Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

' 36 NUOVI QUADE.RNI DI GIUSTIZIA E 1 IHERlÀ spiegazione, a nostro a,:viso, va cercata non tanto s~1~terreno tec– nico-militare, quanto piutosto su quello morale e poltuc~. La Ban– da << Italia Libera n potè affrontare·la prova, e sopravvivere, pro– prio, essenzialmente, per lo spirito che l'anima"a e per. la sua so– "lida base ideale, oltrechè, naturalmente, per_ la sua c~fic.1cnza stret– tamente militare (che del resto, in combatt1mcnto, s1 nvelò. su~e– riore al previsto). Quello che i critici superficiali e malevolt chia– mavano i.I suo 11 politicantismo n, era in re~ltà ~na. fo:za ferrea, e fu I& sua ragione di salvezza: alla pro,·a dei fato, s1 ':'1de_che que– ·sto 11 politicantismo H, ossia la fermezza della <letcrm1naz1one mo– rale, e la coscien7..a politica che ispirava e sosteneva .I'az !o.ne m!– litare, era di gran lunga più utile e fruttuosa che ogni abilità atti~ vistica, che ogni sia pur generoso spirito d'avven_tura, che. ogni pretesa di apolitictià. Per questo la banda potè vacLilare e p1ega_re •-sotto i colpi, ma non cadde: sia pur duramente provata, restò in ·piedi. 11. - Verso la metà di gennaio, dunque, il partigianato cu– neese era in crisi. Eliminate le bande di Boves e della Valle Gesso, messa fuori combattimento e ridotta a scarsi gruppi inefficienti e disorganizzati, la banda della Valle l\faira, passata volontariamente in liquidazione quella di stanza. sopra Borgo S. Dalmazzo, resta– Yano soltanto, come formazioni organiche d'un certo rilieYO, due unità: la Banda e( Italia Libera)), nelle sue due sezioni di Paralup -e dintorni, e di i'ladonna del Colletto-Baut, e la banda dì ex-bo– vesani, stanziata nel Vallone dell'Arma, sopra Demonte. Quest'ul– tima formazione, però, lascerà la zona in febbraio, per portarsi nel :Monregalese (Val Ellero). Viceversa. erano arrivati in Valle Va– raita i garibaldini, prO\·enienti dalla Valle Po: allora (e così del Testo anche in seguito), più che garibaldini, erano generalmente . d1iamati u comunisti 11. La situazione era, decisamente, di crisi: e ciò non solo per i Tovesci subiti dalle formazioni, ma anche per altri motivi, di vario ordine. Intanto, non il minimo segno di un prossimo sbarco al– leato (la grande speranza, il grande miraggio che sosteneva tanta gente!): lo si era aspettato tanto, ora pareva che non do,·cssc Ye– nire mai più. La sia pur scarsamente efficiente organizzazione dei <eomandi di settore e provinciale 5j era sfasciata: i comandanti era– ·no scomparsi, nessuno, fra i partigiani, ebbe più il bene di ,,ederli. D'altro canto, le atrocità commesse dai tedeschi nel corso dei ra~ strellamenti avevano profondamente impressionato, e scosso seria– mente l'animo di parte della popolazione: parecchia gente era or– mai titubante, e non più propensa ad appogo-iare concretamente il movimento partigiano, come lo era stata pri~a, nel trasporto del– l'entusiasmo. Questo stato psicologico era stato prontamente sfrut– tat?, e P?rtat? in certi luoghi quasi al grado di terrore, dalle au– tontà naz1fasc1ste, con l'emanazione di feroci bandi, cui si era data

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