, Giornale a più voci provvigionamento vadano reperite. Altri laghi artificiali e potenti dissalatori sono la risposta. Ma dato che la dissalazione è una forma di approvvigionamento idrico non convenzionale ancora tutta da scoprire, sarà dai laghi artificiali che nel prossimo futuro si richiederanno sempre maggiori quantitativi d'acqua per l'industria. Dopo alcune note sull'impiego dei laghi artificiali per rifornire gli acquedotti urbani, la ricerca degli autori s'esaurisce con alcune considerazioni sull'influenza dei laghi stessi sugli insediamenti umani. In verità assai scarsa. Data la loro .localizzazione su siti piuttosto impervi non hanno favorito uno sviluppo turistico e residenziale, né hanno mutato le forme tradizionali d'insediamento accentrato della popolazione ruraìe. Alcuni nuclei abitativi nelle vicinanze delle pianure irrigue sono stati costruiti dai consorzi di bonifica, ma hanno avuto scarso successo e le case sono rimaste abbandonate. In conclusione, come dice il geografo Edwin Fels, « ancor oggi i laghi artificiali sono pur sempre figliastri della Geografia». E il contributo degli autori alla dimostrazione di questo assunto non è stato indifferente. ANDREA CENDALI Un programma per l'energia Una delle principali caratteristiche del progresso economico è il crescente fabbisogno di energia. In tutto il mondo si assiste infatti ad una frenetica attività di ricerca volta a trovare nuove fonti di energia che sostituiscano quelle tradizionali in via di esaurimento: di qui l'importanza dell'energia nucleare, candidata numero uno allo svolgimento di questo ruolo. In particolare appare più o meno scontato che l'energia nucleare avrà un grandissimo rilievo proprio nella produzione di energia elettrica, sostituendo in gran parte sia il carcone ed il petrolio (combustibili tradizionali delle centrali termoelettriche) sia l'acqua (motore delle centrali idroelettriche), in via di progressivo esaurimento. È questo un dato di fatto che fa indubbiamente piacere ai cosidetti « crociati dell'ecologia», a coloro cioè che da tanto tempo si vanno opponendo decisamente alla costruzione di nuovi impianti termoelettrici in Italia per motivi di ordine ecologico ed ambientale in genere, affermando che l'unic.a alternativa possibile a questi sia rappresent~ta appunto da impianti che utilizzino l'energia nucleare. Si sostiene infatti che il processo di produzione in questo caso è tale che, consumando l'uranio, non si ottengono prodotti finali tossici da dover smaltire in qualche modo comé invece - sempre secondo questi« oppositori» - avverrebbe per le centrali termoelettriche. L'unico inconveniente starebbe nel fatto_ che, nel caso dovesse sopraggiungere un incidente imprevisto all'impianto, ne potrebbero derivare danni senz'altro p,iù seri di quelli che potrebbero conseguire da un guasto ad un impianto termoelettrico. 41 BibliotecaGino Bianco
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