Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
44 NUOVI QUADERNIDI CIUSTIZIA E. LIBERTÀ. di cui risponde. Gli atti di indisciplina e le scorrettezze vengono puniti con sanzioni varie, che ,anno, p. es., dalla esclusione, per un periodo delerminato, dalla distribuzione di tabacco, al raddop– piamento dei turni di guardia, alla espulsione dall~ banda, al 1'. pa– lo n. Per i reati più gravi, funziona il tribunale dt ba~d~, e ~1 ar– riva anche ::i.Ila fucilazione. Si tende già .'. l.ci u na spec1alizzaz1onc, ad una specificazione di compiti nell'interno dei reparti: in certe bande 1 p. es., si attua una suddivisione dei partigiani in ((squadre d'assalto)) e ((squadre logistiche n, queste ultime formate anch'es– se da combattenti ma essenzialmente di seconda linea, e col com– pito immediato di provvedere, durante le operazioni, ai trasporti di viveri e materiali, con conseguente alleggerimento delle forze di prima schiera. Si cura al massimo l'inquadramento dei reparti, pre– occupandosi non solo degli ufficiali, ma anche dei sottufficiali. Ognuno ha le sue mansioni e la sua competenza, si fanno dei corsi di addestramento (per es. per sabotatori), si costituiscono dei pic– coli reparti specializzati (p. es. di esploratori), si organizza l'in– tendenza: è come un piccolo esercito che si v:i. creando, coi suoi apparati di comando, coi suoi servizi, colla sua u naja n. Questa cc milirnrizzazione 1) non è affatto in contraddizione coo la ((politicità n delle formazioni in discorso. Anzi, in certo senso, nt: è una logica conseguenza: proprio perchè le formazioni <e poli– tiche H eran le più consapevoli delle ragioni e finalità della guerra partiginna, proprio pcrchè il loro spirito di lotta si fonda\a su pil'r vast~ e profonde basi, proprio per questo esse dove,:ano u militariz– zarsi ,., Stppurc u cx novo H. E' c,·idente cht qualsiasi complt:sso di persone che voglia s,·ol– gere continu<1tivaml'ntc un'attività militare, che voglia fare hl guer– ra, non può procedere con metodi ((anarchici 11, ma deve mettersi sul piano miitare accettando una disciplina ed una gerarchia mili– tare, cd uniformandosi a quelle regole la cui ossen:anza, come inse– gna una millenaria esperienza, forma condizione essenziale per l'eL ficicnza di quasiasi organizzazione armata. C'è, in ogni problema militare, un lato tecnico, che nessuno può sopprimere o ignorare~ Ma tutto questo apparato militare, questa disciplina e gerar– chia, non poteva esser per le formazioni partigiane, come invece è tanto spesso. fatalmente, negli eserciti regolari, il peso morto di una grave tradizione, ossia qualcosa che si muove e va avanti per forza d'inerzia, meccanicamente H ricevuto u e cc subìto n, pili che ccespresso n e intiman,1e1He « consentito n. La u militarizzazione>) fu voluta e promossa tra le formazioni u politiche n come un perfezio– namento orgnnizzati,·o, come accrescimento di efficienza e di con– sistenza. Fra l'antimilitarismo della prima maniera e questo umili– tarismo ,, della seconda, non v'è antitesi: al contrario, son due fasi diverse e successhe di un medesimo processo. Era cioè lo spirito della guerra popolare e rivoluzionaria che si creava, cd accettava,
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