Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
76 NUOVI QUADERNIDI GIUSTIZIA E LIBERTÀ •('ito alcuni casi: un tenente colonnello, dopo d'aw•r promesso for- 1nalmente ad alcuni <( politici Il, fra lacrime e singhiozzi, di_trova_rsi -a un certo luogo cd ora per incontrarsi con l?ro, e ~~ose_guire qmn– di insieme ,·erso la sede della banda, non si fece piu vivo, assolu– iamentc; risultò poi che se ne stava rintanato, trav~st~to da _pastore o da cacciatore in una frazione montana a brevissima çhstanza. Qualcosa di sin~ilc fece, pili tardi, un mag~i?re; che "antava r~p– porti particolari con Galimberti e con am1c1 d1 questo: prom1s~ formalmente di andare in banda, ma poi si guardò bene dal farsi , "edere, nè mai diede alcuna giustificazione. AItri invece motiva– vano espressamente I~ loro renitenza: così un colonnello, assai noto e popolare, circondato da grande stima, accampava una infermitl1 (dei resto esistente), ma sopratutto non nascondeva la sua scarsa fiducia nel movimento partigiano, come- era organizzato allora; dice\"a che avrebbe preferito assumere un comando quando i par– tigiani fossero stati battaglioni e reggimenti, e che per il momento non vede"a una seria organizzazione. Un capitano, uscito dalla -SGuol;: di guerra, dichiarava di sentire come suo primo dovere quel– lo di passare le linee, o di andare in Corsica, per (f riprendere il suo posto )I nell'esercito! È che tutti questi ufficiali di carriera, per la loro stessa H forma mcntis n e per il loro abito professionale, non .sentivano assolutamente le ragioni, il valore e le prospettive della guerra partigiana, e si ritrae-vano con spavento dall'idea di mesco– brsi con degli cc irregolari n. tanto più allora, che la partita era .aperta, e si trattava di gettare le fondamenta o di consolidare quel– le appena gettate, senza sapere come le cose sarebbero andate a. finire. Fu così che le formazioni u politiche n ( e d' alt ronde anclw quelle <t militari )1) del Cuneese non ebbero, alla loro te-sta, alcun:i {I personalità JI militare. [ loro comandanti, le formazioni se li ft– •cero e se li allevarono da sè: e non fu certo un male! 7. - Nonostante differen7-C notevoli come quelle sopra accenna. te, tutte le formazioni, qualunque ne fossero le origini, lo spirito ·e le tendenze, collabora"ano sul terreno comune della lotta, affratel– late dalla identità dei compiti immediati e inquadrate in una mede– sima organizzazione militare. Er~ l'orga.n.izzazione facente capo al CLN del Piemonte, ed ..al Comitato M1luare che di questo era emanazione. li comando re– gionale delle forz_epartigiane era stato affidato a un generale (noto anche per essere 11 detentore d'una quantità di milioni della IV Ar– mat~),. il .quale a ~ua vo!ta aveva provveduto alla ripartizione del !erntono rn zon~ e, sctton, e alla nomina dei rispettivi comandanti. in persona - s'intende! - di ufficiali superiori. Comandante della p~o.vin~ia di Cune~ era difatti un colonnello: e la provincia era sud– •d1v1sa 111 .tre S('tton, a loro volta coma.,..-Jatida colonnelli (o tenenti <eolonnell, che fossero). Il I Settore era quello del ~lonregalcse.,
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