Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944

137 punto 1 2° di un settore socializzato e di un settore privato. Si usa.rw c ome sinonimi espressioni rtecnicamente diversissilne. La ges tione p_u,bblica_non è il contrario ,della ges·tione •libera, ma della gestione privata; e l'QPIPOSto della ~ione libera è la ge-– stione vincolata o rpianificata, eh.e non significa necessariamente nazionalizzata, e neppure collettivizzata o socialinata. Il vero criterio dilScrimin-ante dell':economia a due seittol'li è quello del piano e dcll.a libera iniziativa, ossia queJJo del soggetto della scelta economica. Il p:iano <:'Omprend.e certe attività di inte– resse ,pubblico la cui gestione tnon sarà necessariamente pubblitc.a; potnebbe bastare che \e aziende private qperino secondo le Jinee generali del piano. Si può rpianificare >'edilizi.a nel senso di per– mettere solo la oostruzione <li case porpolari di un certo tipo, e permettere che la costruzione avvenga a<l opera <li imprenditori privati. Analogamente nel settore non pianificato possono benis– simo esisbere aziende pubbliche, così dOstituite per ragioni di bo– nifica sociale ma non sogg,ette al piano. La co·nrfusione di concerti Jn ord!inie all'economia pubblica e privata, libera e pianincata. ha fatto si eh.e •!j1i autori de. sedici punti abbiano 1>rnesso <li stabiUre il critierio di delimitazione fra i due settori, a meno che non si consideri come un criterio l'affier– mazione ehe « i limiti ed i rapporti varieranno in uno spirito cli costante evoluzione sooiale secondo l'accel'l!ato vantaggio <!ella col– lettività, ,ecc., ecc.», bella frase che non è troppo significati.va. La confusione è accr,esciuta dal fatto che il 1Punto 12° parla finalmJen1e di un piano ohe ,non coinciderebbe però rol settooie pubbliCIO,-ma si librerebbe a merzz'-a~iasopra entrambi i settor1 com-e loro con– cili.aitoree moderatore. Non sappiarnb se i compagni delJ'esecutivo romano si siano resi conto che non si ,può chiamare libero un set– toae che è sottqposto ·a<lun ,p:iano .. Ma vi è di peggio. A rproposito del piano, l'esecutivo romano ha fatto uno sfor,x, ed ha firralmente fornito un craterio di opera– zione. Ecaolo: il piano « d,eve indirizzare la politi-ca: •fìnanziairia, del credito, industriale, e dei lavori pubblicl all'ln.tegrale utilizzazione de!!e ca,pacità produ.ttive dei pa,ese e<l all'assorbimento delle ener– gi,e di lavoro di.gponibili >. L'integrale utilizzazione delle capacità produttive del paiese significa che le risorse naizionaJ:idevono es– sere utilizzate anche se è economicamente più oonv.emen'be ricor– rere alla :produzione esteN1!: J'as.sorbi.mento del lavoro disPoni:bile (occupazione totale) .s1gnifica che il piano dJeve accertare il num..ero dei lavoratori present; e <leteirm.inare ,prezzi, quantità, coefficienti di fabbricazione, iprocessi tecnici. cred>ti. assegnaziO!n.i di energia e di materie ,prime, eoc., in modo che tutto il lavoro disponibile sia assorbito. Queste due attività: integrale utiUzzazione delle risorse nazionali, pieno assorbimento del lavoro. ha.Jl.Fl'lo ne]lla storia econo– mica recente un nome precso: si ,Clhiamanopol!itica autarchica .e nazionalfascista. Non importa ohe, ,per l'occupazdone totale, il cat– tivo esempio sfa aggi dato anche da scrittori socialisti ingle5i che rendono così un pessimo servizio alla democ,razia ed al socialismo. Il punto 12° aggiunge la necessi1:à di un coord:inamento interna– zionale rper sviluppare al massimo la circo1azione libera <legli u<>-

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