Tullio D'Aponte In ogni caso, il discorso sui parametri di riferimento assume un preciso significato solo allorquando il piano assume una propria ben decisa fisionomia politica, che si realizza in quella ripartizione della superficie comunale da raggruppare in zone commerciali, nell'ambito delle quali fissare i contingenti massimi di superficie di vendita da non superare nel rilascio delle autorizzazioni. Ed è proprio in questa sede che il piano di sviluppo ad adeguamento della rete distributiva diviene strumento urbanistico e le metodologie di definizione dei parametri assumono rilievo preponderante in rapporto ai fini perseguiti. Infine, accolto il principio della zonizzazione, almeno per i comuni maggiori, il piano di sviluppo e adeguamento della rete distributiva diventa uno strumento di pianificazione urbanistica che va necessariamente inserito in un più ampio contesto che muova dalla presa di coscienza di quanto in materia di politica del territorio è previsto, o possa essere previsto, dai piani regolatori generali e particolareggiati o, in assenza di quelli, dai programmi di fabbricazione. A questo punto si tratta di realizzare uno stretto coordinamento tra le varie commissioni (di piano regolatore generali, di piani particolareggiati, di urbanistica commerciale) e gli organi che presiedono alla po~ litica del territorio a livello comunale e regionale per evitare che in assenza di strumenti urbanistici generali (o nelle more dell'attuazione) il piano previsto dalla 426 possa, di fatto, inte1~ferire o, quanto meno, non assecondare le direttrici di sviluppo che la pianificazione urbanistica potrebbe individuare. Né vale il discorso che il piano commerciale, come gli strumenti urbanistici generali, deve essere espressione della volontà di uno stesso organo democratico (il comune) perché basterebbe pensare come l'esistenza di ben differenti tempi di realizzazione degli effetti di provvedimenti urbanistici generali e degli effetti stessi del Piano di sviluppo ed adeguamento potrebbero portare a scelte operative contingenti, sotto la pressione di spinte provenienti dalle categorie interessate. Così, se dalle risultanze delle indagini conoscitive, dovesse risultare che in una, come in molte, zone in cui si ripartisce la superficie comunale della rete distributiva, non esistesse ulteriore possibilità espansiva della superficie di vendita o, addirittura, che quella attuale dovesse essere ridotta, ben difficile sarebbe il convincere i commercianti a trasferire le proprie attività verso altre zone, indicate come suscettibili di espansione dalla pianificazione urbanistica, ma di fatto esistenti solo a livello progettuale. In questo caso, che poi non è tanto difficilmente ricorrente, saprà il piano di sviluppo ed adeguamento, coerentemente con le indicazioni della pianificazione urbanistica, condurre a standards dime11sionali obiettivi, anche se si .dovesse giungere alla conseguenza 86 BibliotecaGino Bianco
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