Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944

'~.orte· necessaa·io alla rivoluzione in concorrenza ,con gli alt:niipar.::. ??ti e le altre org·anizzazioni, ma• com~ unica forma real'e di oxganiz.– zazione polift:ica. Idealizzavano il partito o la SU!a nroessaria <Mesa per:!hè facevano <le1l'm:gan±zzazione tenritmi.aJie e tradizionahnenta ,democratica di €SSO •l'unica forma posslbile di or~zzaziooe. Intla.nto i comitati sindacali si trovavano tanch'-essi di frante ad un compito .che, non era loro dato di svolgere. I.I ;sindacato non si. -riccstru:~v.a nè pi.ù nè m-2-no democratica-mente i t.entatiVi di cr.aa: rne per lo mena le pr€mesS€! attravierso, del1e ve~e .e proprie comrnis– siani interne clandestin1e fallivano di fronte· al iperduir,arè: e all'ap- • profund'rsi de.ila lotta. Gli stessi comitati sindacalil ànterpartiti sva 0 nivano dove la situazione 1era più itiesae dov,e Dllavoro er,aJ più pro– fondo.. Non sii trattava di costiruire e rjcostruir,e o porre, le basi delL sindacato, ma d:i crganizzare Ire fabbriche. L'attivism,o ci è .stato maestro anche in questo: scioperi di battaglia, squadr,e di fabbrica, ogn' fabbrica un centTo della resistemia e d<ell'aittacco, tutti fatti clle ipossono esser :sembrati qu:aùohe volt.a inadeguati alla realtà woppo ,ipesso meschina o lenta, ma che hanno 1Jr,"3formato tutti i quadri operai in uomini dalla mentalità demooraltic:»-or,gamca e nan q::iù tradizion. 1 alie. DiJend::ne- i diritti •e gli 1nte~e~si dewle masse operaie ha voluto <Lre essere i migliori arg,anizzatori e suscitatori dei comitati d'agitaziane e d<>i C.L.N. d'azien:da e non più restare quadri di riserva, oon i,ck,epiù o meno igiust:e, sul sindacato unico e libero dc fronte alla JlaJ!ime-ntare situazicme ,1egata.cidal fascismo. I comitati sindacali del partito si sono perciò .trasformati 1n « co– nritati fabbriche >> secondo un nom.e che non è ancora ufficiale, ma ·che in ogni mc<lo cocrisponde aJ.la realtà delle cose. I veri problh,mì pobtki .che si sono posti di fronte a ùoro sono ·stati qu:elli delle mo– daJità •edell'intenrs•i~à nella partecipazione alla vita degli organil di massa. L'ideologia ha •COTrL~ pos.to a q uesta mutazione sostanzi.aiiel: tuttia l'attie.nzione si è concentrata sui consigli di -:eaibhrioae su:i prim.i tentativi di realizzaa-li entro i limilti consentiti dall'attuakl si– tuazione {C.L.N. dl fabbrica). Peir dirla sempldcemente i comitati sindacali <l1el par,tito, .ehie avrebbrero do:v;uto essere or,g;an.i €1COT10- m:ie: ispir.ati dalle i<loo e dalle d:riettive diel pantli.to stesso. si sono pcilh \cizza.U ,C1:si st1$si att.rav,er30 la lotta, il ·movimenrto di m,asse e il sorgere d,egli organismi nuovi di lotta ne!JJ1e fabbri-Ohe, e si scmo poct' al centre> de!Ja vita 'POlitiaa del parritito in tutte le grandi città dèl nord. 1 1 Era J'mig:mo apparentemente più ,politico (il comitato citta– dino) a perde.re il contatto con 1a v,el".a .P?Htica. E~a l'org~o « ~ nornf..co » a c"I1eareunlalnuova ba,s,e politica. Le due argarnzzazloru. ~enrneru a trovacr-sl pa,railileliedi fron<be :ai centri locali del pa,rtito:. Anche questo 1parallelismo· venne teorizzato le! sembrò quasi che la furuiooe del 'P- d'a, doves>,e consistere appunto nel temer aggan– c' ia.fu la pioco.la borghesia e i ceti 'Prof,ecsian:isti al movhnmto ope– rafo, oereando, athcaverso una linea politica solida e ,consistente, di u.run, queste due forlle che, disg;un1e, potevano portare a pe:riro– lioSi passi indietro nel 10ammino della nostra rivoluzione. Il « clas– s.IB "mo » <lel p. d'a. si riaiHiacc:i,a questa partilcolare sitiuaziO!llee ne ,aspll'ime i bisogni. E msieme al « classismo » a.n~he un CU11Ìi}SO at-

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