Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944

84 - sterna insomma il quale abbia in s,è stesso un meccanismo di sele- z'one e di riea:mbio. . Sol'tanto a qu"'1Je oondizioni, io cnedo, la ri!forma rpotrà essere Jib.erale nel ffi.!O spirito ed M:tu.arsi senza pericolo per Ja ~u– z1one. Capo Il. Princìpi ·essen.zi. <lti deUa riforma. Sulla ba,:,e di queste pr ,eme.se , io c!10doche la .-wrma agra– ria italiana potrebbe impemiairsi sui principi ohe seguono: a) Data ·• la estrema varietà dell'am'bilente fisico, economico e sociale- », non è possibile ,nè conveniente generalizzare w:ia o 3:1-tra forma di conduzione nè - ta.nto meno - una o altra dimensione dell'a2'ienda. Ci scmo'zone di montagna o di alta collina, .ne!JJe quali ìa difficoltà delle comunooazioni e dell'impiego delle male<:hinenon lascia praticamente alcuna soeltia all'irufuori della impresa fami– glia:i,e(piccole p:ropr:ietà o piccolo affitto, qu~he volta mez1Jadr:ia). Ci sono rone nelle quali è tradizionale la mezmdr:ia e nelle quali quali quindi .ba formazion,e di grandi .aZiiende .a -3.alariati ,r-a-pprresen– terebbe un .-egre,so &e non economico, sociale, ed :incontrerebbe forte resistenza da parte di tutte le categorie :interessaite e special– mente degli stessi mezzadri. Ci sono invece zone dove la grande azienda a sail.'a!rfati è la .regolal e dove manca quindi, ad. lavoratori ogn.i attitudine alla gestione più o meno compiutamente in.din>en– d·ente. Quindi io cre<loche si debba partire da!ie dimenslooii di azienda es;stenVi e da[le efi~tenti forme di conduzione e attuare neH'Qhl'l,bi:to di q~este, dci prcvvecl,,menti tendent, a mod,jica"1e la distribuzione del redwito e a; determìna,e la 'immissione immecliata o graduale di « sem,pr,e più vaste ~&e di lavoratori nel godimento diretto ed integrale della teTro ». Aggiungo, a questo pr<Ji)OSito, che (<:eme •già a< :oenna.ro dai re– dattori die:l programma di G.L.) sembra anche a me necessar:i o ooin– clere nettamente la riforma agrar:ia dal problema, del latifondo e del suo eventuaJ.e frazionamento: il probllema del latifondo -è, in– fatti, in .primo luogo ed iessenziaJm- un problema tecnico-ece>– nomico -e non giuridico e sociale: è il iproblemaid·eUa convenienza di una trasfo:ranazione della coltura estem&va in col~uxa intensiva, ed evenbualmlonte della sostitiuzionie alla unità aziendaJ1e esistente di più unità aziendali meno estooe o addirittur., di. conduzioni fa– migl.i,ari. li che rutto richiede studi tecn:ic<Heronom>cida C'O'mJ)ÌeT,si ca-so per caso e. quamdo questi abbiano dato risultato positivo, ri– chiede ra esecuzione di Javmi di trasfcmnazione fondiaria (costru– ztone di case coloniche, di strade poderal1, di cana:li, àanpiantì vari, ecc.), ~• non anche di viabilità e di sistemazione ògienioa di più va– sta portata: -quindi_OClCOOTOno tempi e mezzi economici, mentre an– chie al fin,edel ra])ldo consOllidamento del nuovo Stato è necessario eh.e la riforma agra~i.a abbia immediata attuaziane. '

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