Argomenti Ma le difficoltà più ovvie sono quelle che coinvolgono la proiezioni territoriali dello strumento urbanistico-commerciale. Comunque, anche se si riuscirà ad inventare parametri sufììcientemente aderenti alla realtà evolutiva del settore, per stabilire i limiti delle superfici minime dei punti di vendita, non altrettanto semplice sarà il pervenire alla definizione del fabbisogno complessivo di superfici di vendita per l'intero territorio cornunale. Vediamo subito perché questa previsione si presenta ardua e costituisce uno degli aspetti più delicati della pianificazione commerciale. I fattori da prendere in considerazione sono: l'ammontare della popolazione e il suo reddito, quali parametri di riferimento previsti dal dispositivo dell'art. 11 della 426, la determinazione, eventualmente anche con riferimento a singole zone, del limite massimo, in termini di superficie globale, separatamente per settori merceologici, della rete di vendita per generi di largo e generale consumo, così come imposto dal 2° comma dell'art. 12 della citata legge 426. Il Piano esplica la sua azione per la durata di un quadriennio; ne consegue che il riferimento all'ammontare della popolazione e alla valutazione del reddito non può assolutamente operarsi sulla base dei dati accertati al tempo del periodo iniziale di validità del piano stesso. Secondo molti, la metodologia corretta dovrebbe poggiare sulla valutazione della popolazione e del suo reddito effettuandone la proiezione all'anno terminale del periodo di validità del piano. Diversamente, si potrebbe pensare ad un parametro prefissato da utilizzare per apportare giustificate variazioni della superficie globale suscettibile di essere autorizzata ogni qual volta, durante il periodo di validità del piano, se ne giustificasse l'esigenza in conseguenza di un incremento, accertato a posteriori, dell'ammontare della popolazione o del suo reddito. Ma, come s'intende, il problema vero non è quello di disporre di dati quantitativi di riferimento più o meno precisi, in quanto il piano deve pur sempre consentire un certo margine di manovra per favorire quegli aggiustamenti che, di volta in volta, sarà utile operare per ben determinati fini di politica urbanistico-commerciale. Certamente, non si tratterà di un'elasticità indiscriminata, tale da vanificare gli. stessi obiettivi del piano, bensì di ammettere, francamente, l'impossibilità di credere all'infallibilità di qualsiasi tipo di standard dimensioné:lle univocamente efficace. Basti pensare, per esempio, che allorquando si parla di determinazione del reddito della popolazione, gli aspetti quantitativi solo raramente hanno un senso compiuto,· mentre necessiterebbe spingere l'indagine a quegli aspetti qualitativi dello stesso, affinché sia valutabile l'entità della spesa commercializzabile le cui variaziini nel tempo, anche breve, possono. risultare sensibili. 85 BibliotecaGino Bianco
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