Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
- 14 - cament,, suggestivo del forte compagno di Rosselli nelia fuga dal canfino di Lipari e con lui <laJJ)O di G. L. come era stato fondatore dal Partito Sardo d'Azione, Emilio Lussu, così nel dare La nostra opinione sul lliberalsocialis:mo Ci limiteremo a consideraire quelli che ice ne sembrano i ma~ori esponenti e cioè essenzialmente Capitirn e Calogero. Capi!ini. Di Oapi1Ji.ni che ha svolto in margine della teòTia crociana una intui2iiane generale della realtà che sembra contraddime al coocetto del suo primo autor,e, per il qualJe « individui » e « persone 'n sono istituzioni, stllUIJlenti dell'opera della storia, mentre egli Sii è po– sto a trovare le soluzioni dei prob1erni di sentimenti individui, di 1e anim.e » nel nuovo mondo immanentistico, noi non possiamo stu– diare qui le originali teorie religiose. Di lUi sul nosi;rJ piano, e cioè sul piano metapolitico, due affe:mnazioni ci sembrano fonda– mentali e ci m.teressano qui. La prima è quella della non-violenza, che ha suscitato il sorriS<> iJIIOnicodei' politici, ai quali sembra assurda e anacronistica, quasi bizza11Tiaindividuale, iuori Jel tem– po e della storia. Sembrerà strano che noi, fin dalla gioventù .militant: in g1uppi insura-ezionalli, e anche ora impegnati in una lotta, :n una guerrra in1iernazionale, in cui' la violenza arriva aHe forme più a– troci ,e più odiose, ci permettiamo di non condividerne il paTere. Fondamentalmente anche se oggi moriamo ed uccidiamo in questo tentativo estremo di conservare un addentelliato nella politica <!e– gli stati e delle potenze, noi sappiamo benissimo che ciò che conta, ciò che veramente rihnova non è questa violenza, per noi tran– sitoria ,e quasi· parentetica, bensì un rinnovamento che nessuna violenm, nessuna politica di stato può dare e che, messo alla luce attraverso questo o quel mezzo, è fondamentalmente un ordine non-violento, un ordine di Liberi' accordi umani, nei qua-M la 1parte della viol:enza verrà progressivamente ridotta e nel quale le af– fermazioni fondamentali sa!I'anno essenzialmente scevre e oure da ogrni elemento di Jirode "' di sopraffazione. Sul plano IJ10ralè, varrà infinitamente più ,per il popolb italiano l'abitua,:si a .tfendere sen– za viblenza i propri diritti, ad affermare le propri.e idee, anche in taccia alla morte, oon la calma di cltl sa che queste hanno valore d'eterno, e che non possono •trionfare se non per conversione in– tima dell'avversario, che opporre romagnolescarrnente sangue a sangue e fazione a fazione. Sul piano poi della poli tica immediata (mf.ntre _nonvo:ri:nemmo n~are _cli_evi s~ in Capitini un certo qufe– t.Ismo, diremmo, se non fosse ir~ttoso, un <:erto est.etismo con– templativo in cose che con l'estetica non hanno a che fare este– tismo e quietismo che si esprimono in modo inquietante nell'~ltimo lav?ro dello _scrittore umbro « Atti tlella presenza aperta>', San– soou, 1943) 01 sembra che proprio la fondamentalie intuizione di
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