Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

99 esserci un certo Grossraum entro il quale l'economia ,potrebbe di– ventare davvero completa. Più lo spazio ,economico diventa gz,ande, più sono grandi in conseguenza le sue relazioni col resto· del mondo, e più cresce il desiderio di ulteriori eonquiste integra– trici. Questo impulso può essere frenato se esiste nel mondo un certo ,equilibrio di potenze, ma per uno stato collettivista, e tanto più per un sistema di sta.ti sovrani a tendenze collettiviste, la gue.rra resta sempre all'ordine del giorno. Una dura e cruda guerra «commerciale», -come quelle delle'poca del mercantilismo. Circa i rapporti tra co1lettivismo e nazionalismo, è da osser– V'are che mentre entrambi si muovono nel senso della formazione di economie chiuse, -essi costitu!scono i due poli fra i quali oscilla la -società man mano che si allontana da11e forze del libero mer– cato. Il collettivismo vien fuori, come si è visto, quale cornettivo dell'anarchia provocata dal S€zionalismo. Una tendenza conitra– ria si r.iiscontra nell'autocrazia collettivista. Per qua.Jlto sviluppato sia il sistema dell'amministrazione collettivista, non è possibile che il potere politi-ca gesti.LSca tutto direttamente. Esso deve o la– sciare (come è stato il caso della Germania) o restituire (come è stato il caso della Russia) ai -wrigenti dei ,grandi complessi collet– tivi una certa libertà di movimento entro il quadro della libertà economica stabilito dallO stato. Se non si lascia ai direttori dei grandi trl.16ts rincombenza di lavorare con profitto manchereb– bero allo stato collettivista le possibilità di tenene anche la più grossolana contabilità. La conseguenza è una continua sarda ri– valità tra i -capi politici che amministrano il piano ,ed i capi dei trusts (o'è una involontaria ironia nel fatto che anche i russi chia– mino con questo nome i loro grandi complessi produttivi). Se per un motivo qualsiasi il potere ,politico subisce un -eclissi il colletti– vismo mostra subito profonde crepe e dà luogo a rivalità fra i vari gruppi, a sforzi per imporre una politica economica sezio– nale, finchè W1 nuovo dispotismo si riconsolidi. Le esemplifica– zioni storiche attinte dagli stati ooHettivisti della nostra epoca potrebbero essere facilmente addotte, ma qui dobbiamo rinun– ziarvi per non appesantire troppo j} nostro studio. Ci si,amo dHungati a tratteggiane i nessi fra nazionalismo eco– nomico, siezionalismo e collettivismo, perchè accade molto spesso che si cnede di uscire daHe miserie e dalle rovine in cui siamo sprofondati non già mettendoci su un altro piano, ma ricorrendo all'una o all'altra di queste tre mj:sure. Quando si risentono più acutamente i mali del nazionalismo economico si dichiara che bi– sogna metter ordine nella c.a.c;adegli imperialitsti in91:aurandoVi un regime collettivista. Quando gli inconvenienti del collettivismo di– ventano troppo soffocanti, si risponde che si può dare una note– vole autonomia alle m.ìnori unità collettiviste che costituiscono ]a superiore unità dello stato. Quando iq.fi.n-ési comincia a perdere la testa di fronte aHe a1Ssurdità delle lotte· seziona1i, si fanno avanti coloro che propongono di trovare ,ai discordi interessi una superiore concordia consistente nella gr.Jlndezza della nazione.

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