Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944
- 133 giche ed anche politiche degli altri partiti. L'iniziativa repubbli– c~a dei soda.listi, l'iniziativa epu,ratoria dei comunisti, il ~mpre priu accentuato conservatorismo deJ partito ,cattolioo. si trovano pur sem.pre ad operane in un oe~chirochiuso: ,da una parte un go– ~erno, dall'altr~ un paese, che avanza rioh.iest>e'al gov,erno. Tutto l appesto da noi, dove si tenta in grande stile di avviare un go– verno nel paese. cioè di costxuine un nuovo stato. In un ambiente statico. sotto l'impero c1i v,e,cchi metodi e di Viecchie mentalità, è naturale che un partito gi.oV'ane,e spregiudi– cato si 1 riovi a disagio ,e che i1 maggior successo sia riportato da qu!ei.i partilti la ,cui me.nta1Htà ed i cu,j metodi 1sonoaidleguati.all'ar– "_etratezza della situazione. E questo spiega pure perchè nell'Ita– lia occupata. dove il processo di rinnovamento e di rioostruzion-e democratica dello stato è nelle cooe stesse, il rapporto di forze sia l'opposto che neLritalia liberata. 2) Il partito nuovo si l!)Dnedi fronte allo stato e di fronte alle masse 1esi propone di attaccane l'uno e <li m-0ibilìtare 1e altre con una nu'Ova1ideologia e con un nuovo programma. La novità è ti– oorcata proprio là dove è impossibi1e h~D1Varla, almeno :iin sedte di elaborazione teorica di partito. La novità di un partito è nella sua azione ,politica ed organizzativa ooncreta: fuori. di qui non si può che asserinla a vuoto. E Ire as:.erzioni a vuoto non mancamo dav– vero nei sed_icirpunti: frasi.,com:e: « ~ovimenta nuovo :o,.« energioe nuove», « p1ano riuoyo di ireahzzaz1one », « nuova cosc1e:nza cn– tica ». <' .raid1calietrasformazione», eoc.. iricorvono ogni momento senza iess~ per lo più •accompagnate da spiegazioni adeguate. Il partito d'azione avrà vinto una grande ba,ttagl1a quando avrà compreso che l'unità ide:)lqg-~ca è un'utoifa. salvo clte non si con– fonda coll'unità mitolo_gica dei -partiti autoritari. L'unità di un par– tito, come la sua novità, sta nella sua politica. Per .salva.rie l'unbtà. l'iesecutivo romano a!ila ricerca di una d~ finizione ideologica si è visto ,costi,etto a rp!rlendereun 'PO' di aua e un po' di Jà e sopratutto a tenersi nel ~en,e.rico,.C'è il socialismo, c'è il liberalismo, c'è la: repubblica. c'è i] ra<licalism.O'. c'è di tutto, ma non c'è nulla di nuovo. nè poteva esserci. Si potrebbe dire che la definizione è a mala pena reaUzzata per il genere prossimo e manca del tutto della differenza spec:fica. Vorremmo sapene aualoe paritito antifascista non sottJoseriverebbe alla « unità inscindibile fra la libertà politica e La .gi'ustizia sociale» (j)unto 1°). o alla « fon– dazione. di una società -di uoon~ni liiberi :in cui l' uguagliam.za p~li– tic-a ie socia~e dt€li ,cittadini segni Ja fine d.el1'oppressione dell'uomo sull'uomo» (punto 2°). ecc. Quando vuole specificare a tutt:i i co– sti l'esecutivo partie in polemica ,e cade subito in una impostazione erronea e rpericolosa. La sconfitta della dem.oorazia pnefascista è attribuita in parbe allo « astrattismo fjpudico ,eufemismo per iruli– ca,re il classismo) che scavò un so1co incolmabile fra proletariato e ,piocola-m-eidia bo•rghesia ». Qui è Ti.echeggiata una conoezione ab– bastanza diffusa anche fra noi e che minaccia di diventa!'e umo slogan propagandisticO' de.t partito: Ia funzione del nostro -oartito consistierebbe nell'agganciare 1a 1piccol,a-media borghesia al pro– letariato ,p,er rare in modo che la ri~luz'on,e sia ])OIJlOlare demo-
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