Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
VENTI MESI DI GUERRA PARTIGIANANE.L CUNE.E.SE 33 pili specifica. di car:1t1cre politico f• sociale, F.' la ragione che m'è capitato di sentire enunciare dal cardinal Fossati, arcivescovo di Torino: vale a dire, che quei preti. per la stessa loro estrazione so– ciale, e per gli stessi loro modi di vita, erano i più vicini al po– polo. ave\·an sottomano i\ polso del popolo, e scntivan direttamente le esigenze e le aspirazioni del popolo. Lo stesso è a dirsi per certi preti di città: ricordo, per tutti, quel parroco di Cuneo, cappellano delle carceri - autentico figlio del popolo - che, padre e fratello dei partigiani carcerati e dei perseguitati politici, durante i lunghi venti mesi della oppressione. prodigò il suo cuore e la sua intelli– gente opera sereno, generoso e fermo sempre, anche nelle più dif– ficili e delicate situazioni. In effetti, la guerra di liberazione era una guerra popolare: per questo, essenzialmente, il basso clero l'appoggiò. Se non ci fosse stata questa base popolare, se alle loro spalle i partigiani non a\,essero sentito la massa 'della popolazione, col suo \-asto consenso e col suo attivo concorso. il movimento parti– giano non a\-rebbe messo radici, e non si sarebbe sviluppato in quel modo grandioso che tutti sappiamo. Sarebbero bastati, a sof– focarlo e sradicarlo. i carabinieri, i quali nell'autunno '43 - non rlimentic_hiamolo - st~vano ancora prudentemente alla finestra, quando non erano decisamente ostili ai partigiani, che era comodo considerare per lo meno quali perturbatori dell'ordine pubblico: come fecero, tanto per citare un solo caso, i carabinieri che a Borgo S. Dalmazzo, \·erso la metà di novembre, dopo d'a\ier inutilmente tentato d'arrestare Galimberti e un compagno, non esitarono ad aprire il fuoco, provocando uno scontro vivace. Ma il popolo, si sa, è più potente di tutti i carabinieri del mon– do, reali o non reali che siano: per questo i partigiani poterono vivere, e vincere. m. - Alla fine del '43, sopravvennero i grandi rastrellamenti invernali, con cui i tedeschi si proponevano di ripulire il Cuneese dalle formazioni partigiane. Fu un vero ciclo di operazioni, che ah– hracciò, una dopo l'altra, le varie valli. La Valle Stura (dove, come abbiamo detto, s'era insediata una banda di ex bovcsani) venne però ((saltata ,i; probabilmente, l'eccezione fu determinata dal fat– to che la banda era di costituzione assai recente, e sfuggì perciò al– l'attenzione dei tedeschi, o comunque non yc1111e considerata come preoccupante. Lo stesso può dirsi, forse, per la Valle Varaita. La prima ad essere attaccata fu &>ves, l'ultima la Valle Grana: si co– minciò e si finì colle formazioni più forti. 11 3r dicembre i tedeschi, con forze ingenti, appoggiate da ar– tiglieria e mezzi corazzati, attaccavano le posizioni di S. Giacomo: <.· ne seguiva una battaglia violenta, che si protrasse per tutta la giornta. Avvertita dell'attacco nel pomeriggio, la Banda ccItalia
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