Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944
- 118 - quanto ,te,,ri&a,nte quadro del bestiale assenteismo critico re– gnante fra i combattenti italiani in Russia; ma egli inizia la sua narrazione dal luglio 1942, quando cioè la guerra all'est av,,va già un anno, ,quando già s'era ipassati attraverso La durifssima, e per molti ohiariiìcatrice, esperiJenza del primo inv.eirno, russo.. Nel– l'estate 1941, quanto ad Aufklitrung, le ,cose sravano assai ~: sì e no uno ·su mille dei componenti il C.S.I.R. osava porre in dub– bio la matematic!tà deUa saonfitta oovietica; sì e no due su m.illie si sforzav,2110 di aiprhie gli occhi su quello che doveva essere stata, in tempi normali, la realtà della vita n~ll'U.R.S.S. Regnava so– vrana la convinzionre di ,essere « apporitatori di -civiltà » (lie, vesti– gia delle colossali realizzazioni socialiste non si ragg,iu:nlSelro inv~o che alle .soglie dell'inverno, entrando nel bacino del Donez); -si di· ceva .che i russi « non sapevano ,combattere », che amor di pa:t:ria, idealità, gusto della bellezza e della vita, •erano stati soffocati in loro da.l!l'internazionalismo •e dal « .livelfamento bolscevico»; ci si scandalizzava dell'ag,ricoltu"a colle<tt.ivacome dei aessi rudimentali e delle chiese ·ridotte a cinema; ci si face..,a fotografare in mezzo a crocchi di sgargianti ,paesane , liberate dalla schiavitù del kol– khoz », e si ptl!Iltavacon tutta sicurezza iSUlritorno a casa prima ò:ell 'inverno. In queste condizioni che cosa rimaneva da fare all'antifasci– sta convinto - convinto non solo della bontà delle sue nagioni, ma della nece/J5ità di tradurLe sul piano pratico? Circondato da un si– mile mare di demenza oollettiva, priv,o di ogni contatto •coi suoi compagni e maestri di fede, condannato ad appaigarsi delle noti– zie che gli ,giun,geviano :iittraverso stampa ,e radio nazi-fasciste. e a tentare tutt'al più di « leggera fra le righe» di queste, era llatali! ch'egli fosse portato a scinder,e nettamente 1-a sua v.iita pratica dalla sua esistenza spirituale, e in queùla obbedisse semplicemente, automaticamente, al vuoto tran-Pran regolamenta,,e e. alle basse ma imprescindibili esigenze della vita di guet11"1J:ricltiudendosi, d',a}tra,parrte, .nella torre d'avorio dre:i suoi sentimenti ie delle sue certezre, nutrendosi di Letture e d'i riflessioni, ,pr~and'osi e mi– gliorandosi ,per ,quanto gli era poosibilie in vista di queJ domani che, malgrado tutto, doveva prima o poi affacciarsi all'orizzonte; ma tutto questo accompagnato dalla precisa e bruciante coscienza dli essere uno fra i tan.ti strumenti della tirannide. di c00>tribuire anch'egli, per azione e per omissione, alle negoziazione di quei va.– lori .ai quali egli credeva con tutta la forza della sua anlma, " in nome dei quali (pensiero particolarmente ossessiona.nite) aù-cuni d,ei suoi migliori •amici languivano in quel momento neU? ca1':eri fasciste. Da quest'incubo ~aventoso, coloro -che furono risparnriati dalla dura realtà della ,guerra (<ra ten<ibile ·consapevolezza, que– sta, che la guerr:anon guarda in faccia nessuno !)· uscirono .1'8aet– t~b_re; ?e usci_rono, com'è natmal>e, animati da un imperioso de-– sider.10d1 ,contr.1huil'e il più poStSibiJJe a riparare le rovine materiali e mora:l:iche il fascismo lascia.va dietro di -sè: questo contrùbuto sa– rebbe stato per essi l'unico modo di tentar di sanaae le ferite che
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