Argomenti 1961, il traffico petrolifero di Trieste, che superava allora complessivamente di poco i 2 milioni e 200 mila tonn., aveva precipuamente un carattere nazionale, in quanto diretto quasi esclusivamente al riforni1nento delle industrie operanti in loco o nel territorio nazionale cli terraferma, gravitante nell'ambito delle linee di costa portuali; solo una piccola parte veniva inviata per strada ordinaria o per ferrovia alle raffinerie e alle industrie petrolchimiche d'oltr'Alpe. Questa situazione però è rapidamente mutata con la costruzione dell'oleodotto Trieste-Vienna, che, attraverso il mezzo di trasporto più economico, ta giungere quantitativi ben maggiori di olii minerali alle raffinerie dell'Austria 14 ; nel 1971 sono stati superati i 29 milioni di tonn. allo sbarco e complessivamente il traffico petrolifero è pari all'87,8% del movimento marittimo totale registrato a Trieste. Questa straordinaria incidenza del settore petrolifero sul totale degli scambi è d'altra parte rilevabile anche dalla distinzione del movimento totale tra sbarchi ed imbarchi; i primi, pari a quasi 32 milioni di tonn., rappresentano la quasi totalità del traffico. Accanto a questa attività di Trieste che la configura nettamente come un porto importatore via mare di prodotti petroliferi, bisogna porne però anche un'altra strutturalmente più articolata e multiforme; infatti gli impianti triestini nel 1971 hanno sbarcato da un lato quasi un milione di tonn. di minerali per la metallurgia e poco meno di mezzo milione di tonn. di combustibili solidi e dall'altro lato, quasi 900.000 tonn. fra prodotti agricoli e derrate alimentari. Per la ripresa del settore dei carboni e dei minerali è stato fondamentale il contributo dell'Italsider, stabilimento per il quale, a seguito della revisione dell'impianto di discarico, è stato destinato un certo quantitativo di minerale, manipolato appunto negli impianti triestini. Quanto alla consistenza dei prodotti alimentari, vanno rilevati gli elevati sbarchi di caffé effettuati per conto dell'I.B.C., il cui deposito permanente costituisce un valido esempio per l'insediamento - nel porto di Trieste - di nuovi depositi per· merci, da smistare nell'Europa centrale ed orientale. 2) Evoluzione e situazione attuale di Ravenna Lo sviluppo fatto registrare nel periodo considerato da Ravenna, cioè dal terzo porto in ordine di grandezza dell'alto Adriatico, è molto più 14 È da avvertire però che l'oleodotto SIOT, al cui «terminal» nel 1970 sono state scaricate 19 milioni 975 mila tonn. di petrolio greggio, ha una potenzialità ancora in fase espansiva giacché nell'agosto dello stesso ann~ è entrato in esercizio anche il tratto congiungente la Carinzia con Vienna. 65 BibliotecaGino Bianco
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