Maria Laura Gasparini di sole 1.800 tonnellate all'anno, nel 1971 tale produzione è salita a 2 miliardi e 500 milioni di tonnellate annue, registrando un aumento del 5% rispetto all'anno precedente (1970), aumento che è però inferiore sia a quello registrato nel 1970 rispetto al 1969 ( del 9,5% ), sia a quello medio annuo dell'ultimo decennio, che è stato di circa il 7%. È vero quindi che la produzione aumenta, ma è altrettanto vero che ad un ritmo notevolmente più rapido cresce anche la domanda, così che, andando avanti di questo passo, si è calcolato che tra venti anni o poco più potrebbero esaurirsi le riserve di petrolio, considerando un aumento annuo di consumo del 5% circa. Mantenendo invece fisso il consumo del 1971, tale esaurimento si verificherebbe tra una quarantina di anni circa. La situazione quindi è grave, e pertanto il pericolo di una carenza di petrolio può essere affrontato nei soli modi attualmente possibili: da un lato compiendo uno sforzo di ricerca in tutte le direzioni, in aree nuove anche se impervie e difficili da raggiungere: dovunque, insomma, vi siano sufficienti indizi della presenza di questa fonte di energia vitale; dall'altro, destinando il petrolio ai soli usi per i quali esso è veramente insostituibile, e ricorrendo per gli altri (es. per gli usi termoelettrici) ad altre fonti di energia quali i combustibili nucleari. Questa situazione di tensione che ha caratterizzato il mercato dell'energia per quanto riguarda l'approvvigionamento del petrolio e dei prodotti petroliferi verificatasi durante questi ultimi tempi, ha provocato, come abbiamo già detto, uno slittamento dei programmi per l'ottenimento di energia elettrica verso il settore nucleare. Ciò in Italia come in quasi tutti gli altri paesi del mondo. Così, dopo le iniziali perplessità determinate dai prevedibili alti costi di impianto delle centrali nucleari, ci si è resi conto.che, dopo tutto, tale alto costo iniziale era ampiamente ripagato dalle ridotte spese di gestione, dal consumo minimo di carburante, ed anche e soprattutto dal non dover dipenàere per i rifornimenti dai noli di trasporto e dagli umori politici dei paesi produttori delle materie prime combustibili. Ed ecco quindi che si sta dando, in modo abbastanza evidente, un certo impulso alla costruzione di impianti nucleari. Per quanto riguarda il nostro Paese, accanto alle tre centrali già esistenti e delle quali abbiamo prima accennato (Latina-Garigliano-Trino Varcellese) se ne può considerare una quarta, attualmente in costruzione sul Po, a Mezzanone di Caorso in provincia di Piacenza. La realizzazione di questo impianto, iniziata già da qualche anno, ha in realtà nel 1970 e nel 1971 avuto una battuta di arresto essenzialmente per motivi finanziari; tanto che, solo in questi ultimi tempi, una volta superate varie difficoltà, si è potuti andare avanti nella costruzione. Il programma di massima prevede la consegna dell'impianto nella primavera del 1975, con la possibilità però che tale consegna possa venire anticipata di qualche tempo, tanto che non è escluso l'entrata in funzione di questa centrale abbia luogo nel 1974. Intanto, la richiesta sempre crescente di energia elettrica, accompagnata dalle gravi djfficoltà per l'ottenimento delle autorizzazioni per la costn1zione delle centrali termiche tradizionali, ha spinto, nel dicembre del 1971, l'ENEL a dar corso agli adempimenti 44 BibliotecaGino Bianco
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