Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944

- 62 - neficio di un ,gruppo e ad esclusione d!i altri _g':-'PJ?i,le chiese ca– dca,mo sotto la generaJ,e classifica di asso=om volontarie e, crune tali, avronno il loro .Sl\atuto legale, i loro clia,itti e ; loro doveri. Quando 1a Repubblica francese denunciò il concordato. pre– scrisse lia formazione di • a,;sooi,ations cultuelles », con funzi.oin.ari che dovevano essere eletti daò soci. La Chiesa cattolica· rl.fiutò di accettare questa disposizione ohe sovv,ertiva l.a cootituzione gerar– chica del sistema cattolico. Ne risultò che il gov,a,rno dovette rm– pa<lrolrirSi degli immobili ~lsiastic.i e cacciarne gli occupanti oon la forza. Simili ·metodi ,possono aver solo l'effietto di destare una simpatia universalie per 1,e vittime dell.a ,peroocuzione e mettono il goviemo in un.a luce sfuvorevole. Dopo la primre guerra' mondi.a.le , il governo francese trov,ò necessair1o di modificare le clausole della legge che davano luogo ad obbi€2ioni. Nell'Italia del diopoguerra si dowiebbero "vitare simili errol1i. Sarebbe saggio adottàxe il si.– Htema americano, in cui le Chiese sono ,considerate oome corpo• razioni, rette dai loro propri statuti per quanto riguarda la loro organizzazione interna, m.a sottoposte alle disposizioni della legge che regola J'<'Sistenza legale delle cor,porazioni. Le Chiese non po– trebbero opporsi " que<s>to sàstema col pretesbo che sa,roobe con– trario alla costituzione gerarchica. Chiese e immobili religiosi. - RiconosC€re le Chiese come eorpara:cioni cliocesane o parrocchiali significherebbe dar loro di– ritto di possedere gli immobili usati per il culto o per altri s-ccwi religiosi. In Italia però vi sono ragioni speciali per clii questo prin– cipi.ogeneral,e non.•puòessere adottato senza alcune .lim.irtazion.i. La maggior ,parte delle caJttedrali lt<cliiane,molte chiese, monasteri ed altri edifici ecclesiastici son.o stati da moJ,to tempo classificati come monumenti nazionali ,per ~ani 311\istii,he e storiche. Essi oosti– tuiscono una larga parte, e furse !:a; ,più larga. della ricchezza arti– stica dell'Italia. Come tali, quesiti edifici sono stati ronsi.deMti a tutti ~i effetti pratici come proprietà nazionale e le gravi spesa ,re-– lative alla loro manutenzione sono state sopportate dallo Stato. Tali e<lrifici, o più pr<!eisamente qUlel.liche saranno ancora .i.n piedi quando sarà terminato il gen""'ale bombardamento di questa guerra, dovr1ebbero rimanere com1e monumenti inazionali affidati alla curn dello Stato, rperchè la naz.ione ha un interesse vitaJ.e alla loro ,conservazione ,e le. chiese non potreb~ assumerni. l'oner;e fi– nanziario della loro manutenzione. Essi dovrebbero continua.re ad esser.e utilizzati per il culto, come i.n passato, secondo le regole che sono ·sfate applici,te finora ,con 5oddisfa:aione di tutti gli intesessati. Scuoie e istituti di ·educaziml,e. - In ,w, Stato democratico mo-– demo, _l'esistenza di un sistema di scuole pubbliche e di istit'J.Zioni edu";'ti"" di grado su_periore, '""."'tenute dallo &lato, non impedi– sce l or~an:izzazJJone d1 scuole pnvate. Non vi è .ragione per pren– dere_misure contro scuole private ,ecclesiastiche; e religi.asiè. In un paese come l'Italia. dovie ormai, per lunga traclizione, tutto il si,.. sterna dell'educazione è stato •cenltralizzato e posto sotto il con– trollo del gov,erno, il pericolo <li abbassare il livello educativo, che

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