Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

Il «j'accuse» di Montanelli di Luigi Compagna Tra clamorose crisi della stampa quotidiana e periodica, accesi dibattiti su monopolio televisivo e libertà d'antenna, annunci di sempre più potenti e più invadenti mass-media, i problemi del giornalismo nelle società contemporanee si vanno configurando come problemi le cui implicazioni, diverse quanto complesse, investono profondamente le radici stesse di queste società. Insomma, oggi più tangibilmente che in passato, direbbe Giovanni Spadolini, nella difesa o nell'offesa alla libertà di stampa si incarna la difesa o l'offesa della libertà tout-court. Eppure i problemi del giornalismo in Italia sono stati finora affrontati, il più delle volte, con spirito intimamente illiberale e con opinioni piuttosto discutibili: vittimismo nella denuncia ed astrattezza nell'analisi della propria condizione sembrano oggi portare parecchi giornalisti a ritenere che vi possano essere sicure medicine legislative contro le insidie e contro le lusinghe dell'asservimento giornalistico ai « padroni » dei giornali, o ai potenti della politica. Laddove è nella coscienza professionale dei giornalisti stessi il più forte presidio contro l'asservimento; ed in ogni caso, a proposito di regolamentazione, si deve ricordare quanto ebbe a dire 150 anni or sono John Adams, all'epoca in cui i grandi giornali d'informazione vendevano meno di cinque1nila copie: « La regolamentazione della stampa è uno dei problemi più difficili da risolvere e anche dei più pericolosi. Non si può governare senza farvi ricorso né, finora; dopo avervi fatto ricorso ». Accanto ad uno sgradevole corporativismo, quello che induce spesso i comitati di redazione ad associare la battaglia per la libertà di stampa a quella per l'inamovibilità del posto di lavoro, è dilagata in questi ultimi anni la fastidiosa e pericolosa tendenza ad un oggettivismo di maniera e di comodo. Un atteggiamento la cui massima aspirazione sembra essere, nella migliore delle ipotesi - anzi, nella più oggettiva-, quella di rendere sempre più sfumate le differenze professionali fra un giornalista ed un notaio, in uno spirito di malintes~ e catechistica fedeltà alle esperienze anglosassoni. Un ogget6 Biblioteca Gino Bianco

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