Tullio D'Aponte brano orientare verso nuove forme di distribuzione caratterizzate da una continua evoluzione che passa attraverso un aumento delle dimensioni delle superfici di vendita per giungere alla formazione di nuovi centricommerciali (shopping-centers) integrati. È evidente che le nuove dimensioni dell'azienda commerciale puntano sulla contemporanea dilatazione dell'area d'attrazione che ciascuna grande unità esercita nei confronti dei consumatori. Ne1lo stesso tempo, l'esigenza di disporre di spazi di grande estensione, facilmente accessibili e attrezzati per consentire l'afflusso di un numero enorme di consumatori, conduce a localizzazioni poste ai margini delle grandi aree urbane e, comunque, suscettibili di svolgere la propria attrazione su popolazioni non necessariamente appartenenti ad un unico comune, bensì, preferibilmente, provenienti da un più vasto spazio geografico. Innanzi tutto va osservato con1e in un disegno urbanistico territoriale a livello regionale la specificazione delle funzioni che dovranno assumere le varie aree in relazione a definiti obiettivi di sviluppo e di riequilibrio assume un rilievo prioritario per la stessa definizione dei sistemi gravitazionali e delle gerarchie che si stabiliscono in rapporto ad un'organizzazione differenziata del settore commerciale. Nelle esperienze di pianificazione urbanistica realizzate in altri paesi la determinazione di funzioni commerciali su scala macro-territoriale si è rilevata particolarmente utile. Lo schema territoriale della regione parigina, per esempio, si è spinto ad identificare la localizzazione dei maggiori centri commerciali integrati sino al limite di individuare il dimensionamento al 1980 e al 1985, in relazione al sistema globale delle gravitazioni economiche che si è inteso porre in essere, anche in previsione dello sviluppo futuro della rete relazionale e degli insediamenti che dovranno effettuarsi. Una simile metodologia, oltre a presentare l'indubbio vantaggio della certezza programmatica delle scelte, offre la possibilità di controllare l'evoluzione del processo di distribuzione spaziale delle varie funzioni socio-economiche, in modo da definire aprioristicamente i rapporti funzionali che si instaureranno tra le varie parti del territorio. Contemporaneamente, il piano territoriale di coordinamento che l'ente Regione andrà ad adottare, superando il criterio della zonizzazione, tipico dei Piani Regolatori Generali dei comuni, dovrà tendere ad introdurre un più ampio discorso che comporti la definizione del disegno programmatico degli interventi da realizzare per conseguire determinati obiettivi di riassetto e di riequilibrio territoriale. Un ostacolo, quindi, alla redazione di coerenti piani comunali di sviluppo_ ed adeguamento della rete distributiva è costituito dalla carenza, 88 BibliotecaGino Bianco
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