Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
STAMPA PARTIGIANA DELLE G. L. PIEMON'TESI La ,·i1alità del mo,·imcnto partigiano che nel Piemonte sorse e si s,·iluppò sotto la bandiera di Giustizia e Libertà si manifesta evidente in tulla una fioritura eh stampa clandestina. Sulla Yecchia tradizione elci giornali di trincea - che nella prima guerra mon– diale avC\a dato frutti particolarmente interessanti fra le truppe :1\– pinc - s'innestava, nella guerra di liberazione, l'esigenza fortissi– ma di una tenace opera di chiarificazione politica, che non poteva essere affidata unicamente ai commissari. La dislocazione e l'auto– nomia dei reparti, l'assidL&oimperath·o dell'azione bellica, offensiYa e difensi,·a, e infine la necessità - sempre più acutamente sentita col procedere del tempo - di far partecipi le popolazioni locali del– la ,·ita e degli interessi che il partigianato portava con sè, rende– vano indispensabile la prescn1.. a., quanto più possibile continua, di una vasta quantità di stampa. Fu così che, superato l'inverno 1 43-'44 e la durissima fase del primo assestamenlo e seiczionamento delle unità. e allorchè le for– mm~ioni e( Giustizia e Libertà,, presero a sempre pili decisamente individuarsi nello scacchiere della resistenza, gli l1omini che allora ne costituivano il comando periferico di gran lunga più auivo cd importante - ossia i com1>0nenti del Comitato militare piemontese del Partito d'Azione - decisero nel febbraio 1944 di dar vita a un giornale partigiano. (1 li Partigiano Alpino)) (che ebbe poi anche un'importante edizione lombarda) nacque così, per volontà di Brac– cini, Delmastro e Jen·is che dovevano cadere di lì a poche setti– mcu1c1 di Galimberti, allora com·alescente della ferita riportata nel rastrellamento di Val Grana (di cui proprio nel primo numero tro– viamo il resoconto), ed ebbe nella testata la penna alpina e il pro– filo dei monti: simbolo di ripresa della più valida tradizione mili– tare, quella del soldato rech ..tato sul posto, che combauc in difesa del proprio suolo e della propria casa. Quanto si sbagliasse chi mt·ssc invece temuto di ran·isard un gretto spirito di campanilismo o, peggio, di attaccamen10 alle istituzioni del regio esercito, basta\·a a dimostrarlo il primo numero, che pone\·a subito il problema della guerra partigiana come principio della rivoluzione contadina e che. precisando nei confronti del giornale l'iniziativa e la responsabilità clellP. d'A., indica,·a espressamente tra gli obiettivi della lotta l'ab- 13
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