Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
- 98 - 7.ionale da ,parte dello stato. Esse anzi minano l'autorità della legge e sono perciò una forza antistatale. Ma c'è una logica del sezionalismo che porta al <li là delle -intenzioni dei suoi pràmi pro– motori. Il sezionalismo è una malattia infettiva del corpo econo– mico. La creazione di un « pressure group » che porti in qualche modo alla formazione di prezzi monopolistici o sem.imonopolistici per qualche merce induce altri a ricorrere ad analoghe misure per ottenere analoghi vantaggi. l\4en mano che successivi gruppi di inteJ1essi si organizzano in sindacati, cartelli, trusts ecc., e che di– minuisce in consegùenza il numero delle transazioni eseguite in regime di concorrenza, la funzione di equilibratore automatico del mercato svanisce. Un numero crescente di prezzi cessano di essere dati che ogni compratore o venditore deve accettia·re. In– torno ad ogni prezzo si formano zone di indeterminatezza sempre maggiori. Subentra uno scatenamento di feroci lotte tra i vari gr'uppi, con Ja impossibilità di raggiungere qualsiasi equilibrio. La società entra in uno stato 'di marasma dal quale si può UJSeiresolo stabilendo l'ordine mediante un intervento dello stato che sosti– tuisca la sua forza a quella dei gruppi sezionali e stabili.sca d'au– torità i prezzi. Determinare i prezzi d'autonità significa' però creare tutto un armamentà"rio politico-poliziesco per farli rispet– tare. Significa intervenire progressivamente in tutta l'ammini– strazione dell'-economia, creare - insomma - un'economia col– lettivista. Secondo che i gruppi sociali su cui i collettivisti si ap– poggiano per spezzare la resistenza appartengano alle classi po– vere o a que11e ricche, il collettivismo che ne vien fuori sarà a tinte proletarie o plutocratiche, ma ciò non cambia molto dal punto di vista della struttura economica. Se infine prendiamo come punto di partenza il colletitivismo, scorgiamo senza difficoltà che anch'esso suscita a sua volta gli aitri due malanni. Un'economia collettivista non si può reggere in piedi senza controUare nel modo più energico e rigoroso il commercio estero, senza cioè presentarsi come un'unità che in blocco provvede agli acquisti e alle vendite di cui ha bisogno. A ciò potrà provvedere mediante controlli sui cambi e contingentamenti, o anche avo– cando puramente e semplicemente allo . stato il monopolio del commercio estero. La necessità degli scambi internazionali è per i capi dcllo stato collettivista una continua spina nel fianco, perchè mostra che il loro edificio co1lettivist,a dipende per il regolare suo funzionamento dalla buona volontà degli stranieri sui quali la loro giurisdizione non si stende. Collettivismo e xenofobia diven– tano rapidamente sinonimi ed il desiderio più normale di ogni capo di stato collettivista è da una parte creare la massima autar– chia possibile, dall'altra cercare di riunire sotto il suo potere i territori di cui ha econorn.icam.ente bisogno. Si sa, ad es., quali siano state le trame di Hitler rispetto -ai territori agricoJi ucraini, e si incomincia a intravedere quali siano le brame di Stalin ri– spetto ai territori industriali della Slesia. E non s;i creda che possa
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