Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944
- 129 realisttco ma ,con -estrema .risoùutezzra.,a conoentrare l'attacco c~n– tro i pilastxi della reazione » e ,che « caratteristica <li questa lotta sarà l'intensa partecipazione delle masse ,popolari ». Un.a tale for– mulazione si ritirova nei programmi di tutti quei vecchi partiti di sinist~a ie di estrema, sinistra che noi ,pretendiamo aver superato. Ess~ non è ,sba 1 gliata, ma è insufficiente. Qui bisogna dire c:he noi lottiamo contro lo stato nazionale sovrano e che intendiamo porci come forza ·rivoluzionairia unificatTi,ce dei mwirn:enti di resiLStenza sorti in tutti i paesi tiranneggiati da Hitler a condizione che a-ccet– timo la prospettiva europea e si svincolino 'da.lita pregiudiziale ~~as– sista in favore di un realismo rivoluzionario disposto a mobilitare tutte le forze ·0:5tili ,tl nemico •comune. Il quaTto 1punto afferma la nostra irri:duaibile opposizione all::l monarchia. Questo •è g.iwslto. Ma non bisogna dllnenticare che an– che i riegimi neipuibblicani ipossono eguagliare )n malefatte Je mo– narch1e ,più a-eazionarile, ,per poco che, evol,-v;ano v;erso quel tipo di governo IC{l!e comunemente si chiama bonapartista e che ha ile sue radici .nel nazionallismo, ne-1m.ilita:rismo e nell'idea della superio– rità dello stato oentralizzMo sull'autogoverno popolare. H quinto punto ohe definisce l'ordinamento repubblicano da noi propugnato, non è suffioentemente audace. Esso si Iimita a parlare di « un radicalie riordinamento deHo Stato in a 1 rtioolazioni di autonomie locali.i ed istituzionali, radica.te e 1garantite nell'atto stesso della costituente. In pair.tkola:re alle :regioni ,e ai camuni - democraticamente -0r,gan:izzarei - dovrianno essere: assicurate zone di oompetenza coni~ondenti all'esbensione dei loro interessi spe– cifici». Ora, sooollldonoi, qui bi.sogna dire chia:ro e tondo che siamo per l'iaJbolizioI11e :imm~ata del metodo dì ,regger-e il paese a mezzo di prefetti (sia napoleonici che giolitti;ani), chJe vogliamo 1J'autogo– verno 1 polihoo ed aJllIIlinistrativo delle r.egioni, Ncl sesto punto si « propugna Wla radicale trasformazione della hurocoazia e della, polizia medila111.te il con!Jrollo, la limitaz.ione delle con1jpet\enze, l'elezione in baluni gradi ed una rigorosa tecni– cizzazione degli uffici. Le forZie armate saranno· rinno,vatie nei loro quadl'i attoavierso l'atnu.ssa ,popolare». Riforme utiH quffire, ma a ,condizione che la •questione ~ssenztlale sia stata ben risolta: e cioè da: chi dii.penderanno la burocrazia, la polizia, l'esercito. Se di– penderanno da un nuovo stlato naz1onalistico, quelle rifolf>me fini– ranno :nel nulla. Col settimo 1pUiilto si affronta il prob1ema economko. « 11 Par– tito d'Azione pr,opugna perciò l 1 a trasformazione di quei grandi OÒmpJ,essi(plutocratici) in imprese di interesse pubblico. La loro immediata sociatiz:aa:ziane 1'bbatterà il <lom,inio de!la reazione fa– scista e prortiuoveTà l'a<l:destramento degli <0perai, impiegati ~ tec– nici allaJ gestione diretta delle aziende, 111€ll'inteoe5'1,e della produ– zione ,a del consumo ,e sotto il contro1lo oolla pubblica ammini– strazione». D'accordo' sulla necessità di v·aste socializzazioni.. Ma a pa:rt(e che nJOIIli sarebbe male irndicare co.ncr,etamente le industrie CÙ1Je vogJiamo soci-alizzaTe,per prime (per esemp,io i monQpol.i mag– giori, ,quali le industrie idroeletlriche, minerarie), ;] metodo indi– cato dall'Esecutivo romano è esattamente il contmrio di qu: ed.lo
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