Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944
132 - Noi potremmo anJclheesse,ne d'acc,mlo - e diTemo ,pe,rchè non lo siamo - ,con tutte le proposte pratiche contenute nel pro– gramma d1elJ 1 esecutivo rom•ano: un punto fondamentale .ci divide– r.ebbe pur sempre, ed è il punltl, del metodb di ~ealizzacione delle riforme. Del metodo i •compagni di Roma non pa·rlano, perchè il loro metodo è pur sempre qu.ello, tradiz:onale di un partito demo– cratico ohe, di fu-onte ad una struttura statale, definita cerca, o col– l'opposizione o ,colla cohlaboraziona gov1e.rinativa, cli motxilita.Te ele~ tor:alistilcarruente i ,consensi attorno a punti prog.rammatici: di con– segu,en:za il 1prob1ema della democrazia .si addensa sul programma. Per noi invece il metodo è tutto, proprio perchè lo stato non c'è e si tratta di costruirlo penchè non riemeirga dalle, rovime ,come prima e peg,gio di prima. Rrre lo stato significa organizzare 1e istituzioni e &elezionar.e una nuova -classe p!Cllitica.La democrazia non è più il termine di un 1programma, ma il pi.esuPIPosto di una linea poli– tica. Il probl,ema della dJsmocra:aia coincide penc'ò con quello del– l'organizzazione. Questo S!i chiama « demio.crazia iprogr-essiva » e costituisce la linea fondamentale di sviluppo del movimento poli– tico nel Nord Italia. Al contrario, di fronte allo stato Lm!Posto com.e un dato di fatto, i pa1rtiiti, o ag;_ibanole masse con programmi massimalistic~ (non importa se socialisti o nepubhlicani -0 massoruOi -0 dericali), o cercano di guidarle con tattiche riformic,Uche, crppune infine cer– cano di addormentar1e coi miti delil'ordine. Tutto ciò è impasto dalla situazione. Non ci sognamo m ·in.imamen.te di farne rimpro- . vero ai comipagJni del centro-m;ezzogiorno. Essi ·fanno quello che fanno itutti e far,emmo runche, noi. al 1 lOll'o posto. So.no nostri fra– telli nell'idea e nell'azione, cresciuti all:a stessa nostra scuola del– l'antifaiscismo ,l'livoluzionairio, e la di~rgenza reoe:rrtie nelil'esp,e--; r1enza degli ultimi me3i non iCi fa dubitar.e dell'unità nel J.avoro dei prossimi anni. Possiamo al miassimo rimprov,erarli di un ·ce:rto difetto di im– maginazione. Invece di ripeter1e continuamente che si aspettano grandi CDS!El dal Nord combattente essi potrebbero ce:rcare dli anti– cipare in qual-ohe modo le nostt'e esigeI1Z1earvviando una politica n,azionale che dia il giusto peso al mo,rimenro di democrazia at– tuale ohe è in corso fra noi. Ma forse anche questo, sarebbe di dif– ficiLe attuazione jn un ambiente in •cui l'urgenza dei problemi pra– Hci, la polarizzazione delle forzie sodali sugli schemi tradizionali delle competizionri dei partiti, para1izzano i co1pi d'ala su un fu– turo anche prossimo. Frure .massa, mobilitare i C011161ensi intorno a bandiere programmatiche è forse urua ne.ce5$ità dov,e non c'è rivo– luzione ma solo agitaz'.one e scontento, dove la m1a.ssa si mantiene tale, cioè amorifa ed anorganica :e perciò semp11ierperiicolosam't.nte incline. in dilfetto di ,cal <lj.ap ,pe1limitologici ed ideologici, a sban– dare veroo .la :reazione ancara forte neJ. sopravissuto apparato statale. Sotto questo aspetto. sostanzialmente ,eLett ,oralistri.co ,l'ide-olo• gi•a soc.ialista ed a.gitatoria di Lussu .e della 1 maggioranza "lon di!– fetisce da quella inbellettualist:ica e riformistica deii sedici pu,nti, e l'una e l'altra non sono certo peggiori delle impostazioni idealo-
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