Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944

136 - governo e nella struttura statale ci siamo noi o dei nostri anuc1, ma la faocenda diventa fasticliosa quando v,i si insedino degli av– versari decisi e senza scrupoli. La scuola -deve istruire ier 'basta. Ma c'è tutto il ,resto: la libera cultura in tut,t,e le sue forme ipiù varie, individuali cd associate, ,centrali e decentrate, generiche e speci!fi– che. Un paM:ito modemiamente democratico non dBV1e chiedere allo stwto di fabbrkare della ,g1enteoruesta, dei buoni patiìioti, de– gli scrupolosi padri di farnigJda, .ecc.; deve 1formairli esso stesso pro– muovendo la diffusione <li una cu.lrtura te di una mentalità Uberale e socialista che vada al cli là degli stretti schemi. di pa,-tito. Un grande esemp'o da imitare: l"opera del partito ~ocialista italiano fino alla guerra del 1914. Il parti,to d'azione è on condizione di rac– cogliere ,Ja gloriosa eredità e di portarla a sviluppi impensati. Scuole di fabbrica. scuole dì r.ionie.Jib:e'I"e scuole ru:r-ali,università -;ooiali. Questo ipromuov,e,rà il partito d'azione, ma oome mobilita– zione di li.bere -energie rail basso - non come rilfo.rtrnastatale. 4) Discarso particolare merita la parte più st:nettameme eco– nomica. Le critiichei che aibbfama mosso finora riguardano il piano generale di impostaz'ione - che ,è d'impostazione' governativa .00 elettoralistica. Qweste critiche valgono anche per la pazite econo– mi-0a: i sedici punti tacciono sugli O!Tga.nismi di lx>tta operaia, sulle. nuove forme di organizzazione, sui problemi dei silndacati nei rap– porti col governo e coi partiti. Peraltro qui è necessario ag.giiu.ntgerequalche osservazione~ critica anche sul ipiano astrattamenbe programmatico. li punto 7° sostiene la socializzazione immediata dElimaggiori complessi aziendali reazionari rpTomuovendo l'addestramento dei lavoratori alla ,gestiane diretta deUe azi.,nde sotto il controllo della pubblica ammints:trazione. Sembrerebbe qui esclusa la naziona:ll'z– sazione, cs,ta ,la gestione statale delle aziende collJ}iteda esproprio: « socializzazlone » è una espressione genecr-iica che indica ~a part&, cipazione in varia guisa del lavoro alla responsabilità ed ai -bene– fici ,d;ell'impresa: qui la partecipazione sarebbe ,gtraduale e iprog,-es– siva in vi,ta della gestione diretta. A p..rte il fatto che la solu– zione tecnicamente possibile non è la gestione operaia sot1x> il con– trollo dell'amm~aziom, ma la gestione pubbLica sotto il con– trcllo operaio, sJembrerebbe che i sedici 11>untiabbiano fatto un passo indietro rispetto al programma originario del partito che parlava di espropriazione e nazionalizzazione, e non di socializza– zione, intesa per giunta gradualmente. Senonchè il punto 8° pa,e ohe :.:m:entliscaqwesta lntoopretaziOll'l.e per.chè defl.Lt'Ùsce l'economia a due settori ,con un settore a 1gesticme pubblica dei grandi corn– pLessi. Cosa si intende qui per ,gestione, pubblica? La socializza– zione sotto il controllo ,pubblico, come vorrebbe il punto pr.ece– dente, oppure la gestione burocratica ad opera cli enti pubblici, come vorrebbe la lingua italiana? I ,punti 7° ed 8° scmo dunque veramente enigmatici e d,ata la cc,rre.nte confusione di idee è un peccatt> che non si sia tentato di fare un po' di luce co.n espre3:sioni non ,eq_uivoche ie con frasi non oontradittorie. Quali sono i due settori? Il pun"IX> 8° iparla di un settone a gestione pubbl'ica e cli un settore a gestione libera, il

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