Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944
138 - mini e delle me11cisulla ten-a. Grone la drcola·z~-ooo libera possa essere stabilita da un piano :i.nternazionale, .e iin priesenza di un piano autarchico ,all'interno, ,è un mistero. Occmre spiegare che il pensiero prevalente fra i compagni di partito nell'Alta Italia. è che il criterio della pia!llificazione debba essere un criùerio d,i giustizia sooia:lista, ossia di democrazia nell'ordine dei consumi? Il piano è un sis!ema di scelte ,pubbliche che si impone, al di sopra delle con– sidierr-azioni di produttività economi.e.a, per solle,vare .determinati settori di ctmsumo particala• rnten.te arretrati. Al di fuorri del piano non vi può essere che libertà di produzione e di circolazionJe. Un'ultima a:,.,eirvazione merita il punto 9° ciroa ill tra.ttamento riservato alle -commissirnni in teme nelle amen:de ipir.Lval~e. Qui si pro– mette tropipo,, ,e troppo poco. Tmppo (e <ion dubbia cdScienza) per– chè si afferma che le ,commissioni devono partecipa'I'lealla pratica de,lia gesticlne. Ora la partecipazione alla gestione ,può significare che i lavor.,tori, i:n quanto tali, abbiano il diritto e la poss,ibi]Jità di <lecidene in ordine a!Ja 0O!lldotta ,economica dclle :im,pres.e: allora tanto vale man<liare a casa i ,padroni e dare 'lln bell'addio al set– to:r:eprivato dell'ieconom'ia. In realtà si vuole :iintenidere,oo1la paT– tecipazion.-eaillagestione, un azionariato dii mimoranza, sia pure con ampi poteri di controllo, ossia una pa,rtecipaziO!lle ~ tutto fuori chi, alla gestione. In questo caso però è meglio dire le cose chlara– mente. D"'altra pa 1 rte il rpunto 9° ha samipliiioemente ignorato hl. com– pito fondamentale dei comitati di fabbrica, e cioè il cotntrollo poli– tico, sia locale che geruer.a1e(arttrav.ersole unioni e assemblee dri comitati) - la nuova forma orgaruzzativa dei lavoratori industriali per la difesa -e !',attacco oontro la borg!wsia: ireazionaria ed il suo a,pparato statailie. Ma siamo alle solite: questo compito il partito può ,proporsi <li farlo assumere darl oomi.tati, dopo un'azione poli– tica 100 arganizzativa :ruelparese, non può chiederlo allo sta,to. 5) In complesso ciò che ci distingue d:a:i compagni del sud è una differ,enza di sfi~a arn.b1entale,non Uinaòivengenza di idee. E' la diffe:rienza che ,esiste t:ra dl nord ,occupato ie il oentr<rsud libe– rato, .non è un ,contnaG'to interno di pta.rtito.DHf.erenze ainaloghe esi– sto:no negli altri partiti. Neli'Itatia del nord i pa,rtiti, ,e sc,p<1atutto• iJ. 1partito .d'azione, non possono lavorare alla democratizza'zione di istituzioni in aitto ma- soltanto ailla fon.dazione' dem.ocratioa di nuove istituzioni. E' un laivoro che incide diretta,m,etnte sul corpo sociale <lei rpaese. E' implic1ta perciò nel nostro atteggiamento una no.ta po1emica ,contro 1a situaziio.nedi stasi e di restaurazione creatasi a sud di Firenze·, nota che può ,beniss,imo ,es:ser,eresa espJ.dcita senz'a eh,, quiesto iintacchi l'unità <liideaJità e di propositi ,che oortamente o:i le:ghierà ai compagni del sud dopo l'unificaaione ,politica del paese. Quando il nord sarà ,liberato si creeranno ,certamente <lerlrap– po~ti dellcati fra i C.L.N. s;;ttentrionali (,governi provvisori ed as– semblee oonsu1tive) 1ed il governo di Roma, n<m importa se in que,– sto ,prevarranno le sinistne o le destre. Rapporti tanto {Piùdelicati quanto più lunga sarà 1a sepairazione. Ma SM'ebhe una stoltezza ,conceptr,e la politica del C.L.N. come una palitica dj opposizione al governo di Roma. Il partito d'azione
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