Argomenti misura in cui, per loro mezzo, si vuole tendere a rimuovere i principali ostacoli che si frappongono alla realizzazione di un sistema distributivo efficiente e che, da lungo tempo, si identificano con l'elevato grado di polverizzazione dei punti di vendita, con il gravoso onere dei costi di distribuzione e, in definitiva, con l'inefficienza del settore, di cui hanno sempre fatto le spese sia i consumatori che gli stessi co1nmercianti. In effetti, in Italia la rete distributiva si è andata continuamente ampliando per effetto di una crescita patologica, dipendente da un irragionevole aumento dei punti di vendita al di là di ogni esigenza di mercato, con la conseguenza che col crescere dell'offerta potenziale, nell'ambito di ciascuna area commerciale, si è andato riducendo il giro d'affari ed è diventato sempre più difficoltoso remunerare i fattori produttivi. In questo modo, le vendite per unità commerciale tendono a calare e i prezzi seguono un andamento crescente, proprio perché le imprese sono costrette a realizzare utili per effetto di artifici sulla formazione dei prezzi. Inoltre, l'enorme aumento dei punti di vendita, nonost<,tnte la contemporanea crescita dei prezzi di dettaglio, impedisce che gli addetti del settore possano raggiungere livelli retributivi pari a quelli conseguiti da altre categorie di lavoratori. Infatti, la presenza massiccia di lavoratori autonomi e di coadiuvanti familiari nel settore distributivo maschera una struttura di sottoccupazione che, una volta considerati tali elementi, si palesa in tutta la sua estensione e pericolosità sociale. Come possa essere avvenuto tutto ciò non sempre è semplice a spiegarsi. Prima di tutto c'è da considerare che la struttura del mercato al dettaglio è caratterizzata da una certa impermeabilità nei riguardi della concorrenza, proprio per il fatto che nell'ambito di ciascuna zona commerciale si determina una sorta di « suddivisione dei margini di un alto prezzo tra un gran numero di commercianti» per cui l'intero mercato deriva dalla sommatoria di numerosi micro-mercati tra di loro autonomi e di fatto talmente circoscritti da non consentire l'instaurarsi di meccanismi concorrenziali realmente efficaci. In queste condizioni è facilmente comprensibile come l'introduzione di nuovi operatori risulti incoraggiata e sempre possibile, anche se a livelli marginali di redditività. Da ciò la considerazione delle attività distributive come settore rifugio · per un lavoro non qualificato, spesso complementare nei confronti del reddito familiare globale e, per tanto, preferibilmente svolto da donne e anziani. Ovviamente, tutto ciò è possibile anche perché in molti casi si tratta di attività commerciali per lo svolgimento delle quali non è richiesto che un modesto capit~le d'impianto e d'esercizio. Nello stesso tempo, nelle maggiori aree urbane del paese, l'espansione edilizia, con la creazione di nuovi grandi quartieri periferici, ha ancora maggiormente con81 BibliotecaGino Bianco
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