Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
VENTIMESI DI GUERRA PARTIGIANANEL CUNEESE 23 neo al quadro del Partito Democratico Cristiano, e rispondeva, <'Ome accenneremo pili a,·anli, ad altri impulsi e, ragioni che non una specifica inizia1iva e diretliva di partilo. Ciò premesso sulla posizione dei pariiti rispetto alla g-uerra par- 1ìginna, è chiaro come nel Cuneese, in quel primo periodo, sopra– tutto il Partito d'Azione, e le forze combnucnti da esso pro,noSSC' (•d organizzate, potessero presentarsi quali esponenti d' unn cerrn impostazione di quella guerra: l'impostazione politic:t e rivoluzio– naria, in contrasto con quella puramente u patriottica II e ((militare)>, impersonata essenzialmente dalla banda di Bm·cs (che era la più .agguerrita e la meglio organizzata), ma condi\·is.1 anche da tutte le :tltrc formazioni cosiddc11c u militari n della zona (insisto sul u co– "iiddctto 11, poichè evidente anche le bande cosidde11c u politiche)) erano formazioni militari nè più nè meno delle altre, come queste non proponendosi degli scopi di ricreazione o comunque pacifici .. ma degli scopi di guerra). La tesi bo,esana era che le formazioni <lo\'cssero essere apolitiche. La guerra era "cdut:\ e sentita essen– zialmente sulla base cl' un moti,·o nazionalistico-patriottico, come :.!'t1crracondott:\ contro lo straniero in\'asorn e contro i traditori fa. ~risti, che disobbedivano :il ccg-m·erno legiuimo II di Badoglio. Quel motivo si con,·erti,·a poi nell'altro, monarchico-militaristico, del– la guerra contro i nazifascisti come conseguenza d'una permanente fedeltà al giuramento prestalO, come una questiom: di onore pro– ft:ssionale e quasi (t di servizio 11: donde una profonda insensibilità per quanto di schicllamcnte nuo,·o, di ri,oluzionario v'era (e sem– pre più doveva esscn·i) nel 1110\'imento partigiano, cd una tendcn– /.. a a considerare le nuove formazioni nè più nè meno che come cc re– parti 11, come I( distaccamenti o dell 1 eserci10 regio, che dormiva i "lloi sonni profondi dall'altra parte del fronte. Non si vuol certo sminuire ccl ofTusc:ire quel che cli nobile po– teva esserci in simili a1tcggiamenti (ma veramente. quantf' volte :rn<:hc i reazionari più genuini. seppure inconsape,oli, non presen– tano un aspetto csturiorc di nobiltà?). Ma una cos.1 è sicura: che -<·rnuna impostazione sbagliata. T fatti lo hanno poi dimostrato, dando ragione a coloro che vcdev;u1 la guerrn cli libernzionc non come una comune guerra fra (< slati I)' fr; 11 nazioni 11 e u potenze 1i t· ccg-overni II in conflitto, ma come una vera guerr,1 civilt•, una guer– rn ideologica e politica quan1'altrc mai, una guerra destinata non solo a s<'acciar gli i1w.isori tedeschi e ad eliminart· i traditori fa– ...cisti, ma a gettare le basi per un ordine nuo,·o politico e sociale. Xicntc di comune, dunque, fra partigiani ed cscrri10 regio. ancora 111 mano a generali fascisti e a una dinastia fascista: niente apoli– tiri1ù delle formazioni, ma, anzi. necessità assoluta <li una coscien- 7.a politica, d'una consapc,·olezza delle ragioni profonde della lotta e degli obiettivi \·cri da raggiunger(•; ragioni cd obiettivi che si -i::ompendia\ano, per noi, in due parole: rivoluzione democratica. Questa appunto fu, sin dal primo giorno, prr una felice e giu-
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