Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

70 NUO\'I QUADERNI DI GIUSTIZIA E LIBERTÀ cli rigore, di serietà appunto, e come di puritanismo: un'avver– sione marcata per la retorica, un orrore per le parole e per ogni ,·ana esteriorità. un disdegno quasi scontroso per ogni forma di ('Ompromcsso, per qualunque iniziativa che potesse anche solo get– tare un'0mbrn sulla Jimpirlt·zza della linea seguìta e da seguire. r:: per questo che, in tanti mesi cli guerra partigiana, nell'ambito del– la l Divisione Alpina 11 G. L. 1> (tanto per restare nel campo di una esperienza diretta), non si tenne un solo discorso commemoratiYo o celebrativo, non ci furon mai proclami ed ordini del giorno, non ,·(:nncro mai fatti encomi e citazioni e proposte di ricompense per chi s'era disrin10 in comba1timcnto, e ,·ia C:icendo. Ed è per quesro rhe m:1i. da prtrte delle formazioni partigiane del Cuneese, ci fu. non dici;rn10 un accordo, 111:i anche solo una tratlativa colle auto– rità nnzif:.isciste per tregue, concessioni di passaggio cd altri com– promessi c:cl genere. Quando i ,·ari prefetti Quarantotto e Galardo. o il comando germanico, o gli ufficiali della e1 Lit1orio n o della (C .\rontcrosa u rnanda,·ai10 t•miss~\ri, I.' facen1no a,·ancc5, l:i. ris1)0StJ. <ll'i gicllisti (per dìfticili che potessero essere i momenti} era u sem– pre,,. irl\'ariabilmenre. un.1 sola: con tcdesrhi e con fascis1i non si traila! ( :\'on è male mettcn• in rilievo questo punto, ora che ve– diamo n·rti scriuori raccontare, con sorprenC.:ente disi1H'oltura, di p:irti!?iani che, p. e~., dopo .ner brilb.ntemcntc b:Htag-liatn contro un presidio nemico, si accordano. coi fascisti lasciando loro ìe ar– mi, ma farendo!--i dare i ,·in·ri e ,l'autorizzazion<-· per il libero trnn– situ; o di un capo partigiano che, C.:m·endoricevere la visita di un romnndantc te.desco che Ya da lui a parlamentare, gli fa trovart:. ;1d ;1ttenclcrlo. un picchetto schierato che rende gli onori col pn:– Sl:ntat'arm ! Roba similt:, nel nostro Cunel'SC\ dalla Bisnlta alla \"alle V::iraiw, non se ne , iC.:c mai). E lo spirito di ~erictà si manifestò ancora sotto un altro aspetto (anche questo già accennato in precedenza): in quanto cioè nes– suno dei dirigenti del partigfana10 cuneese (e fra essi v'eran stari e ,·'erano uomini di non comune ,·alore e di vasta popolarità, che eran veramente j creatori e, in certo senso, i H domini 11 delle for– mazioni), - nessuno di quei dirigenti diede il sLO nome alle ,arie unità. Non si sentì mai parlare Gel << Gruppo T'izio no delle << For– mazioni Caio,,: tutti sapevano che questa o quella formazione o g-ruppo di formazioni era nelle mani di questa o di quella persona; ma a nessuno saltaYa in mente C:i usare, per caratterizzarle, il nome della persona stessa. In questo anonimato personale sta, a nostro an·iso, uno dei tratti salienti del mondo partigiano del Cuneese: e per spiegarselo. bi~ogna appunro risalire a quel particolare spi– rito di cui s'è parlato. 22. - Guerra panigiana vuol dire guerra popolare, , uol dire <espressione e messa in mo\'imtnto C:i nuo"e energie democratiche-. vuol dire politica dei CLK. L'epoca delle <<repubbliche» segna

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