Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944

- 55 - trattato. Stor.ici del: dd.riitto oome quelli largamente citati dal dot– tor Binohy -potranno oontiinuare a loro ,piacimento lJe disquìsizioni sull'e,;isbenza o meno di questo tegame ,e se il trattato e il Cbllcor– .datcJ debbano vivere o cadere insieme o meno. lJa separazione della Chiesa dallo Stato ~omperà il circolo 'lizioso una volta peT .sempre. La ,questione del concordato deve essere ocmsiderata per .sé stessa e non UJ. relazione a,! trattato. Seoondo quanto è stato ci– ferito dall'Uffiido Informazioni di guema (Office of War lnforrna– tion), la Radio Vaticiana, m una trasmissione in lingua tedesca del 15 maggio 1943 citò Papa Pio XII <.ìhediceva di desiderare 1apace, « ma non fa paoe ,ad ogni ,costo ». ll Papa invocava « um pace che garantisca una vera venerazione di Dio » e quindi aggiungeva : « Rendete a ,Qesare c\ò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio; si vorrebbe aggiungere: date all'uomo ciò cli.e è dell'uomo; -date all'uomo lJa sua Ubertà e personalità, i suoo. <liritti e la sùa reliigione » (New-Yark Times, 16 maggio 1943). Le pa,roLe che il Papa ha citato dagli Evang,eli sono staite spesso travisate e torturate per corai,ipondere a qualsiasi, schema politk!o-rel.igi,oso,quialunque ne fosse il punto <li vista. Incidental– mente, noo.preferiremmo molto di. tralasciare il nome di Cesare: Qualunque ,cosa si pensi del Cesare storico, li falso culto per ctu il suo nome è diventato !,'oggetto ®!La verbQSità fascista e anoor più il ridicolo _scmuniottamento dli, Cesare da pa,rte del dittatore 'fascib--ta ci hanno fatto preferire di non usare più il suo nome come la personifioaziol'lle dello stato. Dopo tutto, 1o stato democratièo rnppresenta il popolo e agisce secondo l'autorità del popolo e Mli!. ,è -dedioato al servizio di aloun Cesare, 1egtitllimoo spurio. In generale però si ritienie che quelle parolie contengano la formuù:a ideale per risolvere il problema delle relazioni tra Chiesa ,e Stato: date ·a ciascuno di essi ciò ch!e gli è dovuto. Nulla po– trebbe essere più' •semplice e più definitivo. Ma m realtà quesµ frase è così vaga che non offre alcuna soluzrone al probl<ema, Il oonflitto <tra Chie:-a e Stato sor,ge da una questione hen precisa: che rosa ~rtilene alla Chiesa e ·che cosa appart!e1>e allo Stato? Ogni Chlesa secondo le sue teorie e credenze afferma di possedere ,certe prerogative spiritu.al :i e materiali; analogamente, ogni Stato a seconda die1la sua scritlrura •e •dei suoi preoodenti storici avwiza de– ·ter:m.inate pretese. La questione di ciò che appartenga a ciascuno non è mai stata decisa. Nella Chiesa cattoltca, la 11.làtga e quatche volta tragica .storia dei ooneoroat; cooohiusi dalla Santa Sede con imperatori, re e nazioni nel :rned':ioevo,con rm:miarchieassolute in un periodo (Più re<JeI1te con Stati l,beraili e totalitari. 111ella storia contempoMnea, mostra una mutevole vappresentazione delle pre– tese avanzate da Ulllia paro, e dalil'altra. Come sabbie mobili su una spiaggia battuta dal vento la l:inea dii separazione tra il dominio de1la Chiesa e quello dello Stato ha cambiato continuamente col– l'avanzai:re e hl decr-escooe de1l!a! marea. Papi, sovran·i e diplomatici hanno avu1x>un gran da fare a riparare i dànni e a tracciare nuove linee che ,SOIJIO state <:ancellate alt11ettanto rapidamente .di quelle precedenti. I •Canonisti ~ i giuristi del Vat:cano conoscono cos~

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