Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- 20 Gli eLemenOi .- pratici " han.no il sopravvento nei partiti. Comunque, riprendendo il filo interrotto del ragionamento, è naturale che di fronte alla ripresa della politica pura, coloro che avevano fino a1Lora fornito i temi della ripresa spirituale, e 1a -cui influenza era stata tanto più grande in quanto la d~Mu.sione nelle idee era stata fino allora l'unica attività, cedessero il passo ad clementi maggiormente «professionali», o elementi seal,tritl nella lotta rpollitica del prefascismo o anche ad altri, ohe nella lotta dell'emigrazione o nel complesso gioco di equilibri politici proseguitosi fin nelle prigioni avevano acquistato una certa ~n– dispensabile e,perienza e tecnica di questi rapporti. Se si pensa che un uomo così acuto e così profondo conoscitore di correnti i– deali e di procedimenti politici del passato quale è, mettiamo, un Omodeo, manca poi nella pratica delle minime conoscenze tecni– che indispensab;,Ji per dirigere un'assemblea di media grandezza, si ha la misUJra delle conoscenze tecniche che mancavano alla classe ohe aveva dl'retto idealmente ili rinnovamento, per conti– nuare a controllare i nuovi organismi politici. Nè, per le sinistre, il dominio passò tanto agli esperti del parlamento (ohe dominano piuttost,o nei partiti cos5detti di destra) quanto agli uomini del– l'organizzazione clandestina e deN'esilio. Il che spiega anche co– me essi non pienamente avvertissero l'astrattezza di parecchia di quella politica di governo fuori del governo; perché che cosa è stata per gran parte la vita di partiti in esilio e nella catacomba, se non una politica di governo fuori del governo, un affermare di diritto rispetto al fatto, un prEW,atrarsi a1Ua success-ione fuori delle questioni di successione? E i partiti, spinti daùle nuove ne– cessità ,organ:!zzat;,ve da una parte (che precipitarono con la fuga di Badoglio), dalle prospettiv~ di responsabilità governativa dal– l'altra, ebbero tendenza a rigettare nel fondo l'azione degli in• tellettuali. E quelli che prima erano stat· suscitatori dj [Piccoli gruppi e di cenacoli furono i primi ad accettare la situazione e a farsi galoppini e correttori di bozze, pm,suasi, come era giusto, che agli intellettuali non convenga reclamare come intellettuali un posto a parte nella vita della nazione (ciò che creerebbe delle « in– tellighenzie» staccate dal giooo dei partiti e delle classi e perciò vuote e realmente facili a spazzar via) ma partecipare intensa– mente con i propri mezzi all'attività di tutti. Malgrado tutto però questa nuova situazione non poteva non crem-e un disagio e uno squmbrio; dovuto non già e non tanto da questioni di « posti • o di equilibri di partito, quanto allo squi'l librio ereatosi tra tutta la massa di problemi nuovi posti dalla si– tuazione postfascista e la meditazione e la discussione e l'affina– mento al quale essi venivano sqpposti. La situazione deve natu– ralmente esser risentita maggiormente (per quanto possa parere contradditorio) proprio in quei partiti che serbano alcani el~ menti di discussione, e che pubblicano opuscoli e panfleti d!, o– rientamento. Da una parte infatti quegli opuscoli, mentre faoe-

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