Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

Aurelio Bruzzo scambi che avvenivano tra l'Europa occidentale e l'Africa orientale, l'Asia meridionale e l'Oceania; inoltre i loro retroterra più immediati sono ca- -ratterizzati da una realtà geografica e da strutture economiche molto simili e presentano perciò gli stessi problemi e le stesse difficoltà; infine il retroterra orientale degli stessi porti è decisamente debole e ristretto e ciò lo si può verificare attraverso la relativa eccentricità dell'alto Adriatico rispetto ai percorsi degli scambi che si effettuano tra Oriente ed Occidente. La consistenza del traffico delle merci, n1ovimentate durante il 1961 nei cinque porti italiani dell'alto Adriatico, i più importanti fra quelli di cui ci occupiamo (ved. tav. 1), ammontava a quasi il 20% del traffico complessivo registrato in tutti i porti nazionali e al 68,7% di quello registrato nei porti del versante adriatico. Nel 1971, il traffico delle merci negli stessi porti ha ancora costituito il 20% circa del movimento complessivo degli scambi marittimi nazionali e 1'83,1 % invece di quello dei porti adriatici, con un notevole incremento dunque, rispetto a dieci anni prima, in questo settore più limitato. Qualora al movimento degli scali italiani adriatici si aggiunga quello dei quattro porti dell'opposta sponda jugoslava, ai quali qui si limita l'indagine e cioè Capodistria, Fiume, Pola e Zara, è possibile ottenere un quadro globale delle disponibilità finora offerte dai porti dell'alto Adriatico alle navi che risalgono fino a qui il mare. Complessivamente nel 1970 i porti compresi nei due tratti di sponde, hanno alimentato, fra sbarchi e imbarchi, un movimento di 75 milioni 475 mila tonnellate; 1'83,1 % di tale traffico ha fatto capo ai 5 scali italiani, la cui incidenza sul movimento marittimo complessivo dell'alto Adriatico, è rimasta negli ultimi nove anni pressoché immutata (83,6% nel 1961), nonostante il rapido sviluppo dei traffici petroliferi in taluni porti italiani, fra cui - come vedremo meglio più avanti - quello di Trieste. I porti del Veneto 1) La dinamica evolutiva di Venezia . Durante i dieci anni compresi tra il 1961 e il 1971, il porto lagunare ha conosciuto una serie di tendenze che si possono definire, nel loro complesso, poco favorevoli. La prilna tendenza è relativa alla diminuzione dell'importanza di Venezia nei confronti degli altri porti dell'alto Adriatico, nonostante che il suo traffico complessivo nel periodo considerato, sia aumentato da poco meno di 11 milioni di tonn. a più di 23 milioni; Venezia infatti nel 1961 era al primo posto degli scali sud-orientali della 54 BibliotecaGino Bianco

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