Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
Churchill o <h Roosevelt l'altra. Ma la loro forza risiede ormai, eeclusivamente, nelJ'appoggio che ricevono dai due contendenti internazionali e nessuno di questi due è tanto ingenuo da dare molto ap])O!lgio a regimi già mortalmente sconfitti. Rimane 1'antifascismo 1 dii cui non abbiamo parlato ancora. Pastp'to e presente deU'antifaScismo. L'antifascismo italiano è nato il 10 giugno 1924, dal martirio di Giacomo Matteotti. Non che il criminale assassino del capo so– cialista da parte della banda del Vimina!e costituisse un avveni– mento eccezionale nel dopoguerra europeo balcanico. Ma ~zio– nale fu la reazione di buona parte del popolo italiano. Grandi masse si strinsero, com.e suole accadere soltant.o durante guerre di religione, attorno ad una bancliera morale e questa diventò la bancliera idell'antli!fascismo. Non vogliamo con ciò ignorare che le organizzazioni demo– cratiche italiane, specie quelle dell'estrema> sinistra, poggianti sul– le masse lavoratrici, hanno combattuto contro il fascismo ben ,pri– ma del 1924, anzi sin dal suo soy,gere nel 1919. Han combattuto spesso sanguinosamente; i proletari comunisti ed anarchiei addi– rittura in condizioni disperate, avendo contro di sè non solo i fa– scisti ma anche gli ultirrù governi liberali, nè ciò li ha scoraggiati dal persistere nella lotta. Però la lotta contro il movimento e poi il regime cli Mussolini, dal 1919 al 1924, sembrava, a coloro che la conducevano, solo un aspetto particola.ran,ente acuto di una lotta politica e sociaJe già vecchia <h qualche' decenruo: dittatura del proleta'l"iato contro dittatura della borghesia presso gli uni, blocco delle sinistre contro blocco delle destre presso gli altri e così via. Se avessero prooegµito su questa via gli avversari del fascismo si sarebbero esauriti: dopo qualche anno sarebbe diventato evidente che il conilitto non era tra la dittatUTa di una classe e quella di un'altra, ma se mai tra la dittatura moderna totalitaria-politica e la dittatura m,ilitarista pura e semplice, che non si trattava di sce– gliere tra la sinistra e la destra (una parte della destra es;,endo pure ostile al fascismo) ma se mai t.ral'adesione a due b1ocahj op– posti cj.i potenze mondiali. In irealtà l'antifascismo italiano non si è iesaurito. esso si è rinnova,to, grazie all'intwzione, avuta nel giugno del 1924. di una questione morale nuova e basilarre. Esso fu bensì sconfitto verso la fine dello stesso 1924: le vecchie forme politiche paralizzavano ancora il contenuto nuovo e trasformavano la questione morale dei capi dell'Aventino nella credenza che si potesse strappare al fascismo l'appoggio degli onesti benpensanti (a cominciare dalla monarchia), e spingevano all'isolamento stettario le forze d<ell'e– strema sinistra proletaria. Ma la vera questione morale - cioè la nascita di 11-11a nuova passione (se si vuol-, religione) della li– bertà, superiore all'andamento contingente delle vicende statali,
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