Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
38 NUOVI QUADERNIDI GIUSTIZIA E LIBERTÀ lìnc di gennaio, questo argomento formò oggcuo ?i discussione in un convegno tenutosi in Valle Pesio. Là, un ufficiale che era stato fra i più brillanti esponenti della banda di Boves, sosteneva che, ,·isti i risultati del primo esperimento, bisognava abbandonare l'id~a di costituire o mantenere delle formazioni numerose, composte 111 prevalenza di (t uomini»: secondo lui, la miglior cosa snrebbe stata formare dei piccoli nuclei di sabotatori e di terroristi, composti esclusivamente di ufficiali, con, al massimo, qualche uomo per i bassi servizi. Questa idea (del resto condivisa da molti anche al– trove, specie r'ra i u militari 11) trovò largo seguito fra i presenti al convegno, ma i << politici II la contrastarono decisamente: la guer– ra partigiana do,·e,a essere la guerra del popolo italiano; per quan– to possibile, essa doveva essere impostata e mantenuta su basi e in 1rrmini tali da interessare e coin\'olgere il maggior numero di per– sone. Sotto il secondo aspetto, poi, le formazioni dovevano esser con– Sl'n·ate e potenziate, non solo per la miglior disciplina cd efficienza dc~li uomini già alle armi, ma anche per una funzione che si ri– \Clcrà sempre più importatile nel corso della guerra: quella di co– stituire dei centri d'attrazione e, come dire?, di coagulo, oltrechè delle basi d'inquadramento, d'ulteriori forze. Infatti, come l'espe– rienza do\·eva poi luminosamente confermare, tre cose eran da tc– nn presenti: primo. che molta gente sarebbe andata in montagna solo se ci fossero già. delle formazioni costituite ed efficienti; se– condo, che. questa gente si sarebbe diretta proprio verso q_ueste for– mazioni, ri,ersandosi sulle stesse; terzo, che solamente formazioni bene organizzate sarebbero state in grado di assorbire e d'inqua– drare le masse dei nuo,·i venuti. Per questo non si doveva m'oliare, e non si mollò. Quel periodo fu per i partigiani del Cuneese come una H battaglia difensiva 11 contro lo scoramento e il pessimismo e le difficoltà d'ogni genere: fu, vorremmo quasi dire, una piccola ::\1arna morale. Tutte le più brillanti azioni, i maggiori successi, le imprese più ardimentose e più riuscite che vennero poi (e furono tante 1), non valgono, forse, quella oscura ed invisibile somma di tenacia, di coraggio, di riso– lutezza e di fermezza, grazie a rui si potè durare la prova, e su– perare la crisi di gennaio. 12. - In febbraio, il punto morto della crisi fu superato. e, comr– per '.nirarolo, la _situazione si rovesciò. Di colpo il partigia.na10, quasi fossero sta11 bruscamente recisi i vincoli che lo comprimevano e tra.ttene,·ano, si rimise in movimento, e fece un balzo m·anti. Una leva indetta dai fascisti provocò una massa di renitenti: e questi si riversarono in montagna. L'atmosfera pressochè di ter– rorl~, o comunque di pesante preoccupazione, che gravava sulk porol.:1zioni, in breve volgere di tempo si dissipò; di nuovo un'on-
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