori con la democrazia cri tiana, sarà il meccanismo, che farà riverberare sui partiti minori l'ostilità irriducibile accumulata in questa massa elettorale fluttuante contro la democrazia cristiana, e che, coinvolgendo tutti nella stessa difli:deiìza, farà sl che questi elettori o si asterranno dal voto o si decideranno a votare per le ali estreme~ probabilmente per l'estrema destra, poi– ché_ in questa massa di gente politicamente disorganizzata e non qualificata opera prevalentemente il terrore del co– munismo, che li dissuade dal votare per l'estrema sinistra. Così, e questi nostri timori fossero fondati, una legge, fatta per salvare la democrazia, diventerebbe uno stru– mento per spingere la democrazia nel baratro. Tanto che c'è da domandarsi come mai i partiti di estrema, ma spe– cialmente quelli dell'estrema destra si mostrino cosl ostili , a questa legge: la dovranno ringraziare, se avranno più voti di quanti alla vigilia delle elezioni osavano sperare. E poi c'è una ultima osservazione da fare, che è di inte– resse comune a tutti i partiti : la dignità del Parlamento, il discredito, che questa legge seminerà sul .futuro Parla– mento, dove, come è già stato detto, vi saranno i deputati che rappresenteranno, poniamo, ciascuno 70 mila elettori, eletti con una lotta faticosa e leale, autorevoli per il peso di elettqri che ciascuno di loro avrà dietro di s~ ed ingran– diti nel mito come gli unici legittimi rappresentanti del popolo, ed i deputati che rappresenteranno soltanto 30 mi– la elettori o giù di lì, eletti con un espediente, senza il crisma della dura battaglia democratica: un po' la differenza
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