Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

Aurelio Bruzzo portate nel 1971, è costituito invece dai combustibili e minerali solidi, quale carbone, zolfo, zinco, ecc. Gli imbarchi hanno compreso quasi totaln1ente ( 4.000 tonn. su 5.300), prodotti agricoli e animali vivi. Monfalcone dunque si configura nettamente come un porto ad unica funzione ricettiva e ciò proprio per il continuo sviluppo delle opere portuali la cui realizzazione, fra breve, consentirà l'entrata e l'attracco a navi di grosso tonnellaggio; ciò soprattutto grazie all'ampliamento e al miglioramento delle attrezzature, viarie e non, di terraferma che renderanno vantaggiosa la localizzazione, in vaste aree interne, di importanti insediamenti industriali. L'elencazione degli scali marittimi che formano il complesso insieme portuale dell'alto Adriatico, può ritenersi, a questo punto, conclusa, ricordando però, come in realtà esistano perlomeno altri tre porti: Torviscosa e Porto Nogaro, vicini al confine fra il Veneto e il Friuli - Venezia Giulia, e Porto Garibaldi posto più a sud, tra Chioggia e Ravenna. Il tentativo di individuarne la struttura in modo abbastanza preciso non sembra però meritevole, in quanto questi tre porti, oltre a non movimentare merci in quantità considerevoli, attualmente stanno subendo una certa trasformazione della originarìa funzione per cui erano sorti, a causa dell'evolversi della struttura industriale del retroterra. O meglio sta avvenendo una sovrapposizione degli scambi dei prodotti più tradizionali, destinati al commerci0 e al consumo locale, da parte delle importazioni di 1naterie prime (minerali, metalli, ecc.) o di fonti energetiche (carbone, olii minerali, ecc.) destinate alle industrie, sorte negli ultimi anni in località abbastanza prossime. Sembra opportuno perciò non addentrarci, in velleitarie previsioni sul futuro destino mercantile di questi piccoli scali o sulle possibilità di ulteriore sviluppo della componente strettamente industriale, attraverso un continuo adeguamento delle attrezzature portuali e delle infrastrutture di terra, o sulle possibilità di installazione di un nuovo terminale petrolifero che garantirebbe l'espansione, in cifre, dei loro traffici. 4) La struttura del traffico nei porti dell'alto Adriatico 15 · Vediamo ora nel loro insieme le attività dei maggiori porti italiani dell'alto Adriatico. Nel corso dell'intero anno 1971 Ravenna, Trieste e Venezia hanno misurato un movimento con1plessivo di quasi 70 milioni di tonnellate, di contro ai 95 milioni di traffico dei porti dell'arco ligure15 Questo paragrafo e quello che segue della II parte si rifanno ad un recente studio, non pubblicato, di Calogero Muscarà. 68 BibljotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==