Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
- 48 - e di aspirazione) ancor prima che il partito comunista italiano intensificasse la sua q.zione di propaganda. Non è il partito comu– nista italirano che ha reso comuniste le masse, ma le masse hanno aderito al partito comunista in quanto lo considerano loro legitti– mo rappresentante. Ciò fa subito pensare a un rapporto scambievole di dare e .avere tra partito e operai: il partito è ,ent•rato .in lotta con tutta un'attrezzatura politica, gli operai danno senso alla struttura po– litica 'del partito imparando le necessità, e il significato della lotta. Per quanto ciò possa sembrare paradossale, il ,partito comunista italiano ha soviente moderato le masse,.ma ciò facendo le l:ta rese più coscienti. L'opevaio, nE;:lprimo impeto del neofita, si sentiva straordi– nairiamente potente; pensava di poter conquistare il potere ipso facto, ,con un solo moto di forza; non considerava che in Italia e– siste anche una classe contadina ed un cetò impiegatizio e pro– fessionista. Selo l'opera di un partito poteva chiarh1gli la situa– zione nazionale da un punto di vista più ampio e dargli il signifi– cato preciso della portata della sua a,zione. Affermare che ciò non è stato fatto dal partito còmunista italiano sarebbe inesatto. D'altra parte l'operaio ha -indubbiamente influito sul par– tito comunista italiano: lo ha tratto dall'o,curità' in etti si ,trova– va, lo. ha spinto a chiarire il suo programm,a, lo ha, cioè vivilficato e spinto ad agire. Da cio è chiaro che l'atteggiamento dell'operaio è tutt'altro che supino di fronte al partito comunista: creder-e che sia urto sfrume:nto nelle mani di pochi organizzatori misteriosi sarebbe dacr- fede a una sciocca favola da libro giallo. In r.ialtà riceve ed eseguisce gli ordini perché li trova giusti, se ta,li non gli appaiono li discute e talvolta giunge fino al non volerli eseguire. Venti anni di fascismo hanno reso l'operaio assai attento nel valuta•re uomini e cose: ogni suo atto è un atto di coscienza, non di fanatismo. Ciò fa pensare ad un'importanza futura delle com– missioni di fabbrica assai maggiore di quella avuta nel periodo badogliano: più che mai .si troveranno all'estrema sinistra della politica italiana! Certamente esse influenzeranno il partito comu– nista verso soluzioni più rivoluzionarie; e non solo questo, ma a– vremo probabilmente un'azione autonoma di importanza decisiva delle commissioni m,edesime. Quali qspetti può avere tale azione autonoma? Le possibilità sono varie: innanzi t,utto al momento della cri– si le commissioni potrebbero sostituirsi parzialmente al Comitato di liherazione nazionale iniziando una immediata collettivizza– zione della vita cittadina, ossia l'occupazione dell-e fabbriche con il controllo dei teonici, ingegneri, per5onale amministrativo l'oc– cupazione dei magazzini di generi alimentari e Idei depositi di ma– terie prime, la costituzione di un servizio di polizia e di tribunali popolari. Le possibilità di un tale sviluppo del movimento operaio sono naturualmente in relazione diretta con la durata dell'occupa-
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